Poesia è urlo di dolore
che dal cuore prende le mie dita
e su un foglio sacro di candore
piange inchiostro e parla della vita.
Dunque allora puoi sentir l’odore
delle rose del lontano rovo
e annusarne il candido colore
di cui brilla il vento e il sole nuovo.
Essa grida nella muta voce
che illumina gli occhi dell’agnello,
che ti dice : “Guarda com’è atroce
condannare il debole al macello!”
Poesia è l’albero che parla,
il tuo, il mio diritto di parola,
la mosca che supplica di amarla
mentre offre allo sterco la sua gola.
Vive essa nell’alba di cristallo.
Nel vespro che getta sangue in mare,
nell’onda, bianco crine di cavallo
che sirene oscure può celare.
E’ il cuore pulsante nella mano,
che piange oggi, poi domani gode,
è il sapere placido che siamo
un po’ Cristo e in buona parte Erode.
Libera oltre i limiti del mondo
dove stanno luci bianche e nere
per capir che siamo tutti, in fondo
figli, noi, d’un sadico piacere.
Mi è piaciuta la tua poesia. Usi parole anche forti e pesanti per esprimere la bellezza e la leggerezza della poesia, che è vero, deve essere sempre “libera oltre i limiti del mondo!”
Brava e 5 stelle!
Grazie Slash! E’ fantastico sentire persone vicine ai prorpi pensieri… Un abbraccio.