Essere
superstite del mondo.
Scampare
all’oltraggio dell’indifferenza
alla perversione dell’inconcludenza.
Diventare
qualcosa di preciso
un cerchio chiuso
un punto da chiarire.
È sangue che si sbriciola
quello che sgoccia
da vasi incisi di ferite
un’inezia infernale
il graffio del tempo
l’unghiata dello spazio.
Con sillabe schioccanti
parlo al vento
snocciolo rosari
per idoli moderni.
É una salita continua quella della Vita, ma chi rinuncerebbe mai a quella passeggiata di ciottoli in salita? Dei graffi rimane qualche cicatrice, tatuaggio naturale che il tempo rende sempre più trasparente, l’unghiata allo spazio scompare con la nascita dell’aurora che prende poi il posto di una giornata di sole. Il calice va sorseggiato più che bevuto d’un fiato.
Bella. Un caro saluto.
Sandra
Un testo letterario appartiene non solo a chi scrive, ma anche a chi legge. Quindi grazie per questo tuo commento.
A presto.
Lucia
Mi piace questo testo… Eliminare l’indifferenza e l’inconcludenza… sarebbe un bel passo avanti per tutti! A rileggerti!
Ciao!
Grazie, Naty, a presto.
Lucia
Snocciolo rosari per idoli moderni…
Forse è questa la chiave dell’infelicità.
Credere che altre cose si possano sostituire a Dio, quello di cui parla Padre Hamort per l’appunto.
Grazie, uno scritto intenso che merita profonde riflessioni…
Grazie a te, folletto, per aver lasciato un commento.
Da pochi giorni ho inziato a frequentare questo Sito e vedo che é un luogo dove si possono condividere scritti, commenti, pensieri e riflessioni in tutta serenitá.
Un saluto.
Lucia
Un veloce “riff” su com’è il mondo d’oggi e su come lo viviamo. Protagonisti o pedine? Sfiorati dai peggiori presagi riusciamo comunque a vedere la luce.
Brava. Un caro saluto da Nicolas Antares.
Ciao, Nicolas, grazie del commento. Di buon grado ricambio il saluto.
Cercare sempre la luce dentro e fuori di noi, anche nei momenti in cui siamo costretti ad incontrare anche il buio e la paura.
Una serena giornata e a presto.
Lucia
La fatica di vivere e di accordare continuamente il passo alla vita è quanto ci tocca affrontare per sopravvivere alla difficoltà quotidiana di essere persone sensibili, vasi fragili che si confrontano con ostacoli duri.
Mi piace questo richiamo alla nostra fragile delicatezza in un mondo di prepotenza e sopraffazione imperante.
Grazie!
Ciao, Anna, grazie!
Poter ragionare di poesia è un vero toccasana, specialmente quando esiste corrispondenza di cuore e di pensieri tra chi scrive e chi legge. E’ vero, siamo “vasi fragili”, ma sempre vivi e presenti a noi stessi e alla vita. E poi quella “fragile delicatezza” è cifra semantica di cretività e forza d’animo che ausilia anche nei momenti più cupi.
A presto con nuovi scritti e commenti.
Lucia