È primavera,

ma non si è ancora incarnata nelle ossa;

c’è un vento molesto

che la soffia via

quando pare voglia posarsi,

ora sulla pelle, ora sopra un fiore.

C’è un cespuglio di rose

stentato in un angolo del parcheggio

– ostentazione di resistenza al brutto -.

Resiste, trattiene ogni petalo scarno,

con le radici malferme,

piantate in un vaso striminzito da far pena.

Eppure sbocciano i rachitici boccioli

– chiazza di protesta –

al primo velo di sole che osa sfiorarli.

2 pensiero su “Rose”
  1. Ciao Francesca, mi è piaciuta molto la tua poesia.. brava e a rileggerti!

  2. Elogio della bruttezza o ammirazione per il coraggio di esistere?
    Propendo per questa seconda ipotesi, perchè anche il coraggio ha una sua indomabile bellezza.
    Un abbraccio, Francesca, e ti ringrazio, perchè mi fai sempre pensare…
    a.

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