In un posto lontano che dirvi non so viveva un principe con la sua famiglia che, nonostante le sue immense ricchezze, non riusciva ad essere felice. Trascorreva le sue giornate nell’ozio insoddisfatto di tutto quello che lo circondava; decise dunque di partire e di scoprire cosa ci fosse al di là del suo regno, tanto per spezzare la noia, che era, a suo dire la causa del suo male. Baciati la madre ed il padre, salutati i suoi servitori, sacco in spalla il principe partì all’avventura. Le difficoltà non tardarono ad arrivare, sì perché il bosco che delimitava il suo regno, e che lui si apprestava ad attraversare, era pieno di insidie. Il principe non aveva mai trascorso una notte da solo e per giunta al buio fuori e al freddo. Montata la sua piccola tenda, vi si infilò di corsa, e mentre i suoni della notte si destavano il cuoricino del principe batteva ancora più forte. Sgranocchiando qualche biscotto, magra cena per chi era abituato a ben altro, diceva tra sé e sé: ”Devo essere coraggioso, non devo avere paura, un principe non si lascia spaventare.” Aveva appena finito di rincuorarsi, il sonno era appena giunto ed un animale si era infilato nella tenda …….Disturbato dal rumore del vento, il principe aprì gli occhi e si trovò faccia a faccia con un lupo famelico che, zanne in vista, si leccava già i baffi all’idea della sua facile preda; con un balzo il principe fu in piedi e bianco come un cencio gridò: ”Fermo, non vorrai mangiarmi?” Ed il lupo: ”Devo dire che questa era proprio la mia idea.” A questo punto il ragazzo, sempre più impaurito, disse: ”Ma guardami, sono magro come uno stecco, non vale nemmeno la pena mordermi!” Il lupo non sentì ragioni e con un salto gli fu già addosso; ma, nel momento stesso nel quale stava per azzannarlo, riconobbe lo stemma regale appuntato sulla giacca del principe. Con un passo indietro il lupo si sedette, chinando la testa in segno di lealtà e disse: ”Vostra maestà perdonate questo povero lupo affamato, ma non vi avevo riconosciuto. ”Il principe dal canto suo, tirato un sospiro di sollievo, scusò il lupo il quale, desolato ancora per quello che aveva fatto, si offrì di restare fuori dalla tenda per vegliare il sonno del suo sovrano, durante tutta la notte. Il ragazzo pensò e ripensò a quello che era accaduto, fino a quando cadde definitivamente tra le braccia di Morfeo. Il mattino seguente, il principe mise al corrente il suo nuovo amico della sua storia, raccontandogli come era partito da casa in cerca di qualcosa che, a suo dire, gli mancava. Il lupo che era vecchio e saggio gli chiese: ”Scusate il mio ardire, ma di preciso quale è questa cosa che vi manca tanto da farvi andare via?“. Il principe non seppe rispondere; si trovava davanti un lupo abituato a cavarsela da solo volente o nolente, senza tante cose che invece lui aveva: affetto e ricchezze ad esempio. La verità era che a lui non mancava niente, i suoi erano solo capricci, ed ora lo aveva capito; si alzò di scatto, e come se aprisse gli occhi per la prima volta, guardò il lupo con gratitudine per la sua lealtà e per il suo aiuto e disse: ”Torno a casa da chi mi ha sempre amato aspettando che io mi accorgessi della mia fortuna; vorrei che tu venissi con me, credo che con la tua esperienza tu possa aiutarmi a capire tante cose.” Il lupo fece un cenno con la testa, a testimonianza del fatto che anche per lui sarebbe stato un piacere guidare con i suoi consigli da quel giorno il suo nuovo amico. Si incamminarono verso il palazzo con la consapevolezza che sarebbero stati inseparabili e complici per molti e molti anni.
La morale è che nella vita bisogna ben valutare quello che abbiamo, a volte è molto più di quello che pensiamo.
bella la leggerò al mio nipotino
Ciao Tilly hai una fantasia enorme. Ciao da Vittoria
Mi è piaciuta molto, io ho sette anni. Ciao.