Non avrei mai immaginato di vagare di notte per la città. Angela, l’amore della mia vita, mi aveva scaricato. “Non posso amarti più” concluse il nostro rapporto con le lacrime agli occhi. Nel mio cuore si scatenò una tempesta incontenibile, e mi affidai alle risorse rimaste dentro per non barcollare. Non si possono ferire a bruciapelo i sentimenti, pensai. Un’atrocità che non dovrebbe nemmeno esistere. “Perché?” le chiesi, ritrovando un filo di voce. “Non chiedermelo, ti prego. Piuttosto sii sereno. Soffrirei ancora di più se tu non lo fossi” aggiunse senza ulteriori spiegazioni. “Possiamo chiamare un taxi, per favore?” “Si.” Lo chiamò lei. Un attimo dopo ero nell’ascensore e scendevo lentamente dal settimo piano. Ebbi la sensazione di essere sopra una nuvola che vagava nel cielo grigio, perché ero grigio dentro. Un ultimo sguardo verso la sua finestra illuminata e lei era lì, come un’ombra dietro i vetri. Mi salutò agitando la mano per l’ultima volta. Il taxi era oltre il cancello d’ingresso. Avevo gli occhi offuscati. “Ha chiamato lei?” sentii la voce del tassista che facevo fatica a vedere. “Ancona 43?” precisai meccanicamente. “Si.” Alla stazione centrale” indicai arrotolandomi in un angolo del sedile posteriore.Non pensavo a nulla. Avvertivo delle fitte al costato e non avevo tempo per pensare. Temevo il peggio. Perché soffrivo? Per una donna che non voleva amarmi più. L’amore, l’amore. Ti esalta, ti umilia, ti sublima, ti annienta. Che tipo di amore era stato il nostro mi domandai in un momento di luce. Non fui capace di darmi la risposta. Scesi dal taxi e raggiunsi il capolinea del 64. Appena l’autobus si mosse sbandai. Sembravo un fuscello in balia del vento. Portavo istintivamente le braccia al petto per frenare gli spasmi che mi sconquassavano la mente e cercavo un appiglio per reggermi. Mi dimenavo e sobbalzavo sulle ruote posteriori dell’autobus imboccando Via Cavour. Un uomo di colore mi osservava attentamente. Mi tese la mano, mi aiutò a sedere. La strada era lunga, dovevo raggiungere casa e superare la botta. Ero seduto in fondo all’autobus e non mi ero accorto che avevo anche pianto. Asciugai il viso, dopo respirai profondamente e trattenni il respiro come mi aveva suggerito il medico di famiglia. Egli era a 400 chilometri di distanza, io potevo solo mettere in pratica le sue raccomandazioni. Il turbinio della mia psiche mi concesse una tregua, mi guardai attorno e convenni che ero ancora in questo mondo, circondato, anche se pochi, da esseri meravigliosi. “Anche lei piange?” mi fece notare una ragazza seduta sulla mia sinistra. “Forse” le risposi “Allora siamo in due, questa sera” aggiunse. Il suo volto era inondato di lacrime. Neanche la pioggia lo avrebbe conciato così. I suoi occhi mostruosamente devastati dal rimmel. Sembravano due buchi di una tana mostruosa. Era molto giovane, aveva il diritto di piangere. Io, forse no, che avevo superato trent’anni. “Perché piange?” le chiesi. “Così” rispose scuotendo il capo. “Mi scusi, non avrei dovuto chiederlo.” “Lei perché piange?” rintuzzò. “Ho scoperto che anche il grande amore è una fregatura. Chi ci crede soffre e non può fare altro che piangere” le svelai. La ragazza mi fissò e smise di piangere. Rovistò nella borsetta e tirò fuori dei fazzolettini di carta. “Le avrei asciugate io quelle lacrime. Alla sua età si deve gioire” accennai con un sorriso. “L’avrebbe fatto sul serio?” si sorprese. “Certamente. Potrei essere il suo angelo custode.” “E’ sposato?” “Stavo correndo questo rischio. E’ finito tutto.” “La sua ragazza l’ha lasciata?” “ Si.” “Non la meritava.” “Può dirmi perché piangeva?” “Ho litigato con il mio ragazzo.” “Merita le sue