Un flebile soffio di vento mi accarezza la guancia, e mi avverte di un convoglio che sta per giungere in stazione. Mi volto distrattamente, nella speranza che il suo passaggio mi regali un momento di refrigerio. La banchina è stracolma di gente, ma è una folla solo apparente, che cela dietro una maschera di indifferenza tante singole solitudini. Un oceano le cui onde seguono correnti tra loro opposte. Sono volti spenti, assenti, che tradiscono un’inquietudine che non ha fine, che non ha catarsi. E’ un attimo ed ecco da lontano il rumore dei binari annunciare l’arrivo del treno, un sibilo sferzante che aumenta di intensità come fosse un messaggero a cavallo che annuncia il passaggio di un re. Nell’attesa mi lascio trasportare nel rassicurante mondo dei ricordi, per rivivere le emozioni di momenti vissuti che ancora si legano ad essi. E’ lontano il giorno in cui il mio corpo vibrava al ritmo di una dolce melodia di angeli, racchiusa negli occhi di una ragazza da sempre amata, i cui capelli neri sembravano fondersi come fossero dipinti su tela dalle mani di un pittore romantico. La rivedo sorridente seduta accanto a me, mentre parla muovendo leggermente le mani affusolate. Si interrompe ogni tanto, nell’attesa curiosa di una mia risposta, mentre sorseggia una bibita con movenze lente e raffinate. La fisso, cercando di cogliere il calore che sento sprigionarsi dai suoi occhi, mentre mi cullo ascoltando il tono armonioso della sua voce. Una folata improvvisa mi desta, e vedo sfrecciarmi davanti i vagoni della metro, che rallentano il loro fluire trasportando infinite altre storie. Ma è un moto relativo, e sento che questa volta potrò tornare a sognare senza paura di perdere la corsa, sperando che gli altri non si accorgano di come stia manipolando il tempo a mio favore. Ascolto il respiro farsi più lento, ed ecco che tutto intorno rallenta di conseguenza, come fosse entrato in sintonia con il ritmo dei miei ricordi. Fisso un punto davanti a me, che varia al variare del movimento della vettura; un brivido improvviso, un’immagine colta dietro il riflesso di un finestrino, uno sguardo nel quale rivedo tante emozioni che so di aver già vissuto. La seguo finché posso, ma presto quello sguardo si nasconde tra la folla, assumendo i contorni di un sensuale gioco di assenze. Il ricordo si fonde con la realtà, e quel volto appena intravisto mi entra dentro come fosse da sempre conosciuto. Attendo che le porte si aprano, lascio defluire l’onda, e con un movimento lesto sono già dentro. Inseguo con lo sguardo indagatore l’origine di quel brivido appena assaporato, facendomi largo tra le ombre che mi turbano l’anima da anni, da quel giorno in cui Claudia decise di andar via. Dal brusio incessante distinguo un debole rumore di sfogo, ma sono ancora al centro del convoglio che la porta del vagone si serra quasi tremante. Il volto d’angelo è scomparso, la luce che per un attimo aveva nuovamente scaldato il mio cuore va lentamente esaurendosi. Esausto appoggio la schiena facendo scivolare indietro la testa, sprofondando in una nostalgica malinconia. La vettura torna a muoversi, ed io ne assecondo il moto, ritornando ad una sera in cui i nostri corpi sono stati ad un passo dal toccarsi, e le nostre labbra sul punto di sfiorarsi. Un istante in cui rifiutai quell’approccio, terrorizzato dalla forza dell’amore che ancora non capivo, ed inizio di un’esistenza alla ricerca di un attimo da rivivere. Sto per lasciare la stazione, portando con me un profondo carico di inquietudine, quando da dietro il finestrino mi sembra di incrociare lo sguardo di Claudia. Pochi centimetri ci separano, ma sono piccole distanze che sento essere infinite. Si arresta di scatto, e mi chiedo cosa stia pensando, quali emozioni stia in quel momento vivendo. Mi accenna un sorriso. E’ un attimo che dura un’eternità, mentre intorno i contorni sfumano trasformandosi in un’immagine che si deposita nel mio cuore come il più dolce dei ricordi. Il silenzio è ora assoluto, e sento la mia anima vibrare di un amore ritrovato, o forse mai perso.    

Lucio Schina 

 

5 commenti su “Dietro un riflesso”
  1. sei dolcissimo, il tuo racconto è un canto che conta l’amore che conta. L’amore vero!
    5 stelle per una notte di stelle………si sogna, si vive e si ama.
    un abbraccio fortissimo
    maria grazia

  2. Non so se é un aggettivo adeguato, ma l’ho trovata i n c a n t e v o l e, oltre che dolce; é scritta dalla penna di un uomo sensibile e perciò raro. Complimenti.
    Ciao. Sandra

  3. Complimenti, con le tue parole hai saputo cogliere e descrivere l’essenza di sentimenti ed emozioni universali… il che non è affatto semplice… molto bravo. Ciao.

  4. Sono d’accordo con Sandra, raramente un’uomo descrive le propie emozioni con la tua stessa sensibilità…… bellissima… e tanti complimenti.
    Grazia

  5. peccato che molti non abbiano letto questo racconto, non sanno cosa hanno perso e cosa potrebbero avere……….. peccato si!
    ciao ciao

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