Queste mie parole sono figli colpiti dal vento.
Amo, ti amo afferrandoti fra venti e tempeste, e t’amo.
Partorisco parole d’amore e me le portano via, e via.
Non una parola sfiorerà i tuoi capelli,
non un rigo salirà livido alla tua pelle.
So che non sei l’uomo della vita mia
ma quanto ti amo? ti amo, e ti amo.
È un amore che fa male, e male
in questo ventre straziato da parti su parti
di parole che mangio per vivere ancora, e ancora.
Devo perderti, e perderti.
E perderti per cercarti, per cercare.
Cosa mi costa vivere per avere la mia bocca piena,
di parole.
Le mie mani vogliono vivere, solo vivere, e vivere
e affondare nel fango della ragione per ripescare un poco di follia.
Amo per vivere
e vivo per avere sulla pelle ancora questi lividi
di versi buttati in carta straccia come l’amore della vita mia.
Affacciata alla finestra del tempo,
infangata e stracciata vivo ancora.
Aspetto ancora parole d’amore
a polsi stretti in questo niente
che a tutti i costi voglio chiamare amore.
Un grido d’amore!
Bellissima.
MERAVIGLIOSO “questo niente che voglio chiamare amore” Amore che ti logora come malattia, come dannazione dell’anima, ma pur sempre amore!!!!!
EMA
Bellissima! Mi hai fatto venire i brividi, poche poesie mi hanno emozionata tanto, Ang