lacrime?” “Non lo so.” “Gli vuole bene?” “Si.” “Allora un rimedio c’è sempre.” “Non credo.” “Perché?” “L’ho sorpreso con una nuova ragazza.” “E’ bella come lei?” “No.” “Non deve arrendersi.” “Non c’è speranza.” “Non sii pessimista. Intanto torni a casa, domani sarà un altro giorno.” “Non torno a casa.” “Dove intende andare?” “Da qualche parte.” “Non è una risposta.” “Dove vanno le persone deluse.” “Non conosco quel posto. Io pure sono deluso, ma torno a casa. Non mi aspetta nessuno. Sarà dura trascorrere la notte, ma sopravvivrò.” “Un angolo nascosto qualunque, dove ci si buca in pace. La notte sarà splendida, ci saranno altri amici.” “Perché lo fa?” “Per lui, per il mio ragazzo. Gliel’ho detto!” “E se telefonassimo a casa annunciando che sta rientrando per non farli preoccupare?” “Telefonare a casa! Di me non si fila nessuno. Mio padre è andato via di casa dieci anni fa, mia madre ha le sue amicizie. Io avevo un ragazzo, ora non ce l’ho più.” “Chi le procura la roba?” “Il mio ragazzo.” “Io non l’avrei fatto.” “Perché?” “Per amore… per non vederla piangere.” “Non si è mai bucato in vita sua?” “No.” Al capolinea scendemmo e sedemmo sulle scale di una chiesa. La porta piccola era aperta e nell’interno c’era una pace straordinaria. “Che facciamo?” chiese lei. “Io una prospettiva ce l’ho.” “Quale?” “Pregare, ringraziare Dio per la vita che ci ha dato e uscire da qui con l’impegno di rispettarla.” “Non mi lasci sola, la prego!” implorò. “Perché dovrei? Io e lei abbiamo un dannato bisogno di essere solidali, però dobbiamo smettere di piangere e guardare avanti con speranza.”
Mi è piaciuta per il messaggio positivo e di speranza che può sempre servire. Delusioni amorose ne abbiamo avute tutti, se accanto c’é una mano che ci sorregge forse si evita di brancolare nel buio col rischio di farsi male.
Ciao. Sandra.
L’autore ha saputo descrivere con efficacia quello che è un problema molto frequente oggi; mi è piaciuto lo stile coinvolgente e diretto.
La storia coinvolge molto, mi è sembrato di seguire il personaggio salendo con lui sull’ascensore e poi sull’autobus, ascoltando la sua conversazione con la ragazza come uno dei passeggeri.
E’ la storia della condivisione di un dolore. Bello.
Una storia umana, come di quelle che capitano tutti i giorni. La si sente vera, per questo coinvolgente. E induce anche a riflettere. Mi è piaciuta.
Mi è molto piaciuto questo racconto e per vari motivi. Per il modo di narrare semplice, lineare e molto descrittivo: leggendo si ha la sensazione di essere stati presenti alla vicenda.
Per la speranza e la gioia di andare avanti nonostante le avversità che ci sono nella vita per ognuno e per la complicità e la apertura al mondo che è presente nell’altro che ci avvicina.
Invidio quest’uomo che si rivolge speranzoso a dio… e sa ancora pregare!
Stupendo racconto e per qualche minuto ho rivissuto la mia separazione… solo che non ho avuto la forza di pregare più… mentre l’uomo e la ragazza ..siiiii
Un bellissimo racconto pieno di sentimenti, di educazione, di nobiltà d’animo. Descritto in modo semplice, chiaro, disinvolto, facente partecipe chi lo legge. Le emozioni e i turbamenti che si provano alla fine di un’amore vero sono narrati con dignità e compostezza ma, forse, con la consapevolezza di un amore impossibile…. Anche io ho avuto le mie ferite …… Bravissimo, complimenti.
Bellissimo racconto!…Nella prima parte la triste situazione e gli stati d’animo del protagonista son descritte con meravigliosa intensità!
Mentre leggevo il mio cuore sembrava provare tutta la tristezza e la desolazione del protagonista. Mi sono commossa… Bello anche il messaggio “sociale” dato dall’incontro con la ragazza.
Personalmente avrei preferito solo che il racconto non terminasse con una frase di uno dei protagonisti,ma magari con un paio di righe descrittive/malinconiche..
Il racconto mi è piaciuto moltissimo per vari motivi. Per il modo scorrevole e immediato dello stile della narrazione: mi è sembrato essere presente agli eventi narrati. Per la speranza e la nota positiva che c’è nel racconto della vicenda e, infine, per il modo di essere solidali e comunicativi con l’altro che viene incontrato sebbene nella casualità.
Piacevole lettura, messaggio attuale, complimenti
La poesia è molto umana…
La vita continua. Lasciarsi dietro il passato ed aprire le porte ad un nuovo giorno pieno di speranza, amore e fiducia… Renata
Bellissimo racconto, mi è piaciuto molto perchè affronta uno dei temi più attuali del nostro tempo, la solitudine che si prova dopo il fallimento di un amore. Il finale è bellissimo perchè il racconto si illumina di ottimismo nel domani e ci fa capire che al di sopra di noi abbiamo sempre un angelo custode che ci vuole bene. Complimenti da Giuseppina
Un racconto molto interessante, la realtà ci porta a volte a mescolare i nostri dolori con quelli degli altri e si soffre un pò meno
Un racconto entusiasmante, mi è piaciuto molto, auguri all’autore.
Il contenuto è attuale ottimo messaggio di valore.
L’autore ha descritto con molta attenzione ogni particolare, leggendo questo racconto, mi sono talmente immedesimata perchè assomiglia molto al mio modo di scrivere.
Due generazioni che si ritrovano, cosa molto strana ai giorni d’oggi dove prevale solo l’egoismo, la fretta, la superficialità.
Quando si parla di sentimenti, si scopre che siamo tutti uguali, non ci sono più differenze generazionali.
L’ascensore scende lentamente, il rimmel scivola, ma alla fine si sale e si ricomincia, perchè la felicità non è un dono , ma è un compito che dobbiamo affrontare sempre, e quando tutto sembra che giunga alla “fine” e non trovi più la forza di andare avanti, pensa alla parola “inizio”, sorridi ed apriti al mondo.
Racconto scorrevole e intenso, dialoghi veloci e avvincenti.
La seconda volta che l’ho letto l’ho apprezzato ancora di più.
Un coinvolgente racconto che sembra cronaca di tante quotidianità che attraverso la preghiera indica la strada per non lasciarsi andare suggerendo un modo per rialzarsi.
questo racconto è molto bello per il messaggio positivo che vuole trasmettere, cioè che anche se la vita ci presenta delle delusioni e spesso si crede che non ci sia un modo per superarle un modo per andare avanti, una possibilità, un occasione in più dalla vita è sempre presentata…
Il racconto mi ha coninvolto emotivamente e, mentre lo leggevo, immaginavo il volto teso, triste e pronto a piangere, senza alcun ritegno, augurandomi che lo sfogo potesse attenuare la disperazione di quel momento. L’incontro casuale con la ragazza, con gli stessi problemi, ha fatto si che il proprio si è accantonato, pronto a dare un supporto all’altra persona, facendola parlare.
La speranza di una nuova esperienza, dopo quella negativa, da un forza interiore che, a volte, attenua il dolore. Bravo Antonio. Ti auguro che presto ti si possa leggerre in altri siti ex alto.
una lettura che ti lascia dentro qualcosa
complimenti stupendo racconto pieno di sofferenza amore gioia x la vita dolore speranza…. ho rivissuto i miei momenti e mi ha fatto capire tante cose soprattuto che il passato ha di bello che passa… mentre il futuro deve ancora venire…. ancora complimenti
Una storia bella, assai triste ma molto vicina a ciascun essere umano… Chi di noi non ha mai pianto per amore?
