C’era una volta una stella che tentò di fare un patto con l’Infinito. Un giorno gli disse: – Signor Infinito, mi scusi, se posso disturbarla, avrei bisogno di chiederle un permesso: questo è stato un periodo stressante, le mie esplosioni nucleari mi hanno minata un po’. Vorrei fare un viaggio, avrei bisogno di distrarmi, di fare delle cose diverse… lei conosce la vita delle stelle, sa che è un tantino monotona, mi piacerebbe visitare un posto nuovo, fare delle esperienze, vivere magari una condizione diversa ecco… non che mi trovi male qui, è molto bello questo posto, ci sono anche affezionata, ma vede signor Infinito, una piccola vacanza, uno piccolo strappo alla monotonia ci starebbe anche bene. Spolvererei via quel velo di noia e così tornerei a brillare più di prima assolvendo così appieno al mio dovere. Allora, se posso permettermi d’esortarla, che ne pensa?
E l’Infinito rispose in tutta la sua semplice magnificenza: – Devo tener di conto che hai assolto sempre con giudizio e costanza al tuo dovere, per questo acconsentirò al tuo desiderio. Hai forse qualche preferenza?
E la stella si fece improvvisamente timida ma non demorse: – Vede signor Infinito ci sarebbe un posto là giù, nel sistema solare, un piccolo pianeta abitato da delle forme di vita abbastanza estrose, quelle che sprizzano energia senza luce, insomma… gli umani, quelli del pianeta Terra…
A quell’accenno l’Infinito tuonò, sembrava quasi ribollire, tempeste magnetiche si diffondevano un po’ ovunque, una rabbia impetuosa sembrava quasi che si espandesse soffiando via la piccola stella. Quando finalmente la furia di meteore cessò e l’Infinito cercò di riprendere il controllo di sé con una certa difficoltà perché le tempeste magnetiche non accennavano a diminuire, guardò la stella con aria furiosa e disse: – La tua ambizione ti divora piccola stella dovresti pensare a stare al tuo posto, sciocchina che non sei altro. Cosa pensi di trovare laggiù, in quel posto sfuggito al mio controllo, dove il Caos è tornato a regnare, vuoi metterti in pericolo o hai deciso di mettermi in ridicolo, evidenziando quel mio antico insuccesso?
La stella allo stremo del suo coraggio raccolse tutte le sue forze e si decise a svuotare il sacco: – Signore, in tutta sincerità confesso, ho ricevuto un messaggio dalla terra: una donna mi ha fissata e ha chiesto aiuto… ha espresso un desiderio. La sua richiesta è stata dolce e allo stesso tempo uno strazio.
A stento la piccola stella riusciva a tenere il controllo, fremeva. – Da me voleva… a me, insignificante stella, ha chiesto un angelo custode per il proprio bambino: lei dice che non ne ha uno ed è per questo che è nato così sfortunato. Vorrei sostituire io quell’angelo che ha mancato al proprio dovere. Mi faccia nascere Signore, sotto forma di uomo, cane, gatto…, qualsiasi cosa che possa dare gioia a quel bambino e sollievo a quella madre. Faccia che io possa accompagnare le loro vite rendendo loro meno pesante quel fardello.
L’Infinito non poté che tacere. La notte di San Lorenzo si vedono molte comete ma quella era una stella, era la piccola stella che si staccava dal firmamento per rispondere alla preghiera di una madre. Non si può non rispondere alla preghiera di una madre.
Molto carina e significativa.
Ciao.
Sandra
Che bella! Una storia dedicata alle madri e ai loro figli, a chi crede che ci sia lassù Qualcuno che ascolta i nostri desideri e i nostri sospiri, pronto a realizzare i nostri sogni più nascosti e profondi.
Decisamente, mi piace!
anna
Vi ringrazio tantissimo. Siete sempre così carine con me.
Grazie.
Stupenda, magnifica, mi fa brillare e poi è molto significativa per tutte le madri del mondo
Bella! Domani la leggerò ai mie piccoli alunni sul pullman: uscita didattica al planetario del Muse di Trento! Grazie!!!
Monica