Come è possibile che dopo tanti anni ancora non riesco a dare una spiegazione a questo marchio?
Come posso descrivere questo stato d’animo che pervade la mia anima, tanti anni sono passati ma questa ferita non è una di quelle che può essere rimarginata col tempo, ci ho provato giuro ci ho provato, ma non si può cancellare questo triste capitolo dalla storia, come non si può cancellare quello che è stato fatto al mio popolo solo perchè non eravamo perfetti…
Ma poi cosa è la perfezione? è l’ideale che ha spinto il loro popolo a sterminare il mio, già un ideale che non si può chiamare nemmeno tale.
E tu mio amato nipote come puoi capire quello che ho provato? come posso farti capire quello che ho passato se nemmeno io dopo tanti anni non ho capito cosa sia successo, che dirti forse se ti dicessi che la mia differenza in questa storia è stata non aver fatto niente e sono rimasto impassibile a non far niente, il mio unico scopo era sopravvivere…
Come posso spiegare a un ragazzo di undici anni che ha tutto che suo nonno ha combattutto per un tozzo di pane impastato con la segatura? Come posso spiegarti di quando ho venduto le scarpe del mio vicino di letto che le aveva lasciate incustodite? Come spiegare che con quelle scarpe ho ricevuto un tozzo di pane extra?
Proprio tu mio caro nipote che il pane lo hai tutti i giorni sulla tua tavola imbandita?
Come posso spiegarti che ho visto i miei amici gettarsi ancora vivi nelle cataste degli uomini morti solo per venire cremati e scappare dalle torture dei miei aguzzini?
Ancora non capisco cosa è successo, ancora non capisco se è stato un incubo, una cosa talmente impossibile da giustificare che non ci sono parole per spiegarla.
Come posso spiegarti la sensazione che si prova a vedere la cenere uscire da quel camino? Proprio da quel camino dove sono usciti molti dei nostri parenti, avevo un figlio sai… me lo hanno strappato di mano e dicendomi – lo reincontrerai presto – mi hanno portato al campo…
Solo che non mi hanno detto che l’unico modo per il quale io avrei potuto reincontrarlo era passare per quel camino…
Ho pregato Dio perchè mi togliesse da questo dolore, da queste torture, ma forse Dio nel suo progetto aveva qualcosa diverso per me che la morte.
Come posso spiegare a un ragazzo che corre libero per i campi, che ride felice vedendo i propri amici, che è sicuro che nulla potrà fargli male, come potrò dirgli la verità di questi numeri.
Non ho il coraggio di dirti quello che ho visto, non ho il coraggio di dirti che la notte ancora non dormo sereno che sento ancora il richiamo per l’appello, si. Quell’appello che mi faceva stare ore in piedi al gelo invernale, come posso spiegarti la tortura di avere due scarpe diverse con due numeri diversi per camminare?
Come posso solo dirti quello che anche la nonna ha visto fare alle sue compagne, non potrò mai dirti cosa succedeva se scoprivano che eri incinta, con quale coraggio un essere umano faceva certe cose…
Non eravamo nemmeno uomini ervamo solo ossa con occhi vuoti che vagavano senza meta nè speranza, ossa che si litigavano il fondo della pentola di zuppa per avere la parte più sostanziosa, ossa con una perenne fame tutti uguali, senza capelli, senza più tratti che ci distiunguevano, solo ossa.
E tu mio piccolo se solo sapessi anche solo un pò di quello che è successo guarderesti con occhi diversi tutto quello che ci circonda. Forse sapresti affrontare la vita con la grinta che a me è stata tolta, lotteresti per stare al mondo e non lottare per sopravvivere.
Terribile, vera, e… insisto, l’essere umano dovrebbe aver imparato qualcosa dal passato, ma mi sembra piuttosto tosto a recepire o ad osservare, é per questo che dobbiamo insistere e tenere sempre presenti queste storie.
Ciao. Sandra
olocausto… per non dimenticare le barbarie che solo l’essere umano riesce a perpetrare
sono riuscita a esprimere queste parole grazie agli studi e ai libri con i racconti dei sopravvissuti purtroppo spesso questa è una situazione che si tende a dimenticare oppure nn gli si dedica una particolare attenzione per questo ho pensato di scrivere queste righe.