Talvolta rileggo ciò che negli anni ho scritto.
Non spesso.
Perchè le pagine scritte, in versi o in prosa, se ne vanno come foglie al vento, portandosi appresso sia il momento che la riflessione suscitata, come se il tempo medicasse la ferita con cui la vita ha scalfito l’anima e la gioia o l’ira stratificandosi danno forma al giorno seguente in cui tutto poi è passato lasciando spazio a nuove speranze, nuove gioie, nuove lagnanze.
Ma questa è la vita, appunto.
Tuttavia, voltandomi indietro, alcuni particolari restano costanti e sono parte di me: la fuga dall’eccesso, il piacere di cogliere l’attimo, l’apprezzamento della normalità come valore all’interno di una serena accettazione di ciò che sono e che ho e la piena coscienza che un Altro tiri fili della mia esistenza; però, questo anelito alla tranquillità, pur nel non rifuggire il fatto di saper essere nel mondo, si scontra, ahimè, con l’imbecillità del tempo che viviamo.
Negli anni ho imparato piano piano a dominare “quello spirto guerrier ch’entro mi rugge”, cercando di afferrare i risvolti e capire le cause di quanto mi accade intorno, ma ora proprio sono proprio rimasta priva della capacità di capire.
Il barile della comprensione è ormai sfondato.
Io che mi sento turbata da un principio malinteso, che mi commuovo per un animale ferito, che soffro per un’incompresione, ora resto sopraffatta da eventi tremendi e bestiali che non riesco a metabolizzare.
Questo nostro tempo che tanto di bello e di nuovo ci dà, che ci unisce superando barriere di spazi e distanze fisiche, ci costringe a vivere in diretta barbarie indescrivibili.
E quali sentimenti possiamo provare ora per la pena barbara e feroce inflitta a esseri umani come noi, uomini che non conosciamo, di cui ignoravamoo l’esistenza, che se avessimo incontrato non avremmo nemmeno avuto come interlocutori per lingua, mondi esistenziali differenti… ma che come me, come noi, vivevano, respiravano, provavano sentimenti, avevano ideali, valori, speranze… avevano una madre…
I nemici possono essere passati per le armi nella leggere barbara della guerra, ma come è possibile ardere vivo un uomo? o sgozzarlo farfugliando parole che nemmeno la più becera vendetta razziale giustifica, o gettarlo nel vuoto dalla finestra di un palazzo e, poiché non morto, finirlo a sassate, solo perché ha una realtà sessuale differente? come è possibile sterminare gli abitanti di villaggi interi, crocifiggere e seppellire vivi i bambini, stuprare le bambine vendendole come schiave all’ombra di una “fede”?
Cosa posso dire?
Come useró le mie parole?
In realtà mi mancano le parole.
Condivido pienamente quanto scritto.
Porto una croce al collo e nell’anima da sempre e mi considero una donna cristiana, anche molto tollerante, forse più del dovuto, ma debbo, mio malgrado, affermare, che questi episodi che io definisco – barbari – fanno crescere in me molta aggressività. Come possiamo dialogare con colui che dice:- o la pensi come me o ti ammazzo –
Le ultime nostre streghe, se non erro, sono state bruciate nel 1400…, la Prima Crociata, 1098…
Nel 2015, era tecnologica, visita tranquilla sulla Luna, storia documentata…. non riuscire a dialogare, commettere barbarie, urlare – vendetta – chiudere in una gabbia un essere umano e arderlo, crocifiggere bambini, io la chiamo malvagità e atrocità.
Se la guerra è guerra, che sia maledetta, ma i barbari appartengono a un’epoca lontana. Oggi, tutto questo non è solo vergognoso, è, semplicemente non degno di appartenere al Mondo, e lasciamo da parte la religione come evidente parvenza, perché nessun dio vorrebbe un simile scempio, questo lo vuole il malvagio che desidera dominare il mondo.
Quando la Terra tremerà veramente, avrà risolto tutti i problemi.
Un saluto molto arrabbiato col Mondo, cara Anna.
Sandra
Muta ho pensato: Se quell’uomo arso vivo, lapidato, gettato nel vuoto, passato per le armi; se quelle donne malmenate, osteggiate, violentate, rese schiave fossero figli miei?
Se quei bambini, quelle bambine oscurati negli occhi e nel pudore fossero miei figli!?
Pur volendo, non ho trovato ardire di risposta! Solo un urlo di gran pena e rabbia senza fine! Anche perché, come dice Sandra, “nessun dio vorrebbe un simile scempio”
Grazie, Anna, e grazie anche a te, Sandra, per questi scritti che condivido e in cui molto ritrovo il mio sentire.
Serenità, fede e speranza.
Lucia
Grazie per condividere nel profondo idee di giustizia e onestà intellettuale.
Non vi è Dio dove c’è questo tipo di barbarie collocata in tempi in cui vivere era altro e circoscritta ad essi.
Non possiamo scatenare la bestia in noi e aspirare alla salvezza.
“Non pensate che Dio non sappia cosa state facendo” è la certezza che ci accompagna e che sorregge perfino chi in Dio non crede, ma rigetta quel tipo di comportamento che umano non è.
La corda troppo a lungo tirata alla fine si spezza e perfino Dio – che mi perdoni – che ha pazienza infinita e concede tempi lunghi per il ravvedimento, poi scatena la sua punizione e giusta e implacabile.
L’uomo che fa tutto questo credo che non si possa definire uomo.
Spesso si parla della fine del mondo, ma questo non è un po’ la fine del mondo?
Se non lo è ci va molto vicino, perché dove non c’è umanità, dove non c’è amore non può esserci vita.
Speriamo che ci siano tempi migliori.
Grazie per questa tua riflessione e 5 stelle.