Affondavi in pallida stanchezza

e sorridevi tacita alla pena,

in malinconica dolcezza lambivi

le opache pareti di febbre.

Svanì il mondo di vacue figure.

Era un non essere lì, un niente,

oppure tutto, un diventar più forte,

era uno sconfinato mare vuoto,

era l’abbraccio freddo del nulla.

Cadesti. Ora anche il tempo tace.

Nell’incredibile moto del tunnel

corsero interminabili spazi.

Cadde l’ultima barriera di velo

sottile e teso, allora vedesti,

che cosa? Viali di luce e d’eterno

che forse non tramonteranno mai più?

E gioie non più ombre nascoste

dalle tinte fosche del dubbio?

Cadesti. Ora anche il tempo tace

e attonito il pensiero rincorre

fiumana d’anime, colore d’ombra.

5 pensiero su “Il trapasso”
  1. Molto bella. Silenziosa, triste, dolorosa come la Morte. Poi, un viale alberato dove scalzo, ognuno cammina ricoperto dalla propria luce.
    Sandra

  2. Davvero molto bella, scritta in maniera elegante ma allo stesso tempo scorrevole.
    Brava! Un caro saluto da QS-TANZ.

  3. Bellissima, ma quanto dolore “il trapasso” rievoca alla mia mente, saluti
    EMA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *