Anno 2100.
Nuova dichiarazione sul controllo genetico trasmesso integralmente a tutti i centri ostetrici  del sistema solare.
“Ogni essere umano dovrà essere sottoposto al controllo del gene  H-12Alfa  all’atto della nascita, e non al decimo anno di vita.  Nel caso di un riscontro positivo il neonato verrà allontanato dai genitori, per essere accolto in uno dei centri specializzati per lo sviluppo e la tutela della “contemplazione”. I genitori non potranno esercitare nessun diritto di potestà e avranno diritto ad un livello di energia contemplativa incrementato del dieci per cento. 
Ogni tentativo di resistenza al controllo genetico verrà punito con la perdita dei diritti umani, la confisca dell’energia, l’esilio dei genitori, del neonato e del medico responsabile del parto nelle lande ghiacciate del pianeta Plutone.”
Sede centrale terrestre, anno solare 2100.
Sottosegretario per lo Sviluppo ed il Recupero dell’Energia Contemplativa.
Esor Oigres.

Oirad strinse forte il pezzo di carta, si alzò dalla poltrona e con rabbia assestò un pugno sul tavolo. Con entrambe le mani afferrò la copia del documento che la sua segretaria Airam gli aveva lasciato insieme ad un biglietto; l’appunto precisava di contattare immediatamente l’ufficio per l’Energia Contemplativa.  Lo agitò in aria e scaraventò il foglio nel cestino dei rifiuti, il dito si soffermò sul pulsante che avrebbe ridotto quell’insieme di caratteri in un puzzle di striscioline.
“Una piccola pressione e quel mucchio di stupidaggini sarebbero andate al macero”, pensò.
“Ed io con loro”, incalzò un nuovo pensiero.
Sollevò il dito dal pulsante rosso e recuperò il foglio appoggiandolo di nuovo sul tavolo. Lesse ad alta voce il contenuto del biglietto.
“Signor Leamsi Yllib, 32-455-666, responsabile per l’accettazione del nuovo statuto. Accidenti a loro, trovano sempre il sistema per controllarci; diamine!. E che dire di questo nuovo regolamento; ma sono impazziti? Si scatenerà il finimondo!!. Ma che bisogno c’e’ di altra energia se qualche mese fa il governo ha dichiarato un esubero nella produzione e perché generare dell’altra, con quale scopo?  Qui senz’altro scoppierà il finimondo”.
Oirad  scosse la testa, si girò verso la finestra e fissò il cartellone che da quasi dieci anni sovrastava la città;  i caratteri cubitali pubblicizzavano la nuova fonte di energia che aveva salvato la Terra, lesse lo slogan:
“Una naturale energia, concepita per cambiare la natura dell’uomo”.

