Piove in questo cuore vacante dai forti sospiri,
incline ai sorrisi come giunco gentile sospinto dal vento.
Occhi a guardarsi intorno in silenzi pensosi;
malinconia posata per velo dov’altro vorrebbe vedere.
È notte in petto, ragione;
è promessa di primavera dipinta sul viso.
È labile riso di mesta rassegnazione.
Inverno, t’apro le porte,
serrami il cuore in pugno ghiacciato.
Che sia buio, che sia pure silenzio.
Il gelo.
E sia.
Il buio, il silenzio, la notte, il gelo, la pioggia, l’inverno, allusioni a ferite interiori che non trovano guarigione; però quel cuore sofferente è anche incline ai sorrisi, anche se al momento non sa come fare per farli diventare fiori che sbocciano anche in mezzo alle nebbie. Io posso solo mandare a quel cuore un raggio di questo sole che ci regala questa giornata di febbraio nella speranza che possa finalmente trovare luce e tornare di nuovo a gioire con riso scrosciante.
Un caro saluto, Francesca, e a presto.
Ciao, Lucia
Il tuo augurio, Lucia, è una primavera.
Grazie.
Inverno del tempo e del cuore.
La natura partecipe del sentire.
Mi piace!
Grazie mille!