Non lasciarti incantare
dal pieno e turgido seno
né dalle morbide curve dei fianchi
Non lasciarti bruciare
dal fuoco che arde
né dal nettare che aspergo
Non amarmi
queste coppe secernon veleno
e l’inquietudine trasformerò in terrore
quando le cosce stringerò
ai tuoi fianchi
Non amarmi
corri lontano dall’ingannevole canto
fa’ sì
che le parole cadan nel vuoto
dimentica le turbative del corpo
e impara
Non amarmi
non voltarti e fuggi
prima che sia troppo tardi
prima che come mantide
trafigga e fagociti quel che resta di te
Non amarmi
se ancora lo puoi
non son femmina che tu possa amare
né ardore che tu possa placare
o follia che tu possa sedare
Non amarmi
niente ormai più mi appartiene
delirio che imbriglia e incatena
padrone si è fatto di me.
Irene_enerI
se anche il tuo sodo seno
fosse fulgido come il sole
non potrebbe mai offuscare la mia vista
ne mai inebriare i miei sensi
se il fuoco che incendia la mia anima
potesse consumarmi
allora
ben presto morirebbero le stelle
se il veleno potesse uccidermi
o il terrore farmi tremare
allora i miei fianchi
diverranno una sol cosa con i tuoi
non posso udir canto di sirena
che riesca ad incantarmi
non odo parole
ma imparo salo dai miei sensi
se come mantide
vorrai riempire le tue membra
dei miei pensieri
saggerai la gioia d’esser viva
non esiste amor
che non si possa vivere
non esiste ardore
che non si possa godere
e sebbene nulla ci appartenga
il delirio di noi
aspetta solo di essere libero
libero di nutrirsi di se stesso
Poesia sensuale, fortemente espressiva, di gran pregio, emoziona e turba profondamente. Calda nel tono, irruente, tradisce l’eccitazione dei sensi;
forse rabbia per un rapporto amoroso deludente…?
Bravissima, è un lavoro stupendo che si legge con vero gusto. Ciao.
Ciao, non son d’accordo con il mio collega Ignazio. In primis “secernon” suona malissimo e vi sono tantissime altre parole da poter adottare;in secondis una vera mantide attira la sua vittima e non impartisce lezioni per fuggire via da lei. cordialità…
In realtà quello che io vedo
è la ricerca di emozioni di una donna
che, probabilmente stanca di una vita monotona o, comunque, poco appagante, si lascia andare ad un emozione vecchia, ma allo stesso tempo nuova per lei. E nella paura di sbagliare o di ferire si nega il pieno godimento di queste emozioni flagellandosi con i sensi di colpa. Non è capace di rinnegare se stessa ed allora invoca l’intervento esterno. Si definisce una mantide, ma io la vedo più come una “farfalla” che ogni ogni giorno nasce ed ogni giorno muore, incapace di rendersi conto della propria bellezza ed impossibilitatà a capire la sua vera stessa natura. Io mi auguro che la chiarezza la raggiunga presto e che possa, trasformare i suoi dubbi in assolute certezze.
Bellissima, non posso aggiunger altro. Di un’intesità assai rara da parte di una donna. Non m’importano le licenze letterarie, quello che hai saputo trasmettere è istinto puro. M’inchino…