«Madre!»
Il reverendo Jim Jones esplose con quel grido davanti a tutta l’assemblea. Il sermone era oramai caduto nella parte più pigra, l’assemblea era oramai sonnolenta. Ma davanti a quel prete alto e magro, gli occhi piccoli dietro gli occhialini tondi da vista, il colletto bianco sopra il lungo vestito scuro, urlante, tutti si destarono e rimasero dritti sopra le panche.
«Madre! La prostituta di Babilonia è venuta tra noi!» esplose nuovamente il reverendo, artigliando con le scheletriche mani il pulpito, quasi a volerlo sradicare dal pavimento in marmo.
«Giace nelle strade e allarga le gambe nella polvere del selciato! Abominazione!»
Con un semplice gesto Jim Jones scagliò il libro dei salmi per terra, alla sua destra. Superò dunque il pulpito, lo sguardo infuocato. Raggiunse l’altare sotto gli occhi allibiti dell’assemblea, e qui si prostrò, salmodiante.
«Guardatevi dalla prostituta di Babilonia!»
L’urlo stridulo raggiunse anche le ultime panche, un paio di fedeli si sollevarono dai loro posti, guardando sbigottiti ciò che il reverendo stava facendo.
«La prostituta di Babilonia è giunta fra noi!» continuò Jim Jones, strappandosi con forza la lunga e nera veste, rivelando il suo scheletrico corpo. Potevano contarsi le costole, tanto era magro.
«Le sue labbra stillano miele, ma il suo cuore è legno tarlato!»
Dalle prime file alcuni cercarono di raggiungerlo, ma non fecero in tempo, poiché il reverendo si sollevò e subito si gettò verso la porta della chiesa. La superò, spalancandola nell’afosa giornata estiva. Oltre di essa, i campi di grano rinsecchiti si aprivano per chilometri e chilometri nella gialla campagna, interrotti ogni tanto da alberi scheletrici e teschi di capre.
Jim Jones corse lungo il sentiero in terra grigia, inciampando e urlando frasi sconnesse, cadendo e bestemmiando contro la grande prostituta di Babilonia. La veste, ciò che di essa rimaneva, si era impolverata fino a divenire grigia di terra, ma il reverendo ancora non si fermò.
Inciampando per un’ultima volta, rimase in ginocchio a terra, schiumando dalla fatica e dalla rabbia che l’aveva colpito. Sollevato lo sguardo verso il cielo limpido e torrido, farfugliò poche parole.
«Ed io… ho giaciuto con la prostituta…»
Si risollevò da terra, pulendosi le mani sporche di sangue contro la tonaca nera, lo sguardo infuocato ancora verso il cielo.
«…e ne ho provato piacere…»
Si incamminò nuovamente.
E di lui, si persero per sempre le tracce.
“Parce nobis, Domine”….
L’avvenimento raccontato, che potrebbe essere la sequenza di un film western, tocca le corde della miseria dell’uomo, della disperazione e forse di un futuro pentimento o di svolta radicale nelle scelte di vita. Il tutto è inquadrato in una natura presente, ma silenziosa testimone delle vicende umane.