Nè più ti basterà
guardare il granchio
assiso sulla riva,
il sasso assiderato,
il lombrico nella crepa
e svolazzi radenti
di lucustre.
E più in là, sulla battigia,
il cannolicchio pesto,
e scheletri di carpe,
e legni secchi,
come gemiti di croce,
pallide alternative al vivere
in un mondo fatuo.
Tenderai lo sguardo oltre
l’azzurro planare dei gabbiani,
dei densi fumi che chiudono
della marina l’ultimo orizzonte
ov’uomo eterna, l’arcano.
Finalmente avrai l’Alternativa.
Poesia molto interessante.
Due note:
Attenzione agli accenti, si scrive “né”.
Ottimo ritmo. Ma dalla frase “pallide alternative al vivere” c’è un brusco calo. Perché?
Una giusta oltre che bella conoscenza dei vocaboli, dei termini giusti; molto poetica, molto vicina alla realtà ‘oltre’ delle cose pur non avendo ricercato quella complessità o quella densità di concetti mentali, mi ha colpito molto comunque la ricchezza degli oggetti presenti, la ricercatezza.