(Dalle Favole di Sandra e Michele)

In un angolo della Terra, in un bosco incantato, dove gli alberi sono bassi e dalla fronda larga, i cespugli rigogliosi, lasciano libero il passaggio alla crescita di minuscoli fiori azzurri e gialli, i minimù, unici esseri viventi, lavorano operosi lungo il fiume che scorre limpido fra ciottoli dorati illuminati da un sole caldo e generoso.
Le loro casette sono piccole e in legno. Sono tutti pescatori, a parte qualche falegname e due cuochi. Le femmine, accudiscono ai loro piccini, ma non solo, ci sono le infermiere, due insegnanti, e un’esperta di erbe e d’impiastri per i possibili malanni.
C’è tanto spazio, che, talvolta, la solitudine e la compagnia di qualche altro essere vivente, viene a mancare. Di rado si vede qualche animale. I volatili a primavera, soggiornano per qualche giorno e poi, via, altrove.
I minimù pare siano rimasti gli unici esseri “umani” viventi sulla Terra. C’è stato il fallimento dell’uomo, che, nonostante le nozioni del passato, ha prodotto danni con le guerre, con l’egoismo e la cupidigia di denaro e potere, a niente sono servite l’intelligenza e la tecnologia, è stato un vero e proprio disastro. Questi piccoli omini rappresentano una speranza.
Eppure non manca tra loro la curiosità per ciò che li ha preceduti!

KIZZY (una delle più anziane, la farmacista): -Ah potessimo volare anche noi! Chissà se da qualche altra parte del Mondo, esistono forme di vita!-

RELLEW (il falegname): -Macché solitudine, qui abbiamo tutto, e se poi ci facessero del male? Qui siamo tranquilli, in pace. Gli uomini si sono dati da fare a combattere stupide guerre, si sono dedicati alla distruzione, ma come vedi, la natura è rifiorita e loro non esistono più.-

GONDOO (un pescatore abile anche nella costruzione di barchette da pesca e trasporto): -Si, però non abbiamo niente per informarci, per scambiarci le idee, con la fantasia lo possiamo fare con i volatili, ma loro non sanno rispondere alle nostre domande. Io, sarei felice di parlare con un’altra fonte di vita, sarei anche disposto a rischiare…-

I due gemelli minimù figli di Golden, una delle madri del luogo: Kandy e Jopp -a noi piacerebbe, un po’ più di gente, questo luogo è magnifico e ci sarebbe tanto posto…, lo zio Joffry, saprebbe costruire casette anche più grandi, se venisse ad abitare qui qualcuno più alto di noi!-

La maestra, Brenda, anziana, ma rispettata per la sua bella testa dotata di tante nozioni disse: -amici, penso proprio che dovremo rassegnarci ed abituarci alla nostra compagnia.-

Tutti i presenti in coro: -ci siamo già rattristati abbastanza, continuiamo il nostro lavoro.-

Anche in questo angolo del Mondo, ci sono le stagioni. La primavera con i suoi colori e profumi, l’autunno con le sue piogge, l’inverno con il freddo e il vento che soffia forte sbatacchiando gli alberi. Ed è proprio in questa stagione, fredda, gelata, e a causa di un vento tumultuoso che viene da molto lontano che soffia schiaffeggiando ciò che trova al suo passaggio, che i nostri omini si sono sbarrati dentro le loro case, rinunciando al lavoro, alla scuola e mangiando le loro scorte di cibo. Una volta, calmato il vento, tutti i minimù sono fuori a vedere i danni possibili provocati dal fenomeno invernale.

CRUDU (un altro pescatore): -Strano, sembra tutto a posto. Poi…, gli occhi di tutti sono diretti alla sponda del fiume. Stupore grande, immenso, timore, prudenza, curiosità….
Ci sono due bambini, avranno circa dieci anni, sbatacchiati, malconci e fradici vicino al letto del fiume. E’ una femmina con i capelli corti ed un maschio, più o meno della stessa altezza.

CRUDU: -Sono alti come sei di noi!-

GONDOO: -Li ha portati il vento, da dove verranno?-

BRENDA: -Li dobbiamo portare nelle nostre case, asciugarli, dobbiamo dare loro cibo e acqua.-

GOLDEN: -Ma se non entrano neppure nelle nostre case!-

RELLEW: -Io, costruirò subito una casetta a loro misura!-

KIZZY: -Ehi, aspetta, ci potrebbero anche fare del male…, non sappiamo niente.-

MILTON (il più anziano dei nani): -Sentite, sono rimasto in silenzio fino adesso, il mio pensiero è che li dobbiamo portare al coperto e curarli dal freddo, poi, si vedrà.-

I due bambini non parlano, sono spaventati e un po’ inorriditi, pensano d’essere vittime di una magia. Non ricordano niente, all’infuori del luogo di provenienza, simile a quello, con alberi grandi e una terreno diverso più roccioso; loro erano in quel luogo soli, il motivo non lo hanno mai saputo, sono cresciuti insieme, non sanno se i loro genitori erano gli stessi oppure no.