L’inquinamento e le guerre per il controllo dei giacimenti dell’oro nero,  non avevano consentito lo sviluppo di nuove tecnologie destinate alla conquista del sistema solare, ed infine il problema della sovrappopolazione del pianeta Terra, stavano portando l’uomo verso uno dei periodi più sconvolgenti di tutta la Storia dell’Umanità.
In seguito, la meravigliosa scoperta del gene H12-Alfa collegata allo sviluppo dell’energia contemplativa, aveva dato al genere umano la speranza di una nuova vita. Quest’ultima frase gli lasciava dell’amaro in bocca. La nuova fonte di energia aveva salvato molte vite, ma aveva   generato delle vittime. La sfrenata corsa all’energia aveva creato i cloni, tuttavia il tentativo di imitare la natura era fallito; questi particolari individui non erano stati in grado di produrre neppure una misura di contemplatio, giudicati inutili erano stati abbandonati nei centri di assistenza nelle penombre di Caronte, l’ultimo avamposto edificato nel remoto satellite di Plutone.
L’oro nero ora si chiamava contemplatio. I centri di raccolta e distillazione di questa energia erano stati costruiti in posti remoti, immersi nella natura e lontano dalle città. Gli individui che la generavano dovevano per cinque ore al giorno starsene immobili ad ammirare la natura. Gli elettrodi fissati alla testa convogliavano i pensieri di benessere fino a delle grandi batterie, poi tramite il bombardamento di atomi di acqua raffinata ed infine per distillazione veniva prodotto il liquido contemplatio. La sostanza veniva stipata in grandi serbatoi per essere poi distribuita attraverso un impianto di canalizzazione verso le città. Una micro-misura di questa energia poteva produrre una potenza elettrica pari a mille chilowatt, sufficiente per il consumo medio annuo di una famiglia.
Le autorità per lo Sviluppo ed il Recupero dell’Energia Contemplativa avevano fissato la quota di una centi-misura di  contemplatio per ogni individuo, sopprimendo in questo modo il livello di indigenza dell’intera collettività.
Ogni volta che fissava il cartellone lo assalivano emozioni contrastanti di dolore e felicità pensando ai cambiamenti nel sistema e al prezzo che aveva dovuto pagare la società. Persone destinate a diventare generatori di energia senza mai avere una propria vita, e famiglie distrutte dal dolore della separazione. Una volta ammessi nei centri di raccolta nessuno dava a loro notizie dei propri figli. Lui, come tanti altri medici doveva obbedire alle direttive altrimenti sarebbe scomparso in qualche landa ghiacciata di Plutone; aveva fatto sempre il suo dovere e lo avrebbe fatto in ogni caso. Come poteva opporsi alla società?, no, lui non era un eroe e non lo sarebbe mai stato. Il pugno picchiò contro il vetro della finestra, mandandola in frantumi, non sentiva più dolore, altre cicatrici gli ricoprivano il dorso della mano, era la traccia che lui in qualche modo aveva cercato di reagire. Era la prova della sua codardia.
Prese della garza ed iniziò a tamponare la ferita, aveva la sensazione che qualcuno lo stesse guardando. Tra la folla un uomo con la palandrana appoggiato al lampione stava scrutando la sua finestra. Vide l’uomo fare un movimento con la mano, all’improvviso una forte luce gli investì la faccia; Oirad si coprì gli occhi con la mano.
“Ma che diavolo sta facendo”, urlò.
Drin!, Drin! Drin!,  alzò la cornetta, e continuò a guardare il luccichio proveniente dalla mano dell’uomo, gli sembrò di distinguere intermittenze variabili; lunga, corta, quell’individuo stava segnalando con il morse. Oirad cominciò a decifrare gli impulsi luminosi, “CI   AIUTI”.
“Pronto!, pronto dottore è ancora lì?”, la voce acuta di Airam lo distolse dalla finestra. La segretaria le stava dicendo che aveva contattato il signor Leamsi Yllib come le era stato richiesto ed ora attendeva sulla linea quattro.
“Maledizione”, bisbigliò.
“Scusi dottore, c’e’ qualcosa che non va?”.
“No Airam, … dica al signor Yllib che al momento sono occupato e che presto mi metterò di nuovo in contatto con lui”.
“Ma, dottore, mi aveva detto lei di contattarlo”.
“Signora Airam!! , ora non posso, faccia quello che le ho detto, devo risolvere una questione molto importante”.
