Potevamo essere
io e te
due voci nel silenzio
un volo di gabbiani
ali nel vento
l’urlo dell’alba
il sorriso caldissimo
del sole
sotto le coperte
ci saremmo scambiati
il desiderio
dei nostri corpi stanchi
ma il gelo dell’inverno
le sue notti
ci hanno divisi
ed oggi siamo di ghiaccio.

Un pensiero su “Potevamo”
  1. Questa è la seconda poesia che leggo dell’insignito Luciano Somma. Un’osservazione: questa è una signora poesia, tanto di cappello. Fila come un treno, arriva come un fulmine e lascia il segno, pur essendo contraddistinta ‘a mio modesto avviso’, da una non esemplare metodologia di scrittura. Si và accapo quando non si dovrebbe, interrompendo la logica, che invece stà filando alla grande, con forza espressiva non comune. Comunque, molto bella.

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