Non ci si può parlare sempre in generale
Solo per non farsi del male
La verità viene a galla come l’olio
L’ignoranza uccide più dell’odio…
Non mi riscalda più questo tricolore
Bagnato come è adesso di lacrime e di dolore
Ora che ritorno a casa in orizzontale
Solo domande sono quello che rimane…
Morire per chi?
Morire per cosa?
La democrazia come scusa…
Ignari contro ignari
Schiavi contro schiavi
Scorre il nostro sangue
S’ingrassano i “signori”
Tu cercavi il paradiso
Io un lavoro onesto…
Dov’è Dio in tutto questo?
Siamo solo schiavi contro schiavi
Mandati al macello per ingrassare i “signori”
Né bandiere, né valori e nemmeno religioni…
Morire per chi?
Morire per cosa?
La democrazia è un’altra cosa!
Certo che la Democrazia è tutt’altra cosa!
I Signori della morte, del quattrino, del potere, fanno ragionamenti a tavolino e poi… bagnano le bare avvolte nel tricolore.
Il Mondo ha bisogno di Pace, ognuno si tenga la propria religione senza alcuna imposizione.
L’Onestà è la sola Regina.
Ma, neppure la Storia, riesce a far capire al Mondo che la Pace è l’unico elemento capace di farlo girare.
Un saluto, marinaio, giustamente, arrabbiato.
sandra
La democrazia non si esporta.
Non possiamo continuare a confrontarci con popoli che non hanno vissuto il Cristianesimo, il Rinascimento, l’Età dei Lumi, la Rivoluzione Francese, le due Guerre e della nostra civiltà percepiscono solo gli eccessi e gli aspetti negativi.
La soluzione non è il melting pot, ma la Storia.
E se la storia è solo elenco di vendette, di sopraffazioni e di sovrapposizioni e non cammino di ricostruzione e di incontro, non arriveremo mai da nessuna parte.
Un abbraccio.
anna
Bellissima poesia merendero! Bravo!
Hai scritto quello che molti di noi pensano quando un militare muore in un’operazione che troppo spesso non è di guerra ma serve a riporatre la pace in un dato luogo.
E l’uso della rima ha reso il tuo scritto ancora più efficace.
Un caro saluto da Nicolas Antares (QS-TANZ).
Merendero – capisco molto bene la tua rabbia in corpo, io me la porto dietro dalla nascita. Sappi che sono un orfano di guerra e quello che hai scritto in poesia è la pura verità: morire per chi? morire per cosa? due domande a cui non c’è risposta. C’è solo la voce dei figli piccoli che chiedono papà dov’è? E la storia di tanti soldati morti senza un nome inciso sulle lapidi. un saluto da Stefano
Le motivazioni cambiano, ma non chi dirige la musica, è la storia di sempre, della quale siamo stanchi, che muoiono dei bravi ragazzi!!!!
GRAZIE di aver avuto il coraggio di scrivere su questa farza democrazia.
Un abbraccio a risentirsi
EMA
Anche a me piacerebbe un mondo dove uno può stabilirsi dove vuole e trovare lavoro senza tanti problemi! Ma temo che questa sia solo una chimera; ricordo di un mio antico conoscente che era emigrato oltreoceano in cerca di fortuna, a costo di tanti sacrifici ed umiliazioni mise da parte qualche soldino e appena possibile se ne ritornò dalle parti dove era nato e fece famiglia e lavorò duramente per mantenersi ed è morto avanti negli anni nel suo letto: morale la vita è dura dappertutto. Ciao con affetto