“Bene dottore,  mi scusi se mi sono permessa”.
“Mi perdoni lei,  signora Airam se sono stato così brusco, non era mia intenzione alzare la voce, mi creda, è capitato un imprevisto”.
“Certo dottore, non si preoccupi”.
Oirad restò con il ricevitore appoggiato all’orecchio mentre sbirciava di nuovo dalla finestra; l’uomo era svanito, e la signora Airam non c’era più, la cornetta emetteva solo un acuto sibilo.
Lo avrebbe cercato. Con un balzo si portò sulla scala antincendio, scese di corsa i gradini, fece un salto e si trovò nel vicolo dove di solito posteggiava la sua Sedecrem sportiva. Mentre si incamminava verso la piazza, sentì sulla schiena lo stesso sguardo che alla finestra lo aveva angosciato; si voltò e vide l’uomo avvolto nel cappotto di pelle nera. La veste metteva in risalto la pallidezza del volto, dalla testa gli spuntava una soffice peluria bionda e sulla guancia spiccava una profonda cicatrice rossa; la cui forma gli era familiare, la lettera H, i cloni segregati sul satellite Caronte.
“Dottore, ci salvi, la prego”, la voce metallica lo fece rabbrividire.
Oirad avvicinandosi lo fissò negli occhi grandi e neri, … si perse in quello sguardo travolto dalla follia, disperazione e solitudine  ma vide in esso anche il bagliore di una speranza.
“Dio mio, ma cosa gli è successo?”.
Trasse a sé l’uomo prima che crollasse a terra, lo adagiò sul sedile dell’auto, girò la chiave e si diresse verso casa.
“E ora che diamine avrebbe dovuto fare?, non poteva rischiare la sua vita per un clone evaso”, lo osservò rattristato; era così che quei bastardi tenevano i cloni in vita?, perché tanta crudeltà; loro erano solo il frutto di un esperimento. Osservò la ferita sul dorso, era rossa e sanguinante, entrambi erano stati segnati, lui dalla sua codardia ed il clone da quelli come lui. 
Avvicinando la ferita alla bocca assaporò la sua umanità, sì! lo avrebbe aiutato a costo di lasciarci la pelle, doveva porre fine alla sua indolenza e poi era stufo di spaccare vetri.
Nella penombra dell’immenso salone, il clone si stava svegliando. Oirad da dietro i vetri offuscati osservava come la vita continuava il suo corso, ed ora lui non ne faceva più parte.
“Dottor Oirad, la ringrazio per avermi messo in salvo”, la voce metallica rischiarò la penombra.
“Cosa l’ha portata fino a me, signor, ehm!”.
“Aissem, il mio nome è Aissem. La sua rabbia ed il suo dolore dottor Oirad, questo mi ha portato fino a lei. Ho letto la sua diversità tra la folla, come clone non ho la capacità di generare contemplatio, ma posso percepire il rancore ed il disprezzo, e lei dottore ne è saturo.”
Il clone si portò le mani alla testa, dava l’impressione che non fosse pesante.
“Dottore, dobbiamo fermare la corsa al potere, si tratta di salvare il futuro dell’umanità, anche se il gene H12-Alfa ne aveva tutti i presupposti, l’uomo ancora una volta si è lasciato corrompere dalla sua avidità. Gli scienziati hanno scoperto che le menti dei neonati possono generare dieci volte più contemplatio, e questo mi creda fa gola ai potenti. Possiamo fermarli, lei è l’unico che può farlo, ne ha le capacità, si fidi, il suo odio è quello che il cambiamento richiede.”
Non sentiva più dolore alla mano, sarebbe diventato un eroe. Un ghigno di felicità gli illuminò il viso, dopotutto da piccolo adorava gli eroi.
Era il prescelto, l’illuminato.

6 pensiero su “Illuminazione estemporanea”
  1. Grazia complimenti! sei bravissima, una forza!
    cerca solo di andare più lenta, di arricchire le scene con descrizioni più accurate.

  2. Bella la storia… ma il finale…
    potresti scriverne il proseguio… ciao

  3. Sono d’accordo con lord costa… serve un seguito!!!
    Cmq complimenti è bellissima!

  4. Complimenti, bel racconto. Vivo in Francia e ho un bambino di 10 anni che adora i racconti fantastici e gli é piaciuto tantissimo! Continua, grazie!

  5. Bello, brava!
    Mi accodo alla richiesta di un ulteriore capitolo che racconti le gesta eroiche del dottore e del clone evaso, anche se capisco che il racconto ha già un suo senso compiuto, anche così com’è.
    Ottima trovata quella dei nomi a rovescio, che danno l’idea di nomi futuristici, compresi l’inverso di Mercedes e di Messia!

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