L’OCSE diceva qualche settimana fa che nel consesso europeo siamo i più ignoranti, quelli che leggiamo meno, che non sappiamo far di conto, che ci barcameniamo appena in un mondo di saggi e supersapienti che a stento ci tollera.
Come Nazione, intendo.
Già!
Sorvoliamo su tutto il resto e consideriamo ciò che siamo.
Siamo una repubblica.
Una res publica, una cosa di tutti, di piena partecipazione, ma anche in balia di chiunque che, alzando la voce e battendo il pugno sul tavolo, dice la sua e ritiene opportuno decidere per tutti.
Dovremmo essere fondati sul lavoro che latita e i giovani ne sanno qualcosa.
Siamo, al momento, senz’altro fondati sulla crisi.
Crisi dal greco krino, giudico, una specie di “mi fermo e valuto… penso…”.
E così giudichiamo.
Diciamo la nostra su questo tempo di follia in cui non vi sono certezze di nessun tipo.
Un tempo di pensieri e di preoccupazioni, di crisi, appunto.
Eppure le crisi rigenerano.
Danno vita a cose nuove, spazzano via vecchie consuetudini, i vecchi abiti mentali e comportamentali dando origine al nuovo.
Cosa ci aspettiamo tutti?
Un cambiamento.
Più giustizia, più equità, più tranquillità, più serenità, più felicità …
Qualcosa di più.
Ecco, forse dopo la crisi sorgerà un sole nuovo.
E speriamo che sia proprio così.
Sconfiggeremo il drago e libereremo gli uomini e le donne che siamo.
È sempre stato così nella storia dell’uomo: dopo il peggio non può che venire un miglioramento.
Questo anno è finito, auguriamoci reciprocamente buon nuovo anno.
Cosa ci costa, a questo punto, pensare positivo?

6 pensiero su “Considerazioni di fine anno”
  1. Sì, pensiamo positivo. Conviene a tutti.
    Usciremo da questa crisi, dimostreremo il popolo forte e umano che siamo. Mettiamo la famiglia al primo posto, consideriamo il danaro un mezzo e non un falso dio per il quale barattare i veri valori essenziali, ma, soprattutto, auguriamoci un aspirapolvere da generazione futura, più potente del vento, per liberarci dalla spazzatura che ancora continuiamo a mantenere.
    All’ignoranza, forse c’è rimedio, alla cattiveria, alla furbizia e all’egoismo, purtroppo, temo di no. Ed è di questa materia che dobbiamo temere e combattere.
    Buon Anno a Te, cara Anna, a tutti i lettori e autori.
    Sandra

  2. Mi associo alle considerazioni fatte ed auguro anch’io un anno buono a partire da noi stessi e poi per tutti coloro che ne hanno più bisogno. Ciao

  3. Condivido pienamente il vostro pensiero. Speriamo che questo anno passato sia servito per riflettere e fare leggi giuste ed eque per tutti! Buon Anno!

  4. In questi tempi di sfinimento e delusione condivisa non possiamo che sperare in tempi migliori…
    Lo so che sono io colei che citava Shelly e la sua Ode al vento dell’Ovest (“Se viene l’inverno, puó la primavera essere lontana”), ma ci sono momenti in cui lo sgomento cerca di abbattere l’ottimismo a tutti i costi.
    Ma, del resto, alle giovani generazioni cosa possiamo lasciare senza il buon esempio?
    Un abbraccio.
    Buon Nuovo Anno!
    anna

  5. Le tue sono considerazioni giuste, che fanno riflettere. Che dire: speriamo che il nuovo anno che si sta affacciando sia portatore di aria nuova!
    5 stelle e tanti auguri a te e a tutti di un sereno anno nuovo!

  6. Gli uomini sono necessariamente così pazzi che il non essere pazzi porterebbe ad un’altra forma di pazzia. (Pascal)
    Viva la positività nel quotidiano, ci salverà dal baratro vedrai.
    Grazie.

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