La triste situazione della ragazza rende questo racconto ancora più di insegnamento e riflessione. Mi è piaciuto molto
Mi è piaciuto, diritto all’obiettivo, senza spiegazioni e situazioni che si trascinano.
avrei preferito una differenza di età molto più marcata fra i due protagonisti, quasi a sostituire la figura paterna e non il fidanzato, così sarebbe stato molto più facile accettarne i consigli e cambiare vita.
un bellissimo racconto per la sua scorrevolezza di linguaggi e per i sentimenti, l’emozioni che si leggono tra le righe. bravissimo.
bellissima storia, molto triste ma vera, perché è vero che si ritorna sempre, almeno con la memoria, alle cose più belle della vita e l’amore è… una di queste… l’amore che riempie il cuore di meravigliose sensazioni ed emozioni che non vorremmo mai finissero…
Il racconto mi ha coinvolto vivendo attimi che pensavo di avere perduto. La vita è sempre la stessa, ma ci sono spiragli di luce che la illuminano di più.
Il racconto mi ha riportato alla mente la mia prima delusione amorosa, che come il protagonista mi aveva precipitata in una voragine di disperazione e sfiducia… Solo che lui la sua disperazione l’ha usata per consolare un’altra vittima dei sentimenti che stava ancor peggio di lui, dato che ora dal baratro del dispiacere i giovani si risollevano solo usando metodi devastanti…. Complimenti all’autore che in tal modo contribuisce a metterli in guardia e auguriamoci che anche uno solo di loro ne sappia raccogliere il messaggio….
L’Amore… l’amore!
L’eterno dilemma, ci si accanisce, si vuole trovare una soluzione ad un effetto del cuore, quasi ad una malattia. Fortunatamente si guarisce, a volte anche subito, questa è una grande speranza…
Anche trovando una ragazza, la nostra figlia del secolo, si può rimediare ad un dolore appena lasciato: ci si può rinnammorare????????????
L’autore ce lo dovrebbe saper dire nel nuovo racconto.
Affettuosamente Anna
Racconto toccante. Le delusioni temprano lo spirito per risorgere
Uno stile lineare, pulito ed efficace.
Un racconto emozionante, e coinvolgente, si vive in diretta la disperazione di lui, si vedono le sue lacrime, eppure pieno di speranza.
Un racconto di sapore francescano: “…dove c’è disperazione ,io porti la speranza…che io non cerchi tanto di essere consolato, quanto di consolare…”
Complimenti ad Antonio.Scrivi ancora
il racconto rispecchia ,la mia vita,sono stata abbandonata ,quasi come te, ma non sono stata in grado ne di pregare,ne in grado di risolvere la cosa in maniera semplice,anzi ,mi fa piacere che un uomo abbia provato dei sentimenti così forti da farmi emozionare,e riflettere sulle mie reazioni,i miei più sinceri complimenti,sei bravo a scrivere,con il tuo racconto diciamo che ho capito più cose un saluto Maria
Racconto intenso e molto toccante. Ho già letto un libro dell’autore e anche questa volta non posso che fargli i complimenti.
E’ bellissima e molto toccante, fa ripensare alla giovinezza. Grazie ciao Elena
bello, toccante, intenso nella sua semplicità.
non tradisce le aspettative
un racconto veramente interessante, un racconto che va oltre…
Racconto agile e coinvolgente. Complimenti all’autore che nonostante l’epoca cinica e frenetica in cui viviamo, lancia un messaggio pieno di speranza e solidarietà.
questo racconto mi ha toccato profondamente forse perche anche io ho vissuto una storia simile e leggendo questo brano ho capito che non bisogna fermarsi , non bisogna piangere come ho fatto anche io per tanto tempo perche’ la vita e’ una sola ed e’ piena di persone belle che ti circondano e non le vedi.
Complimenti Antonio e grazie che mi hai invitato a leggerti
E’ un racconto molto delicato ed immensamente vero. Rende perfettamente, con stile ciò che si prova quando un amore finisce. Ma è bello sopratutto perchè mostra solidarietà, oggi è diventata una perla rarissima e comunque, oltre il dolore un forte ottimismo, fiducia nel futuro proprio nel momento in cui vedi tutto nero.
Bravo e buona fortuna come autore.
Marta
Nel dolore siamo tutti uguali, l’uomo esperto e maturo non soffre meno della più esposta adolescente.
La solidarietà può avvicinare generazioni, costruendo ponti di comunicazione altrimenti improbabili.
Bravo Antonio.
