Erano loro
e non lo sapevano.
Sporchi di terra e fango
avevano giurato
di trovarne altri
dimenticando il tempo
e la sete,
masticando solo
la polvere indurita.
Proprio loro
e la gente lo capiva.
Non per i vestiti
ma per gli sguardi
e le parole
sempre misurate e bianche,
e la fatica sopportata
in ogni istante
col coraggio dei leoni.
Soltanto loro
così uguali agli altri.
Che con sforzi disumani
e fiera dignità
nascondevano le lacrime,
annegate nel sudore
e di eroi,
non ne volevano
sentir parlare.
….già, non parliamo di eroi, parliamo di gente coraggiosa che in silenzio, serrando i denti, va avanti. La dignità poi, è una grande dote e chi la possiede, la indossa in qualsiasi situazione.
Noi, siamo un popolo così.
Un saluto.
Sandra
Talvolta è giusto che il Poeta si fermi e renda omaggio a ciò che gli sta davanti, monumento alla solidarietà troppo spesso dimenticata.
Bravo.
a
Questa situazione dura e spinta al margine della sopravvivenza, mi ricorda gli Angeli del fango, che vennero ad aiutare Firenze nell’alluvione,
non chiamamoli eroi ma sicuramento lo sono, di vita talvolta estrema.
Giusto omaggio alle popolazioni colpite dal sisma. Grazie e saluti
EMA
Grazie carissime, sono d’accordo con voi: forse non dobbiamo chiamarli eroi ma dobbiamo rendergli omaggio.
Un salutone da QS-TANZ.
Spesso vediamo persone che rischiano la vita per aiutare gli altri, ma purtroppo di loro si perdono le tracce nella frenesia della vita.
Complimenti a te che hai saputo fermare quei volti in questa bella poesia.
Un saluto e 5 stelle.