È primavera,
ma non si è ancora incarnata nelle ossa;
c’è un vento molesto
che la soffia via
quando pare voglia posarsi,
ora sulla pelle, ora sopra un fiore.
C’è un cespuglio di rose
stentato in un angolo del parcheggio
– ostentazione di resistenza al brutto -.
Resiste, trattiene ogni petalo scarno,
con le radici malferme,
piantate in un vaso striminzito da far pena.
Eppure sbocciano i rachitici boccioli
– chiazza di protesta –
al primo velo di sole che osa sfiorarli.
Ciao Francesca, mi è piaciuta molto la tua poesia.. brava e a rileggerti!
Elogio della bruttezza o ammirazione per il coraggio di esistere?
Propendo per questa seconda ipotesi, perchè anche il coraggio ha una sua indomabile bellezza.
Un abbraccio, Francesca, e ti ringrazio, perchè mi fai sempre pensare…
a.