Occhi enfi traboccanti
rigurgitano ogni giorno
stille insanguinate
di un’umanità martoriata
Crude immagini di morte
sfoggiano il dolore degli altri
che scivola su ipocriti volti
dileguandosi nel nulla
Spettatori efferati cercano
per poi lasciar passare oltre
la sofferenza del prossimo
che li fà sentire vivi
L’infame artigliarsi della mente
alle vacue ragioni dell’uomo
eclissa il luminoso amore
che fiorisce al di là del male.
Ciao, un miscuglio di religiosità e sacrilegio. Non mi è piaciuta. Non si capisce bene. Io dico sempre che chi cerca di insegnare ad alri dovrebbe stare al di sopra di ogni cosa, la massima illuminazione, ma nella vita questo fenomeno è molto raro e bisognerebbe che tutti noi fossimo un pò più umili. Ciao… Non mi piacciono nenache gli scritti senza punteggiatura, ma questa è sola un’opinone; però è la mia!
Mi è piaciuta molto… soprattutto dove dici “la sofferenza degli altri che li fa sentire vivi”… concordo. Credo che la morbosità che spinge a cercare immagini di dolore riferite agli altri (e ne siamo testimoni tutti, basta vedere quello che passa quotidianamente in tv ed ha alti indici di gradimento…) sia soltanto un modo per esorcizzare la nostra sofferenza e poter dire “è successo a qualcun altro”. E ciò è molto, molto triste… Grazie per la riflessione. Ciao!
Mi è piaciuta la complessità di questa poesia, parole originali che la colorano di un senso diverso, belle anche le parole scelte, nuove e quasi prese dalla storia.