E’ un grazioso cofanetto
di legno pregiato ed antico,
essenza forte e sincera
che trasuda antiche storie
da graffi e scalfiture.
Fumose bische
o balli inebrianti,
nati da cigolii
o da chiome ondeggianti.
Sotto il coperchio
tra bambagia e fili di lana,
riposano, lievi, alcuni paeselli
incastonati tra i monti
come gioielli,
oppure tra le arcate senza porte
di un mare strano
che non porta da nessuna parte.
Le onde sfidano le rive
e risalgono la terra
e là si congelano
in colline variopinte
dove nastri d’acqua sinuosi,
sonnolenti o impetuosi,
fasciano le città,
rasentano le tavernette.
Un cofanetto portagioie
basta aprirlo per vederle,
respirare per sentire
le sue rose e le foglie secche.
Visioni di luoghi che si fermano negli occhi e nell’immaginario e costituiscono il ricordo di luoghi che ci hanno affascinato e ricordiamo poi per sempre.
a.
Una poesia molto carina, come il grazioso cofanetto antico. Versi che ne esaltano il valore ce ne sono tanti, ma mi piace soffermarmi su questi che sono i più belli.
Le onde sfidano le rive/ per sentire l’odore delle rose/.
Di una bellezza unica.
Un saluto da Stefano