– Ho venduto a Dora la mia quota dell’erboristeria – disse Clara a colazione, mentre sorseggiava il suo cappuccino senza zucchero.

Eugenio rimase sorpreso e perplesso:

– Cara… mi hai tolto il secondo lavoro! E tu che farai, la casalinda? (non è un errore, è il modo in cui Eugenio chiama le casalinghe!).

– Nient’affatto, tesoro… Io mi iscriverò all’università! Altrimenti resterò marchiata a vita come una maestrina!

A Eugenio si chiuse la bocca dello stomaco e di riflesso lui chiuse il barattolo della marmellata di mirtilli:

– Clara, vorrei capire: hai fatto salti mortali e carte false per metterti in pensione a quarantanove anni, ci sei riuscita per un pelino… e adesso vuoi impegnare denaro e tempo per laurearti?!

– Sì, tesoro, sono in buona salute e voglio anch’io laurearmi come te… Farò Matematica, una laurea seria, mica come la tua, che è…

– Giurisprudenza, mia cara.

– Ecco, Legge… puah!

– Tesoro, è la laurea dei magistrati, dei notai e degli avvocati, nonché degli investigatori seri… – replicò Eugenio.

– Avvocati, puah! L’unico mio dubbio è se trasferirci in città o sacrificarmi a viaggiare con la metrò. Mmah! Mi consiglierò con Dora.

Eugenio si arrese a quell’ennesima stramberia. Consigliarsi con Teodora, poi!

– A proposito, Eugenio, ti ho trovato io un lavoretto, tramite il dirigente del locale liceo turistico, mio amico d’infanzia: un ciclo di lezioni ben pagate! Sei contento?

– Sì, cara, sono molto contento, però vorrei prendere da me qualche decisione, ogni tanto…

– Ecco, il solito irriconoscente! Dai, che in mezzo ai giovani ti troverai bene, caro il mio vecchietto!

*          *          *

Clara andò in città accompagnata da Teodora (Tea per Eugenio), la quale vantava una lunga esperienza universitaria, nel senso che si era laureata più che trentenne.

Al ritorno la notizia di Clara:

– Mi sono iscritta in Informatica!

Come diceva quella storiella? “Fegato, fegato… polmone!” Comunque Eugenio si complimentò per la scelta.

L’estate trascorse molto bene, con Clara gioiosa per la prossima esperienza universitaria e le sue amiche divise in due partiti: scettiche le laureate, invidiose quelle prive di lauro.

Eugenio si godeva la gioia e la vivacità della mogliettina e nel frattempo collezionava cicli di lezioni di Diritto.

A Settembre Clara si “preparò” per iniziare la nuova vita, non nel senso che ripassò qualcosa di matematica o approfondì la sua conoscenza del PC, ma piuttosto riprese a fare jogging e palestra, continuò le sue estenuanti nuotate, riprese la sua dieta “AD1”, andò dal parrucchiere, poi due volte dall’estetista, comprò quattro abiti nuovi (uno di alta moda per gli esami!) e finalmente si sentì “quasi” pronta per la nuova esperienza, che il primo di Ottobre ebbe inizio.

Il mattino si alzava alle sei, si preparava, poi andava a prendere la metro. Tornava nel pomeriggio, decantando le lezioni, i docenti, le materie e il cibo della mensa.

All’inizio della seconda settimana Eugenio volle accompagnarla alla metro. La vide partire, poi attese la corsa successiva.

Alle nove entrò nell’aula universitaria piena (all’inizio era sempre così), si presentò quale docente di Diritto informatico e iniziò a illustrare il programma, camminando avanti e indietro davanti alla cattedra.

Aveva individuato la sua Claretta, che lo guardava a bocca aperta. A un tratto si avvicinò a lei e le disse:

– Signorina, chiuda la bocca, altrimenti rischia di far entrare qualche mosca!

Gli studenti più vicini ridacchiarono alla battuta.

Dopo la lezione e qualche chiarimento ad alcuni studenti, Clara si avvicinò al marito e lo redarguì a bassa voce:

– Ecco, il solito prepotente! Dovevi dimostrarmi che sei meglio di me!

– Clara, è stato un caso!

– E non mi hai detto niente!

– Perché, tu che cosa mi racconti?

– TUTTO!

– Sì, cara, ma DOPO!

Clara alzò il nasino e tornò a sedersi al suo posto.

Eugenio andò a richiedere alcuni documenti, poi si recò alla mensa universitaria. Non gli fu difficile individuare il tavolo al quale era seduta Clara, che già aveva fatto “gruppo”. Col vassoio in mano, chiese il permesso di sedersi, subito accordato dagli studenti, che lo avevano riconosciuto. Clara esclamò:

– Ragazzi, vi presento mio marito!

Da quel momento tutti gareggiarono in gentilezze nei confronti di entrambi.

*          *          *

A casa Clara si complimentò col marito per l’incarico ottenuto, aggiungendo:

– Naturalmente mi darai trenta e lode!

– No, cara, nemmeno ti interrogherò: lo farà l’assistente.

– Perché, avrai PURE un assistente?

– Certo, una specie di tutor, come gli altri docenti!

Clara rifletteva:

– Allora dovrò arruffianarmelo ben bene…

Eugenio precisò:

– Sì, però l’assistente è una donna, quindi dovrò intercedere “io” per te!

Clara lo guardò bieca:

– Sai che ti dico? Salirò in soffitta a cercare quel vecchio mattarello che una volta ti ho fatto provare sulla schiena!

– Vuoi mettere a rischio il tuo trenta?

– No, caro… tesoro… voglio essere pronta a raddrizzarti, se sarà necessario!

Un pensiero su “Seconda giovinezza”
  1. Divertente.
    Non comprendo, però, quel finto tonto di Eugenio che va a rimorchio pur possedendo vita propria…
    Dei due personaggi, infatti, Clara ha più vitalità.
    I tuoi racconti mi piacciono sempre.
    Ciao
    anna

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