Nel gruppo di Facebook di cui faccio parte e che raccoglie amanti della scrittura e della lettura, la domanda a cui molti cercano di rispondere in questi giorni, verte su quali sarebbero i dieci libri da salvare nell’ipotesi che vadano in porto le incombenti profezie catastrofiche di fine anno.
Quali libri letti e significativi porteremmo con noi nell’ipotetico grande cambiamento che ci attende per testimoniare chi siamo e da dove veniamo?
10 libri per sintetizzare una cultura.
10 libri per rappresentarci.
Qualcuno pensa alla Bibbia, qualcuno ancora a Freud, passando per atlanti geografici e libri di storia.
Difficilissima la scelta.
Io penso che ogni lettore abbia i suoi 10, almeno dieci, libri da portare con sé in quel mondo nuovo che forse ci aspetta o in quell’isola lussureggiante e deserta dove vorremmo ritirarci quando questa realtà noiosa e sfacciata ci avviluppa coi suoi tentacoli dolorosi e insolenti.
Ho riflettuto a lungo su quali siano le letture fatte nel corso della mia vita che mi hanno regalato qualcosa.
Sono arrivata alla conclusione che tutto e sempre si ricollega a momenti che sono significativi per noi, perché ci ricordano altro.
Devo fare un rapidissimo salto indietro e ripensare a cosa mi ha piacevolmente accompagnato nella vita, perché i libri questo sono, compagni silenziosi che si aprono su mondi di infinita scoperta.
E’ così che innanzitutto non rinuncerei a un libro di favole.
Tra tutte “Il gatto con gli stivali” in una vecchissima edizione dell’editrice Bosco con un bel gattone con tanto di stivaloni e cappello a tesa larga, quasi uno spadaccino alla Dumas, abilmente travestito da Marchese di Carabas.
Deve essermi nata allora, sfogliando quel libro intorno ai miei quattro anni, quando ho cominciato a leggere da sola, la passione per i gatti, felini astuti e sornioni che hanno sempre accompagnato la mia vita non appena ho avuto la possibilità di affrancarmi dall’egemonia di mia madre che amava e ama pavimenti lucidi e case immacolate.
In secondo luogo non rinuncerei per nulla a un album di fumetti, uno di quelli che più di cinquanta anni fa regalavano nella farmacia vicino a casa mia. Un connubio insolito. Eppure è così che ho scoperto “I tre Moschettieri” … Le figure aiutavano, i fumetti anche… Un bel modo per scoprire i classici da parte di una bambina.
Nella casa di mia nonna ricordo che c’era un armadione con tre cassetti che nessuno apriva mai.
Un’estate ho scoperto che custodiva i libri di mia madre e delle zie, sfogliati, usati e letti e riletti, ma con tutte le pagine.
Ricordo l’attenzione con cui mi sono immersa in “Il libro della giungla” e penso che tutti i bambini dovrebbero leggerlo per scoprire il mondo meraviglioso della natura incontaminata e il rispetto nei suoi confronti. Da adulta e madre a mia volta, quando i miei figli erano piccolini, era una delle favole che amavano e non a caso, ne sono convinta, la cagnolina di casa ora si chiama Bagheera… in effetti convivere con una pantera sarebbe molto più difficoltoso.
Riflettevo qualche tempo fa che la storia letteraria dell’uomo occidentale si radica in due opere che parlano di lavoro e cura dei campi, ovvero “Le opere e i giorni” di Esiodo e l’“Iliade” di Omero che parla di guerra, come a dire che l’uomo lavora e combatte, una vita di fatica e di contrapposizione, però io salverei solo il De bello Gallico, perchè se la guerra è inscindibile dalla storia dell’uomo e se proprio dobbiamo parlarne, almeno facciamolo in modo distaccato ed elegante, un reportage privo di passione, una cronaca essenziale senza fronzoli.
Non dimenticherei senz’altro i Lirici Greci in un’edizione con la traduzione a fronte di Salvatore Quasimodo, poesia nella poesia, perché tutta la poesia Occidentale trova le sue origini in quei frammenti.
Non rinuncerei a testi di matematica, chimica e fisica, geografia astronomica e a un vecchio manuale di botanica che ho in casa, intitolato “Le erbe della salute” con tanto di tavole illustrate secondo la maestria delle vecchie stampe d’antan e ricco di consigli salutari radicati nella farmacopea semplice e naturale.
Rinuncerei ai compendi filosofici, ai testi religiosi, agli scritti dei Grandi della letteratura, perché in un mondo diverso sono convinta che la meraviglia pacifica aprirebbe a una nuova storia.
Se è possibile, nell’immaginario zainetto desidererei porre anche una risma di carta e un pacchetto di matite, perché una volta arrivata a destinazione, se riuscissi a cavalcare quell’onda quantica di cui tanto si parla, la mitica Onda che porterà altrove chi riuscirà a sopravvivere, vorrei raccontare il viaggio,in quanto il viaggio, il cammino, è simbolo dell’uomo stesso, affascinato sempre da nuove scoperte, da nuove conquiste, da nuovi orizzonti.
Anch’io, carissima, a parte i dieci libri, che ognuno, immagino, al di là della bravura, porterebbe con sé seguendo gusti e emozioni provate, porterei con me carta e penna.