Complimenti e auguri.
mentre leggevo…….
le lacrime bagnano il mio viso..
il destino…….. questo maledetto destino……
forse era destino anche questo…
che stassera qualcuno mi offre questo racconto…
grazie antonio
sei bello dentro
ancora un buon augurio per un sereno 2008
Non so perché fin dall’inizio si pensa ad un uomo sulla sessantina, e si rimane sorpresi che poi dica alla ragazza di averne una trentina. Per il dialogo, che comunque conferisce vivacità, si pensa più a una sceneggiatura che a un racconto. Avrei poi tre obiezioni: 1) lui: “Non essere pessimista”, invece che “Non sii pessimista”, o semmai “Non sia pessimista, visto che le dà del lei. Ma un ragazzo di trent’anni le darebbe del tu.
2) lei: “A me non mi fila nessuno” invece che “Di me non si fila nessuno”, che uno stravolgimento di “Di me non si fida nessuno”.
3) “E se telefonassimo a casa e dicessimo che sta tornando…” invece di quell'”annunciando”, che non può essere linguaggio parlato.
E’ bella l’immediatezza del racconto, ma perché ciò diventi letteratura bisogna lavorarci sopra: ad esempio quel “silenzio straordinario” è troppo “ordinario” come espressione.
Mi scusi, Antonio, per queste obiezioni, ma sono sincera.
Aurora
Racconto che rivela una particolare sensibilità perchè abbastanza introspettivo, pur nell’immediatezza delle descrizioni. Il messaggio positivo conclusivo ha una funzione catartica ed induce a credere che la speranza di una vita migliore deve essere sempre presente in noi, anche quando tutto è buio e triste. La prosa, piana e scorrevole, fa vivere e rivivere la situazione in modo realistico e quasi concreto.
credo che questa sia una storia bella ma un po’ come quelle che succedono tutti i giorni a qualkuno che forse ha le delusioni d’amore come l’autore. cmq complimenti anche se mi sarebbe piaciuto che tra i protagonisti nascesse una storia d’amore!!!!!!!!!!!!!
Mi piace il messaggio finale: niente, a questo mondo, vale più della vita; ciò che ad essa afferisce ci viene donato e per questo dobbiamo e possiamo solo ringraziare.
Ogni parola, sembra farci sentire il dolore di quell’amore finito, senza spiegazioni, della delusione… c’è una malinconia che arriva al cuore… ma poi l’uomo sembra accorgersi di qualcun altro che non sia lui….. vede un altro dolore simile al suo, e all’improvviso la voglia di far qualcosa per lei ma anche per se stesso…… perchè domani, davvero è sempre un altro giorno.
Bello….. triste come molto spesso la vita, ma con un finale di speranza che lascia con una piacevole sensazione….
bellissimo racconto di vita reale! Ma mettiamoci in testa che nessuno puo permettersi di fare piangere chiunque!
Quando avremo capito questo credo che ci sarà piu rispetto per l’altro (anche se so benissimo che raramente succede)
E’ una storia sull’amore che dovrebbero leggere tutti e capire il valore di esso. Si è coinvolti a livello emotivo, umano. Apprezzabile sotto molti punti di vista. Auguri Antonio continua così. Con simpatia Maria
Bellissimo questo incontro che sorprende da subito. Mi piace pensare che l’indifferenza possa essere sconfitta Questi due personaggi sono uniti dal dolore e si accorgono che anche l’altro sta piangendo. Purtroppo se ti metti a piangere in pulman di solito non importa nulla a nessuno.
Caro Antonio, il suo è un racconto che con poche decine di righe, riassume una storia da molti vissuta. Sottoscritto incluso. La forza e chiarezza narrativa sono notevoli degne di un romanziere, ma non mi è piaciuto quel: “è sposato?” – “stavo correndo questo RISCHIO”. Si può essere contrari al matrimonio che infine non rappresenta un legame indissolubile, ma non credo sia possibile pronunciare una tale frase nel pieno di un tale ‘dramma’ (così appare dalle sue parole). Ciò denota freddezza, pur nella sofferenza riesce a dire: “stavo correndo quel rischio”. Mi faccia ben capire: “se per lei quella donna era l’amore della vita, come gli sono potute uscire quelle parole'”. Pochi minuti trascorsi dalla fine del ‘tutto’, di un mondo che sognava ed in cui credeva.. cinismo o cosa?. Un racconto di vita che penetra l’animo e va dritto al ‘cuore’. Ma quella frase testimonia un’inconcepibile freddezza e distacco prematuro, davanti alla drammaticità dell’accaduto. Lei adulto trova la forza per sostenere la ragazzina, le indica la ‘via’ come un’angelo appunto, eppure non sa riconoscere o non vuol accettare la realtà. I gradini di una chiesa non sono un’altare su cui immolare le proprie ragioni, pregare non servirà a niente. Non è invocando un Dio che si possono mutare le verità che la vita insegna, volenti o no. Bello, ben scritto, ma con una buona dose di filmicità ingiustificabile.
