E poi ci sono io
Luce vera in una pianura nebbiosa
che mi toglie a volte il respiro.
Trovo il modo d’esprimermi adesso, forse…
La vita mi circonda
e a volte un soffocato lamento si alza nella stanza.
Lui è li, la stanza sterile lo accoglie
Non sorride
Lui è lì e lì sono io con lui.
Il passato torna a volte in forme emozionali
L’ho trovato
Il mio passato ora attende rivelazioni…
La solitudine, unica vera compagna.
La pianura nebbiosa che toglie il respiro, la trovo una frase bellissima. Chissà poi se in quella nebbia, “l’io” piccolo rimane sempre in tua compagnia. Se riesci, la solitudine, potrebbe essere una compagnia – amica – ottima per la riflessione e per gustarne i momenti positivi.
Complimenti.
Snadra
Siamo sempre soli, anche in mezzo alla folla, e saper stare con noi stessi è la salvezza da tutto e da tutti.
Amare questa solitudine ci fortifica e ci permette di guardare alla vita con distacco e con fiducia.
Almeno per me è così.
Forse anche per te, poeta!
Un abbraccio.
anna
Dici bene… la solitudine è l’unica vera compagna, è l’opposto dell’amore, perchè se trovi l’amore vero finisce anche la vera solitudine.
Stammi bene
Ciao Folletto, interiorizzarsi è bello.
Vedere anche il bambino che era in te…. bello anche questo, senza confronto solo vedendo con gli occhi di adulto il tuo io… piccolo che ora riconosci… nella sua limpida adolescenza.
La solitudine a volte compagna, alleata buona del nostro tempo.
Siamo animali socievoli e cerchiamo sempre la compagnia, ma avere un sano rapporto con noi stessi ci fa superare il senso della solitudine, che così non è tanto brutta.
BELLA poesia grazie, e saluti a 5 stelle
EMA
Per Sandra; in quella nebbiolina non esiste il tempo ma solo le sensazioni.
Grazie il tuo commento è prezioso….
Per Anna; grazie per il poeta, vero, siamo sempre soli, l’unico modo per stare veramente bene è una buona convivenza con il nostro “io”.
Per Azzurra; si vero riconoscere il nostro bambino senza confronto è segno di una buona evoluzione.
Per Ema; il senso di solutudine come dice Anna lo si ha anche quando siamo fra tanta gente.
Grazie per le stelle…
Sei andato indietro, molto indietro e poi nel profondo, molto nel profondo.
Quasi un esercizio in autoindulgenza, che appunto si può fare solo in solitudine.
Bravo folletto, una bellissima poesia!
Un caro saluto da Nicolas Antares.