È un lamento paranoico che giace
come disteso nel profondo dell’anima
e sussurra le grazie di una malinconia
che si leva laida dal suo triste giaciglio.
Un pianto che non avviene da anni
per paura di tangere le soglie del ridicolo,
ma che si nasconde intelligentemente
aspettando un attimo proficuo per
un’eruzione imperiosa.
Non piangi, è vero, ma è vero anche
che non hai la forza per un sorriso,
non hai un attimo per gioire di te stesso,
non conosci una tranquillità distesa.
Sono anni che fantasticherie sull’esistenza
ti rubano tempo all’essere,
sono anni che non illudi il tuo cuore
impietrito a sognare un cielo più celeste.
Una candela ti riposa accesa affianco
per non dimenticare che anche la luce esiste,
ma muore.
Le lacrime sono sempre funzionali, liberano dalle proteine di scarto ed hanno bisogno di un palliativo assorbente per sentirsi più sicure e gratificate.
Ecco perché non piange e non s’illude mai.
Ma la candela rimarrà sempre accesa, magari in una grafica elettrica di luce fredda, con fili lattiginosi e cerulei che in ogni momento, sempre, sapranno rischiarare e scoprire la parte tangibile del cuore. Bella pagina, davvero. Ciao, Greta
Molto bella e sentita. Mi é piaciuta.
Sandra