Questa mattina, in piscina, ho incontrato il mio amico Filippo. Lui aspettava che venissero a prenderlo, perché aveva finito i suoi esercizi acquatici; io aspettavo di entrare per la mia nuotata giornaliera.
Ci conosciamo da due settimane. Filippo è un bel ragazzo, di 13 o 14 anni, che due volte la settimana si allena per prepararsi ai Campionati Regionali di nuoto riservato ai diversamente abili.
Quello che più mi piace in lui è l’espressione degli occhi; nella luce di questi occhi vivaci, non so perché, ci vedo l’amore per la sua mamma. Forse mi sbaglierò, ma il fatto è che anch’io avevo quegli occhi quand’ero ragazzo e, poiché ero follemente innamorato di quella donna eccezionale che è stata mia madre, sono convinto che lo stesso sentimento lo provi anche lui.
Se devo descriverlo voglio solo aggiungere che ha un bel viso e dei capelli straordinari, proprio come i miei a quell’età. Castani, ricci e lucenti. Seduto su quella carrozzina computerizzata lo vedo come un cibernauta che comanda una navicella spaziale.
Spero che Filippo faccia da grande quello che io, per varie ragioni, non ho potuto fare: il giornalista. Lui sa di questa mia passione per la scrittura e la mia morbosa curiosità di conoscere le persone e le vicende ad esse legate.
Con lui c’è sempre una donna molto carina, giovanile; anzi, giovane. Per evitare di essere indiscreto non l’ho mai chiesto a Filippo, ma credo proprio che quella sia la mamma. Se non lo è, certamente è una donna che gli vuole molto bene. L’ho capito dai suoi occhi e da come si apparta, per lasciarci dialogare in intimità.
Gli occhi sono lo specchio dell’anima e ci puoi trovare tante notizie dei sentimenti umani… il dolore, la gioia, il terrore, l’odio e l’amore. Ci puoi trovare un sentimento di gratitudine, di solidarietà, d’amicizia e di speranza ma anche di disprezzo, di egoismo, di inimicizia e di sconforto.
Negli occhi di Filippo e della mamma ho visto solo bei sentimenti; sono questi momenti che ti fanno dire con orgoglio… “sono vivo, parlo con gli altri, gli voglio bene, comunico. E loro si fidano di me. Siamo simili.”
Nei dieci minuti che ci rimangono per stare insieme, prima che io entri o che arrivi il suo taxi, io e Filippo parliamo di tante cose. Tante perché il tempo è poco e non dobbiamo sprecarlo.
Se dovessi fare un paragone con qualcosa di buono direi che ci gustiamo del bel cioccolato puro, non della Nutella; insomma i nostri discorsi non sono mai futili, ma profondi, densi, corposi.
Un vecchio professore come me potrebbe pensare che per un ragazzo come Filippo sia meglio la Nutella che il cioccolato di cacao fondente pieno di sapori, eppure tutto mi fa credere che questo giovanotto abbia dentro di sé la maturità dell’uomo e che i discorsi seri non lo annoino; vedremo.
Abbiamo già scambiato diverse impressioni, io e lui, e ci troviamo in piena sintonia quasi su tutto; per me è una gioia perché mi da l’illusione di essere giovane. E poi la mamma mi guarda con gratitudine vera, mi si scioglie il cuore quando mi sorride.
Una volta Filippo mi ha chiesto perché tutti i giorni vado a nuotare ed io gli ho detto una mezza verità; infatti gli ho raccontato che è l’amore per una donna speciale che mi spinge a farlo. Quando lui mi ha chiesto come mai mi allenavo tutti i giorni, io gli ho raccontato che questo mio amore, nell’acqua, è talmente veloce da essere irraggiungibile ed è per questo che voglio diventare sempre più bravo; intanto schiacciavo l’occhio alla mamma, in segno di complicità. Allora Filippo mi ha guardato incuriosito, sorpreso e divertito, ed avrà pensato… come può essere tanto brava a nuotare una donna della quale si è innamorato questo canuto professore, dovrebbe bene o male avere la sua età, quindi non può essere tanto veloce.
Poi, confermando la mia impressione che è un ragazzo sveglio, mi ha chiesto: “È qui anche lei con te?” come a dire, mi piacerebbe conoscerla! Io, laconicamente, gli ho detto: “No, non può entrare. È una Foca, e l’ho conosciuta a Milos. È solo nei miei pensieri”.
Forse lo vedrò mercoledì prossimo, gli ho promesso che in questo mio racconto avrei parlato di lui ed allora gli porterò queste pagine, dalle quali potrà capire, finalmente, tutta la verità e cioè che questo mio amore è una cosa fantastica ed irraggiungibile come solo può esserlo una perfetta simbiosi con la natura.
Intanto ho saputo che Filippo ha vinto la sua bella medaglia nei cinquanta dorso; non proprio d’oro, ma importante lo stesso per la sua triste e caparbia esigenza di dimostrare che è un ragazzino speciale. Chissà la mamma, quando lo ha visto sul podio. I suoi occhi saranno diventati ancora più belli; forse più di quelli di Filippo.

* Da questo racconto è stato realizzato il file audio prodotto da Mario Massarotti, uno speaker professionista che ha trovato il racconto in rete.
https://soundcloud.com/mmassarotti/gli-occhi-della-mamma-di

7 commenti su “Gli occhi della mamma di Filippo”
  1. Io non lo so, ma, cacao o nutella, quello che leggo fra queste righe ha il sapore di gente – speciale -, sa di buono e non certo per il colore degli occhi, l’azzurro fa sempre un effetto speciale, è qualcosa che si “carpisce” dalla lettura e che improvvisamente si vede riflesso in uno specchio, quello della vita, e dà speranza all’Homo Sapiens, a cui pure io appartengo, e che in questo periodo storico ha toccato il fondo per i suoi scarsi valori. Bene, in quello specchio, stamattina mi sono rigerenerata. Grazie.
    Un saluto.
    Sandra

  2. Che bel racconto!
    Pulito, scorrevole, simile alla sincerità negli occhi di un ragazzino e alla generosità dell’adulto che sa capirlo.
    Gli occhi della mamma seguono attenti…
    Ciao!
    a.

  3. Sì Sandra, quelle cose buone che hai provato tu leggendo il racconto le ho provate pure io guardando la mamma che ci lasciava alla nostra libertà di conoscersi. Ma forse la vera protagonista è proprio la mamma… ecco quel che scrive Mario Massarotto nella sua presentazione del file audio:
    Lettura di un bel racconto di Giacomo Colosio. Dedicato a tutte le mamme che con coraggio e fiducia ammirano i propri figli e trovano la forza di sostenerli sempre.
    Grazie Sandra, sempre attenta e puntuale. Ciaociao

  4. Proprio così, anna… il racconto è pulito perché la storia è pulita in sé… anche commovente, questo racconto… ma non l’ho fatto ad arte, è la bella storia della vita di questo ragazzo che di fronte alla sua disabilità mostra un coraggio che sta tutto nella sua voglia di normalità… era lui che metteva a mio agio me, nel dialogo. Grazie mille anna, a rileggerci. ciaociao

  5. Gli occhi della mamma sono sempre “particolari” 🙂
    io non ho più la forza di scrivere versi
    ma mi piace commentare
    un ciao a te

  6. Grazie Sandro… sei una costante presenza, e questo dà animo a chi scrive per impegnarsi a trovare qualcos’altro che ti piaccia. Un caro saluto… ciaociao

  7. Un racconto molto bello che si avventura nei sentimenti più profondi del cuore.
    Un modo di comunicare molto avvincente
    ciaoo

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