È come la fusione del nocciolo
di una centrale nucleare,
l’incendio irreversibile
che nessun oceano ormai
potrà più calmare.

Un enorme guscio di piombo
e cemento bianco,
pudico separé di vergogna,
nasconderà per mille anni ancora
l’errore di quel guardiano,
la fissione impazzita di materia innocente
che dolore innocente farebbe provare.
Un calore infinito che sta acceso da sé
ma che a nulla e nessuno potrà più servire,
che nulla e nessuno potrà più scaldare.

È come due statue di bronzo
che un caldo incidente ha unito
assieme ma solo a metà,
dorso a dorso purtroppo.
Siamesi per sempre saranno
e mai più si vedranno quei due,
ma tutto sapranno l’un l’altro
sussurrandosi cose spesso,
in quell’inclinazione della testa
che sembra così casuale..

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