Affondavi in pallida stanchezza
e sorridevi tacita alla pena,
in malinconica dolcezza lambivi
le opache pareti di febbre.
Svanì il mondo di vacue figure.
Era un non essere lì, un niente,
oppure tutto, un diventar più forte,
era uno sconfinato mare vuoto,
era l’abbraccio freddo del nulla.
Cadesti. Ora anche il tempo tace.
Nell’incredibile moto del tunnel
corsero interminabili spazi.
Cadde l’ultima barriera di velo
sottile e teso, allora vedesti,
che cosa? Viali di luce e d’eterno
che forse non tramonteranno mai più?
E gioie non più ombre nascoste
dalle tinte fosche del dubbio?
Cadesti. Ora anche il tempo tace
e attonito il pensiero rincorre
fiumana d’anime, colore d’ombra.
Molto bella. Silenziosa, triste, dolorosa come la Morte. Poi, un viale alberato dove scalzo, ognuno cammina ricoperto dalla propria luce.
Sandra
Davvero molto bella, scritta in maniera elegante ma allo stesso tempo scorrevole.
Brava! Un caro saluto da QS-TANZ.
Bellissima, ma quanto dolore “il trapasso” rievoca alla mia mente, saluti
EMA
Nella preghiera il sorriso del nuovo essere…
Grazie….
Poesia bella e delicata.
Complimenti e 5 stelle.