– Mi spiace, signor Giulio, niente prestito, io ce l’ho messa tutta, ma il mio superiore ha espresso parere negativo, vede?
E gli mostrò il foglio con quel giudizio firmato ben in chiaro.
Una volta rimasto solo il bancario telefonò al suo capo:
– Avresti dovuto vedergli la faccia, è troppo divertente, stava quasi per piangere, e tu?
– Oggi esco con quella che ti ho detto, prima la scopo, e poi vediamo se darle qualcosa, dopo te la passo.

E quel pomeriggio, Lucio, il funzionario uscì con Carla la cliente, subito in motel.
– Ma tu mi ami? – chiese lei mentre veniva spogliata
– Certo
– In così poco tempo?
– L’amore arriva all’improvviso
– E allora voglio una poesia, scrivimela
Lui prese dalla 24 ore un foglio, la sua penna stilo e la scrisse, lei lesse compiaciuta mentre lui esplorava tutto il suo corpo finendo di spogliarla
– Mi piace la violenza, almeno un po’, e finta – gli sussurrò lei in un orecchio
– Cosa vuoi che faccia?
– Ti faccio vedere
Si alzò, prese dalla borsa un coltello affilatissimo, e lo porse a lui
– Ecco, devi strusciarmelo sul corpo, come fosse un rasoio
Preso il coltello, iniziò a passarlo sulla pelle della donna, che gemeva di piacere ad ogni carezza della lama.
– Ora basta – comandò lei – ho voglia di essere tua, prima vado al bagno
Tornò dopo neanche un minuto.
Si sdraiò vicino a lui, cominciò a toccarlo ovunque, lui fece altrettanto, quando squillò il cellulare di lei.
– Scusa devo rispondere
Ascoltò, poi chiuse il telefono, si alzò e, contrariata, cominciò a vestirsi e lo invitò a fare altrettanto.
– Devo andare, mi spiace, scoperemo un’altra volta, magari stasera, vengo a casa tua?
– Stai scherzando, c’è mia moglie, ti avevo parlato di Serena vero?
– No, perché sei sposato?
– Beh, si, ma non andiamo d’accordo
– Volevo ben dire, ora ami me
Lo abbracciò toccandolo e facendolo eccitare, e gli sussurrò:
– E quel prestito?
– La richiesta è in area
– Certo – concluse lei staccandosi – quando ci rivediamo?
– Domani, stessa ora e stesso posto? – propose lui
– Perfetto, e voglio un’altra poesia
Si lasciarono.
Appena solo chiamò il collega:
– Tutto bene? – domandò l’altro
– Quasi, concludo domani, falle negare il prestito, si attacca troppo.
– E io?
– Beh, potrai contattarla dopo, è romantica, prepara qualche poesia, io gliel’ho scritta copiandola da Prevert. Ciao, scappo a casa.

Arrivato, parcheggiò e salì.
In lontananza delle sirene cominciarono a rompere il silenzio di quel tranquillo quartiere.
Lucio entrò in sala mentre alla porta bussarono con frenesia.
– Polizia, aprite subito o sfondiamo la porta
La buttarono giù, lui non poteva aprire, stava guardando sua moglie massacrata col coltello che lui aveva usato come strumento d’amore, e in una mano insanguinata un foglio, riuscì a leggere qualche parola di quella poesia di Prevert.
Mentre lo portavano via sentì un poliziotto dire ad un altro.
– La tradiva, scoperto l’ha uccisa con un loro coltello da cucina, un caso facile.
Il giorno dopo, in una banca Giulio chiese un prestito, sicuro di non averlo, e uscito, in auto dette un foglio con un nome a Carla, e baciandola le disse:
– Vediamo come fregarlo quest’altro bastardo, amore mio

8 pensiero su “Meno male che ci sono le Banche”
  1. Buona l’idea, ma direi sviluppata un po’ frettolosamente. Meriterebbe – credo – un poco più di descrizione. Saluti. Antonella

  2. Bello mi è piaciuto molto, sarebbe interessante dare un seguito grazie

  3. Complimenti, tanto breve quanto ottimo, l’ho letto tutto d’un fiato.

  4. 🙁
    Ci ha rimesso la vita chi aveva avuto la colpa di essere accanto a chi viveva in maniera vile e malvagia.
    Triste.
    E poi … ci sarà pure qualche uomo che scrive poesie ad una donna senza doverle copiare.
    Scritto bene. Colpo di scena finale di effetto.

  5. Molto ben scritto. Peraltro mi hai fatto ricredere che con così poche battute si possa scrivere qualcosa di interessante.
    Complimenti

  6. Pessimo: sorvolo sulla punteggiatura (usata male e in alcuni casi addirittura assente), i dialoghi sembrano scritti da un ragazzino di 15 anni alle prime armi con la scrittura, ma è proprio l’intreccio che non ha né capo né coda.

  7. Sono veri, e utili allo scrittore, tutti i commenti. Quello che proprio non è accettabile è quello che dice: scritto molto bene.
    A me serviva un’idea per una trama di un racconto giallo, uno spunto da imitare, e questo forse l’ho ottenuto. Ma, per carità, la forma è pessima. Ha ragione Marco. Lui sorvola sulla punteggiatura, invece io ti do un consiglio: è su quella che devi lavorare, è troppo importante e tu non la sai usare. Per esperienza so anche che chi ha difficoltà con la punteggiatura ne è sempre consapevole, e spesso mette la testa sotto la sabbia come gli struzzi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *