Le scale che portano da lei

Sanno di gelsomino

In ogni gradino

C’è scritta una storia

Spalle curve

ogni giorno più stanche

voci del cuore

che ti sussurrano di non salire

quando senti un fruscio

Le braccia molli

di chi ha passato

troppo tempo

con le mani giunte

I volti senza nomi

di chi si sente fratello

e quel dolore opaco

che come un’ombra

ti segue

Incontri di gente comune

e grida strazianti

di chi non tornerà

Quello è il palazzo

della morte che aspetta

e quelle scale

io non voglio più farle

 

A Francesca, una delle tante donne che ha smesso di lottare contro il cancro.
Madre e moglie esemplare… in silenzio, così com’è vissuta nei suoi anni ancora acerbi, sta andando via. Questi versi sono per te e per tutti coloro che non ti dimenticheranno mai!

4 pensiero su “Le scale”
  1. Ci sono scale che sono troppo in salita, che dopo lotte continue portano ad una tregua e poi alla resa.
    Ci sono scale che vanno oltre la vita che hanno fiori che profumano di lacrime.
    Ci sono scale che da lassù sanno di pace e di un sorriso per chi in terra non accetta la perdita.
    Un saluto.
    sandra

  2. Ci sono salite che non vorremmo mai fare…
    Ci sono situazioni che non pensiamo di essere in grado di sopportare…
    Eppure saliamo quelle scale e sopportiamo.
    Poi la vita cambia.
    Per tutti e in tutto.

    a.

  3. Il destino umano passa anche su quelle scale, è dura ma si deve salire quando ci tocca.
    Bella poesia dolcemente amara e realista, ciao
    EMA

  4. Sono scale invisibili quelle della vita, che cambiano aspetto mentre procediamo verso l’alto, poi un lampo di lucidità o un intervento altrui ci risvegliano e comprendiamo che la vita è sinonimo di morte. Ma il dolore consapevole, prematuro, inevitabile ci aggredisce bloccandoci su un gradino, speranzosi che l’evitarne il pensiero possa rimandare il nostro destino e allora guardiamo oltre, guardiamo indietro, ma la scala è mobile e prosegue il suo cammino anche se vorremmo eluderne la meta.
    C’è rabbia, sofferenza e passione per la vita nelle tue parole, oltre alla rassegnazione che, in vero, è scritta nei nostri geni nel momento in cui nasciamo. Allora non ci resta che vivere una buona vita per affrontare una buona morte.

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