In ogni lingua ti vorrei dire
che di te vorrei morire;
che tant’è lo strazio
di saper lo core tuo già sazio,
che non basterebber mille vite
a far tornare l’animo mio mite;
che la più agognata soluzione,
di porre fine a ogni passione,
di energia privarmi, per l’eternità,
preferirei aver soddisfatto già.
Non mi vesto di presunzione.
Non credo che il mio amore sia migliore,
vorrei solo aver avuto anch’io la mia occasione.
Solo tu, tra tutte le persone
scateni in me tale emozione
e solo tu mai potrai, in tutta franchezza;
che dalle altre ricavo solo stanchezza,
o fetida ebbrezza.
In rima baciata, dall’uomo, una poesia delicata e da corteggiamento.
Complimenti alla ragazza che ti ha ispirato, spero che raccolga.
Un saluto.
Sandra
Grazie per il commento, lo spero proprio. Sono aperto a critiche di ogni genere, se ne avete, purché utili.
“Carezza blu”, che bella sinestesia! Il titolo richiama il colore del mare, la sua tranquilla armonia e le sue spume che accarezzano piano. L’amore è in sé una carezza, una tenera ebrezza, un’emozione senza fine. Il blu, come il giallo e il rosso, è un colore primario, primario come deve essere l’amore su tutto. Kandinskij paragona il blu e le sue sfumature al suono del flauto e dell’organo. E poi quella rima baciata che rende agili i versi di questa lirica rimanda alla purezza del sentimento. Fortunata la donna così corteggiata! Spero, come dice Sandra, che sappia raccogliere questo messaggio.
Ciao, Filippo, un saluto. Continua a scrivere.
Un saluto anche a te, Sandra.
Lucia
Grazie Lucia. Curiosità: in realtà “carezza blu” è riferito al colore dei suoi capelli (tinti, s’intende)…
Che bello per una ragazza avere il colore del mare e del cielo nei capelli!
Un saluto blu a te, Filippo!
Lucia