Gli omini li fotografano con gli occhi da tutte le parti; sono belli e alti. Sono diversi. La ragazza si chiama Juma e il maschio Brixi, ma sono nomi che si sono dati fin da piccoli loro stessi.

I minimù, pacifici e lavoratori sono adesso in gran fermento. La diversità è difficile a gestire, ci si deve abituare. Alcuni di loro sarebbero stati felici di parlare o accogliere nuove forme di vita, ma poi, davanti alla realtà arrivano timori e resistenze. I bambini, invece, non sono timorosi, ma captano il fatto di non essere molto graditi e li infastidisce questa titubanza da parte loro.

Ci vuole il tempo e la buona volontà per le differenze…, certo non è semplice, ma in fondo non possono essere le diversità a creare delle barriere d’incomprensione, anzi, va ideato un filo che intrecci le discrepanze a nodi talmente stretti da formare un’unica corda indistruttibile per le salite e le discese della vita, questo una volta si chiamava intelligenza, ma evidentemente, all’epoca, era sfornita della sua più alta componente, il buon senso dato dal ragionamento. Ma a quei tempi, tutto era al servizio del dio denaro.

L’inverno è stato particolarmente rigido, Kandy si è ammalata con forte tosse e l’anziana maestra Brenda, non sta affatto bene col suo cuore… Juma si è data un gran d’affare con la scuola, ha preso il suo posto come temporanea sostituzione, ma i minimù hanno capito, Brenda non tornerà ad impartire le lezioni a scuola, forse non arriverà neppure a vedere la primavere…, sono tutti un po’ tristi, questa probabilmente sarà la prima morte. Milton spiega che la morte fa parte della vita, ma questo, è sempre stato un discorso troppo complicato da comprendere! Milton ha anche parlato al giovane Jopp, caricandosi sulle spalle le ire dei pacifici omini. Si sente vecchio Milton, e vuole passare le consegne a Jopp.

GONDOO: -Ma perché Lui? E’ diverso da noi! Passa le consegne a qualcuno di noi!-

MILTON: -Non lascio a Lui perché mi piace di più, lascio le consegne a Lui, con la vostra collaborazione perché potrà difendervi meglio, ha tante nozioni in testa, vi potrà aiutare e saprà difendervi all’occorrenza. Non voglio gelosie e invidie, altrimenti di nuovo tornerà il vecchio Mondo!-

La pioggia cadeva insistente da una settimana, il fiume era gonfio come non mai, le piccole barche erano state portate sulla terra ferma, ma quella notte fu spaventosa. Il fiume dette di fuori. La terra era tanta e per fortuna non arrivò alle casette, ma le piccole barche sbatacchiavano dentro il fiume contro i grossi sassi. Gondoo, assieme ad altri pescatori, incuranti delle raccomandazioni fecero un tentativo di recupero, ma non arrivarono neanche al fiume, tornarono indietro. Quando la combriccola si accorse della mancanza di Jobb. Golden piangeva disperata. Fu allora che Juma e Brixi si misero a correre sotto l’acqua con delle torce. Finalmente lo trovarono, appollaiato ad un albero, l’acqua arrivava alle ginocchia ai due bambini, mentre gli omini, ci avrebbero sguazzato dentro.

JOBB: -L’acqua ha iniziato a salire svelta, monta!-

Brixi rientrò con Jobb sulle spalle mentre Juma cercava di calmare tutti.

La sera dopo erano tutti attorno al fuoco a mangiare e bere; il vecchio Milton, apertamente disse: come vedete i nostri ospiti, fanno ormai parte della famiglia, finché ne avranno voglia, la loro diversità sta nell’altezza che questa volta è stata utile a noi, domani, forse, noi potremo essere d’aiuto a loro, chissà, forse è proprio questo che, nel Mondo precedente non è stato capito, e la moneta da pagare è stata veramente alta.  Non ha importanza l’aspetto fisico, o il colore dei nostri capelli o degli occhi, quello che conta sono i nostri cuori; essi pulsano nella stessa direzione, non conosciamo l’invidia e la cattiveria, tutti noi ci accettiamo per come siamo, vogliamo star bene e per questo ci adoperiamo l’uno con l’altro, con generosità e disponibilità, il Mondo, se lo vogliamo far crescere, deve partire da questi ingredienti, mantenendo il nostro cuore generoso, forse, possiamo farcela a sconfiggere l’ossessione del denaro e del potere. Se le frecce di questi due componenti, oscureranno il sole, noi ce la faremo, combattendo all’ombra.

 

5 pensiero su “Il tempo dei minimù”
  1. Un abbraccio ad entrambi e a tutti i minimù. Buon Natale di serenità e di affetto…

  2. messaggio chiaro e positivo.
    molto valido.
    in accordo con la giornata di oggi, Natale.
    Auguri.

  3. Sempre molto belli i vostri racconti…
    a questo commento aggiungo i più sinceri auguri di buone feste. Grazia

  4. Sono senza parole: questa storia è incredibilmente bella, rafforza i veri valori! Bravo michele!

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