Io non voglio sapere chi è stato, non mi interessa quel nome.

Io voglio il nome di chi ha raccolto la disperazione di quella madre;

io voglio il nome di chi ha tenuto la mano di Melissa fino alla fine;

io voglio il nome di chi ha dovuto lavare via il sangue dalla strada;

io voglio il nome di chi si sta prendendo cura di Veronica sfidando la morte;

io voglio il nome di chi sta tentando di ricostruire giovani visi sfigurarti;

io voglio il nome del chirurgo costretto ad amputare;

io voglio il nome di chi ha dovuto raccogliere corpi tanto giovani da straziare l’anima e lanciarsi in corsa verso l’ospedale disperando di salvarli;

io voglio il nome delle amiche di Melissa, quelle che hanno perso per sempre la spensieratezza;

io voglio il nome di chi è accorso per aiutare anche senza sapere cosa fare;

io voglio il nome della ragazza che gridava “Melissa! Melissa!” incurante delle ustioni sul proprio corpo;

io rivoglio quelle pagine perdute, andate bruciate!

10 pensiero su “Melissa”
  1. Un grido disperato di chi non ha più voce, ma solo l’urlo del proprio cuore straziato dalle barbarie di questo secolo ricco solo di stupidità rette dal dio quattrino, senza nessun rispetto della vita umana, senza nessun riconoscimento dei principali valori, primo fra tutti, il buon senso.
    Grazie.
    Sandra

  2. Non mi ritrovo più.
    Mi sembra di sapere molte cose, di avere molte idee in testa, di vedere aprire davanti a me un numero infinito di possibilità…
    Ma mi scontro, poi con l’imbecillità di chi si rassegna a essere limitato, anzi, se ne fa un gran vanto di “seguire il trend”…
    Avere il coraggio di alzarsi per dire ciò che si pensa, per sostenere la propria idea, per difendere la propria dignità e per pretendere l’integrità morale propria e collettiva, sembra un’utopia, una gigantesca nuvola in cui l’individuo perbene si annulla, fagocitato dal niente imperante…
    Grazie.
    anna

  3. Io vedo dalla mia postazione…
    Sai, dall’alto dei boschi dove le persone non si sentono osservate, da lì ascolto…
    Le voci che da sotto dicono “qualcuno ha fatto questo, qualcuno ha detto quello, qualcuno dovrebbe fare qualcosa”.
    E quel qualcuno siamo noi, lo siamo tutti i giorni in ogni gesto, in ogni pensiero, sempre…..
    Grazie dello scritto, aiuta molto a riflettere…

  4. I sentimenti che scaturiscono dalla lettura del tuo componimento sono tanti. Si mischiano, si contorcono, toccano alcune corde delicate del mio cuore. L’empatia con una madre straziata, un’amica disperata, un medico, un passante …
    frutto di sensibilità innata e forse anche di vecchie ferite, non basta a dare le risposte che cerchi.
    Forse devo fare ancora tanta strada prima di comprendere questo e molte altre pagine tristi della vita, o forse non ci sarà mai spiegazione comprensibile per l’orrore che l’uomo sa creare.
    Grazie.
    5st Greta

  5. Non buon senso, non rispetto per l’altro essere, né per infliggere una stupida e arida sofferenza, esibizione di potere di malvagità di una dimensione umana che di umano non ha più nulla.
    Non vorrei ringraziare per la denuncia di tali notizie, ma è giusto farlo, amara e folle realtà dei nostri tempi.
    Grazie e un saluto con abbraccio
    EMA

  6. Non voglio pensare “nessuno”, ma certo “pochissimi” hanno mostrato questa sensibilità.
    Ci siamo indignati, adirati, scagliati unanimi contro quel disumano essere responsabile della tragedia, ma forse solo tu hai lasciato che il cuore parlasse davvero…
    Grazie di stupirmi sempre!
    Non smettere mai!

  7. Avrei dovuto introdurre questo scritto chiarendo che era dedicato a Melissa Bassi, la ragazza morta davanti alla sua scuola, la “Morvillo Falcone” di Brindisi e agli altri alunni rimasti feriti, non solo fisicamente e soprattutto a tutte le figure che emergono più o meno confusamente nel testo.
    Si è sollevato di impulso quando ancora nella strada c’erano sparpagliati diari, quaderni e libri, mescolati al sangue di quei ragazzi e non si sperava di salvare Veronica. Forse è solo un’accozzaglia di emozioni appiccicate al foglio ma così venne fuori e così ho pensato di lasciarlo.
    Vi ringrazio tutti per aver cercato di dipanare questa mia matassa, ora spero che sia tutto più chiaro.
    Un grazie speciale ad ICE che cerca sempre di mettere ordine nel guazzabuglio che mi ronza di continuo nella testa. TU non smettere mai, mi smarrirei.
    Grazie

  8. Il fatto dominante è stato messo in evidenza nella sua forma ufficiale. Dopo venti secoli l’uomo non è ancora riuscito ad addomesticare la bestia ed evolversi armoniosamente. L’intellettuale non ha mezzi per orientare il mondo verso soluzioni ideali, l’avvento del secolo industriale, l’ha trovato friabile in questo tempo di estrema durezza e di inaudita ferocità. Certo l’autrice ha messo bene in risalto coloro che se pur remunerati hanno fatto opera di bonifica, questi sono coloro che lasciano intravvedere un mondo migliore.

  9. Non c’era bisogno di chiarire a chi fossero dedicate le tue parole, nessuno dimentica e dimenticherà cos’è successo a Brindisi, anche se purtroppo la giustizia non renderà degno riscatto alle vittime e alle loro famiglie. Due sole parole: SEI GRANDE.
    Gigliola

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