Il vento piange lacrime di un pianto
remoto, e infuria la sua rabbia
in fin di vita.
Le foglie come persone,
persone condannate all’impiccagione
allo stremo delle forze, pronte a
schiantarsi sull’asfalto.
Paesaggi bianchi, montagne e colline
Che si coprono i volti di bianco
come candide spose pronte a sposare
un Inverno indeciso ad arrivare.
E noi, divisi da un’improvvisa tempesta,
stanchi di pensare,
ci concediamo una tregua affinché
il bianco si tramuti in oro
per arricchirci di nuovo il cuore.
Nel ruggito sincopato del vento che si allontana, m’allaccio alla tua tregua affinchè il singulto incessante dei soffioni in corsa si trasformi in suono melodioso e biancore angelicale.
E che il colore nero scolori una volta per tutte, lontano, oltre il niveo volto della prossima Notte Invernale. Ciao
Greta