Sicuramente vorrei dar voce sulla carta alle mie emozioni, raccontando le immagini del nuovo cammino, di questo ipotetico viaggio, dove sicuramente avrebbero un posto, non solo i luoghi, ma anche il fascino dell’aria, dei suoi voli e qualsiasi forma vivente. Un’avventura! Chissà…
Ciao.
sandra
Un bel brano, originale, condivisibile nella problematica che espone. D’accordo in tutto, anch’io avrei i miei libri fra i quali anche una raccolta di fumetti, un’altra di fiabe… fra i classici non potrebbe mancare Se questo è un uomo perché lo portai come saggio all’esame di maturità ed a seguito dell’interrogazione ebbi un’accesa discussione con la commissaria d’esame… una lite che mi costò cara.
E, per finire, anch’io vorrei carta e penna per raccontare il viaggio… e forse quello sarebbe il libro più bello. Ciaociao
Ahahahah!
Sembra niente, ma a ben pensarci, chiunque penserebbe alla Bibbia, a Dante, alla Critica della ragion Pura, a opere monumentali e significative… Ma guardiamoci negli occhi : vogliamo mettere Il Gatto con gli stivali o Biancaneve e i sette nani o Cappuccetto Rosso o i Peanuts a confronto con pagine e pagine di testi che abbiamo quasi dimenticato? o che abbiamo a tal punto interiorizzato che ormai fanno parte di noi, anzi, sono noi?
Sarò dissacrante, ma ormai, alla mia età, dopo essermi già letta quasi tutto il leggibile posso preparare uno zaino leggero e dal contenuto interessante.
“Se questo è un uomo” è il libro guida di mio figlio… e finirà nel suo ipotetico zaino…
Evitiamo doppioni…
anna
Solo dieci però è una crudeltà!
Devo pensarci.
Accidenti! proprio ora che stavo per prendere un’altra libreria (con mio marito che minaccia di dar fuoco a tutto se non la smetto di portare libri a casa!).
Facciamo così, ne portiamo dieci ciascuno evitando doppioni, so che sono infiniti i libri da leggere ma così si salva tanta roba e non solo dieci testi e io mi porto Gutenberg o tante penne USB. Eh? che ne dite?
Non riuscirei a sceglierne 10!
Alcuni libri mi ricordano proprio momenti della mia vita… come capita con le canzoni, li rileggo e riprovo gli stessi sentimenti della prima volta.
Vediamo se ci riesco.
Il mio primo libro fu “Pinocchio” me lo regalò mia zia.
Poi mi innamorai del “Principe e il Povero”, un’ossessione. Fu la volta di “Cuore”. Poi iniziò la mia passione per Shakespeare “Sogno di una notte di mezza estate” e “Romeo e Giulietta”…. No, sono già a 5!
Non potrei non salvare il mio adorato Dorian, “Il ritratto di Dorian Gray”, assolutamente la mia inestimabile copia della “Divina Commedia”, “La vita interiore”, La “Bibbia”… non riesco a scegliere… non posso, non posso… “La vita interiore”
Che brutto però mi restano fuori un sacco di titoli…. è difficile questa cosa della scelta.
Anna mi hai fatto apprezzare ancora di più la mia libreria.
Posti vicini se ci spediscono sulla Luna, possiamo fare gli scambi almeno.
Se ci pensate, 10 a testa, per quanti siamo, diventa una quantità immensa.
Grazie per il leggermi sempre con. Lo spirito giusto, quello della partecipazione e condivisione…
anna
P.s. : posti vicini, mi raccomando! Non perdiamoci mai di vista!!!!!
Che sbadata che sono, volevo scrivere “La casa degli spiriti” ma ho riscritto “La vita interiore” Ok si è capito che è il mio preferito… è un libro che mi ha scioccato a morte!
Certo che è difficile scegliere, perché di libri belli ce ne sono davvero tanti!
Però, leggendo il tuo scritto, mi sono venuti in mente alcuni libri che salverei volentieri.
Prima di tutto anch’io direi la bibbia, poi ci metterei un libro di favole; non importa tanto quale favola, basta che faccia sognare.
Salverei Il diario di Anna frank e Se questo è un uomo, affinché l’uomo non dimentichi gli errori fatti.
Poi ce ne sarebbero ancora tanti, come ad esempio Zanna bianca, che mi appassionò nella lettura, ma mi fermo qui, perché altrimenti non scriverei un commento, ma un vero libro!
Complimenti per questa riflessione e 5 stelle.
Ho volutamente atteso la fine del mondo, prima di fare una sciocchezza, scegliendo a caso uno di questi miei amori letterari. L’intellettuale scaltrito troverà interessante la loro accoppiata, fra diversi autori.
I luoghi persi – La vigna vecchia
Di brace in brace – L’incendiario
Selva d’amore – Le occasioni
La crudeltà – Gli strumenti umani.
I colloqui – Dialoghi sopra la nobiltà
In rima senza – Poesia ed errore
I canti di castel vecchio – Uccelli
Le primizie del deserto – Il sole non basta.
Vincere il drago – Animale d’ombra
Il viggianese – Ritorni della vita lontana
I canti di Ossian – Ossi di seppia
Dei sepolcri – Le ceneri di gramsci.
Sull’argilla è nato un fiore – Doppia nascita
La storia delle vittime – Requiem
L’onesta solitudine – Morte secreta
Lavorare stanca – Giorno dopo giorno.
Un saluto carissimo e buone feste
Stefa