Paolo.
Ciao Antonio…. è veramente inspiegabile quanto ci si senta grigi dentro quando chi amiamo non cè più…. In questi ultimi 3 mesi, dopo essermi separata dall uomo che ho amato per 14 anni e con il quale ho avuto una meravigliosa figlia, anch io ho paragonato spesso il mio cuore al cielo grigio di novembre e le mie lacrime a quella pioggia incessante tipica dei mesi autunnali……… In questi momenti ci si sente soli al mondo, con l anima dilaniata dal dolore, ci manca il respiro, ci sembra di impazzire, la notte sembra non finire mai e le giornate non hanno più senso… Io ho anche creduto di non volere più vivere ma poi ho capito che non è giusto, che ci sono persone che impazzirebbero davvero di dolore e soprattutto che dopo la tempesta, prima o poi , torna sempre il sereno… Fa parte del ciclo della vita… Ti parlo da donna distutta che d ora in poi farà fatica a credere ancora all amore perchè è inevitabile quanto l amore adesso per me sia solo una fregatura!!! Ma lo farò per lei, per la mia bambina, per tutte le persone che mi amano davvero e ti giuro che aspetterò la nuova stagione della mia vita… aspetterò l estate del mio cuore e forse un giorno, un SOLE caldo brillerà ancora nel mio cielo.. BUONA FORTUNA.. CERCA IL SOLE ANTONIO; vedrai che non può essere sempre autunno.. MANUELA73
Un racconto toccante e vibrante di amore, passione, compassione e tenerezza di due persone unite dalla fede e dalla speranza nella vita. L’incontro di due anime non avviene mai per caso!
E’ molto carino, mi ha fatto commuovere, è vero che si deve sperare anche quando tutto sembra finito c’è sempre uno spiraglio di luce.
Ciao Antonio,
prima di tutto complimenti per il tuo cv,
ho letto adesso il tuo racconto,e devo confessarti che ho provato un certo disagio, nell’apprendere la sofferenza del protagonista per l’abbandono della donna amata.
Con quanta semplicità e senza vergogna racconta il suo dolore ad una sconosciuta.
Ho visto pochissimi uomini nella mia vita piangere per amore.
Anzi adesso che ci penso forse nessuno che io conosca.
Ho sempre, creduto forse un pò ingenuamente, che il dolore dell’abbandono fosse prerogativa delle sole donne , il tuo racconto mi conferma l’opposto.
Una storia dolorosa come tante altre , ma questa volta sofferta al maschile.
Raccontata, con la dolcezza e la grazia ,che di solito contraddistingue le donne nel dolore.
ps.
Antonio Lanza,
ieri un nome a me sconosciuto ,
oggi un nuovo amico da aggiungere alla lista
delle persone speciali!
Ciao Romy
I rimpianti sono sempre fatti di lacrime, sputano la rabbia, é quello che sempre l’uomo percorre e ricorre spietato, a volte senza conoscersi abbandona le stesse pretese, scivola cosí nel buio a risicare tutto.
Strano come il destino disegna le cose. La notte poi, sembra il posto ideale dove sprofondare quando si prova a nascondersi dal giorno che non si vuole arrivi mai. Le certezze, anche quelle su cui contiamo, sono sempre pronte a tramontare e, quando succede, trovare qualcuno con cui piangere è una benedizione. La notte passa tra lacrime e dolori, così come la vita che a volte sembra perseguitarci con le sue amarezze. Ma in fondo resta Dio e la speranza di un nuovo inizio.
Ciao
Laura