Un bambino corre, ride forte
la polvere vola, tra passi e sassi
leggera, per ricadere poco più in là.
Le foglie dei pioppi danzano
nella brezza leggera
in mille riflessi argentati.
Un uccelletto saltella tra i rami
istericamente cantando
nel becco un erbetta per il suo nido.
Un vecchio, seduto, guarda e sorride
appoggiato al suo bastone
aggrappato ai suoi ricordi.
Nella torrida estate
miraggi nel tremulo calore
di una pianura silenziosa e stanca.
Immagini
che scorrono
tra sogno e realtà
velate, da quest’aria
umida e pesante.
Domande
che chiedono risposte
soffocate, da questo caldo
sole d’agosto…
La poesia può anche andar bene, ma l’isteria è una prerogativa umana non degli amati e sani volatili. Tanto per essere precisi ed a volte, bisogna esserlo. Saluti…
Laerte grazie per il commento, ma, non è un trattato di ornitologia (scherzo!)…
Come un pittore dipinge ciò che vede, ciò che “sente”, anche se non è esattamente la realtà, il poeta (anche se io non mi considero tale!) può prendersi una piccola licenza e “dipingere” un albero giallo con foglie blu?
E’ così sbagliato?
Saluti.
Ciao tavaco, il mio non era un insegnamento, solo una precisazione. Se avessi detto ansioso, preoccupato, agitato non l’avrei notato, ma l’isteria è una patologia seria che riguarda specificamente la mente per questo forse mi è sembrato stonato. Ciao, cordialità…