Lo chiamano l’Autunno caldo, ed é appropriato. Già dalla mattina presto il sole si intravede, l’aria é autunnale e pulita, e verso mezzogiorno siamo in piena primavera con i colori dell’autunno. Le strade hanno preso l’aspetto di un tappeto di foglie gialle, ma gli alberi sono ancora vestiti, anche le mie ragazze, le betulle, in giardino, non si sono spogliate del tutto, sono un po’ più leggere, ma la loro chioma sventola ancora alla prima brezza di vento, e la loro corteccia argentata brilla sotto i raggi del sole. Sull’ora di pranzo, le persone che escono dal lavoro, hanno in braccio le giacche, molti sono in maglietta e addirittura scalzi con i sandali. Non piove da tanto, c’é bisogno dell’acqua, ma nessuno la vuole, si sta bene con questa aria fresca e con il sole; é una meraviglia, ancora meglio che in agosto! Mette di buon umore anche andare al lavoro! Per non parlare di queste domeniche al mare! Forse non invita a bagnarsi, ma certamente le passeggiate sul bagno-asciuga promettano passeggiate kilometriche senza sudare e senza scottarsi. E’ tutto un po’ buffo perché, ancora con un abbigliamento quasi estivo, il profumo delle caldarroste nell’aria, ti ricorda nasi rossi e sciarpe al collo, é straordinario perché la gente é vestita varia, dai piedi scalzi, alle calze pesanti e gli stivali alti, forse anche nell’abbigliamento c’é voglia di cambiare.

Lo chiamano l’autunno caldo perché é pieno di aspettative, soprattutto politiche, c’é bisogno di rinnovamento, di aria nuova e non rifritta, (il fritto é pesante e non digeribile, almeno in età matura, e francamente, é un piatto presentato più volte in tavola), di risposte conseguenti a fatti che non si limitino a chiacchere, ma a progetti concreti, realizzabili in tempi brevi e con efficienza. C’é bisogno di fare, di realizzare, di ottimismo, e di voglia di credere in qualcosa, in qualcuno, in un Paese che dia lavoro ai giovani e tranquillità alla vecchiaia. C’é la necessità di far funzionare le cose, di strutture, di snellimenti burocratici, di scelte intelligenti. C’é da abbattere l’egoismo e l’arroganza, in una sola parola, c’é tanto da lavorare e con serietà.

Ci voglio credere, ne ho bisogno. Vorrei che questo autunno caldo segnasse un passo importante di storia, una svolta, che non annegasse nei temporali invernali, né rimanesse una statua di ghiaccio per un inverno, per liquefarsi poi, al risveglio della nuova primavera. 

 

2 commenti su “L’Ottobre caldo del 2007”
  1. Ho letto con gusto il tuo brano, apprezzandone la meravigliosa descrizione iniziale, attenta e minuziosa, nonchè lo spunto politico-sociale della seconda parte. Scrivi da vera professionista ma soprattutto sai volare alto. Brava Sandra, ti
    ascoltasse il cielo! Ciao. Ignazio.

  2. Complimenti! come sempre nei tuoi scritti riesci ad esprimere in maniera semplice ciò che accade intorno a noi ogni giorno come i sentimenti e le aspettative.
    Brava e ancora brava.

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