L’artista si perde nei dettagli,
vuole che tutto sia perfetto
prima di concedersi
e donare agli altri la sua anima.
L’artista è scaramantico,
compie riti da ricovero
in attesa di violare il palcoscenico.
Si dispera,
distratto dal significato universale…
non gli basta,
ricama i suoi puntini,
in cambio di tiepidi sorrisi.
Conosce la sua verità e ne va fiero,
anche se è scomodo a sé stesso,
per definizione.
L’artista sta sul filo,
i suoi paletti sono stretti,
non hanno vie di fuga.
Non teme gli altri,
ma si strugge nella consapevolezza
della sua benedizione incompresa.
L’artista ha occhi grandi come il cielo,
indossa abiti da fare invidia all’alta moda,
perché sono la sua pelle.
Vive l’attimo scusandosi,
in silenzio sa che il suo rumore
non verrà mai cancellato
dal rumore della specie cui appartiene.
E a lei si rivolge,
leggero, mai invadente,
provando ad insinuare il dubbio
che è bello, per un giorno,
toccare le sostanze
ricoperte dal suo guscio fragile.
Piu’ che rappresentare l’Artista sei verosimilmente consono ad una Marionetta, che mima uno scenario esornativo, attraverso la dinamica della manipolazione ricercata.
Arte/Spettacolo raccontata con lo schiocco degli arti; personaggio che per fingere di esistere e protrarre pericolose menzogne tenta di mettere in piedi una storia di sentimenti aleatoria.
Nelle intercapedini dell’attimo, come dici tu, nascono ogni volta nuovi tumulti improbabili, vizi scanalati indicibili.
Il tuo “guscio fragile” , in sostanza sul video, non mette in subbuglio la mia incertezza. Secondo la logica combinatoria che il Creatore e la sua Creatura reciprocamente si disperdono, resta da concludere, ora, che il ritratto nessuno è in grado di dirigerlo.
Questa la mia modesta opinione.
Ciao. Greta
Penso che per scrivere dell’artista bisognerebbe stare un gradino sopra gli artisti, per commentare la guerra la devi prima combattere. Se vi parlassi dell’assoluto: voi mi stareste a sentire?
Ma questa poesia è eccezionale, anzi questo pensiero, brava. Da dove l’hai preso, si, so che è tuo.