Perché scrivo? Forse, per esaltarmi nella presunzione e convinzione di saperlo fare, e fiero di mostrarlo, o più semplicemente, perché credo di poter sottoporre, riflessioni tanto intelligenti ed interessanti, da ritener giusto ed importante che siano lette? Forse per giocare con la fantasia, illudendomi che un giorno, diventato ricco e famoso scrittore, potrò finalmente essere qualcuno che conta in questo mondo? O forse perché, in maniera più verosimile, non avendo null’altro di importante da fare, e non più in anni giovanili di facile adrenalina, preferisco da “vile” sottrarmi al mondo delle regole vigenti e vincenti dei soli ragionamenti alla moda, per nascondermi altrimenti in altro meno appariscente e rumoroso, dove veloci e colorati risultano essere solamente, i pensieri? Chissà forse, per la necessità consapevolmente sentita di starmene buono buono in un posto solo con una penna ed un po’ di carta, in modo da non allungare la lista dei tanti guai e grossi che già vanta il mio non “troppo allineato” passato? Forse, per offrire in una pratica accorta e riflessiva finalmente un po’ di sollievo al pensiero, sottraendolo cosi dal continuo ed estenuante assedio di nuove idee? Forse il bisogno, ormai insaziabilmente cronico di  continuare a mettermi in discussione nella volontà crescente di voler migliorare giorno dopo giorno, consapevolmente forte di nessuna sicurezza, ma al contrario pieno di perché e bagnato fino all’ossa dai dubbi del mare della ricerca? Forse perché non nutrendo alcun interesse o piacere per la comoda tranquillità della teoria, tronfia di troppi ragionamenti assolutisti indipendenti l’uno dall’altro, alla meglio compattati e mai giusti, preferisco gli incuriositi stimoli della pratica, per giungere ad un pensiero coerente e deframmentato, funzione generatrice dei ragionamenti? Chi mai potrebbe stabilire cosa anima questi miei tentativi del resto poco importa, poiché intimamente “sento” che non è importante dove arriverò. Sono già tanto felice nel “sentire” di essere sulla strada giusta ed ogni è di per sé  un traguardo. Solo un viaggiatore; tale mi sento! E quando si ha intenzione di viaggiare veramente “liberi”, non si presta più tanta attenzione alle comodità del luogo ove si andrà, ma solo alla maniera più logica per arrivarci e poi ripartire. Cosi, anarchico nello spirito e fuori dagli schemi di ogni legge, opinione, o religione, mi ritrovo come filantropo coltivatore del buon senso dell’intelligenza che, in buona fede, meglio comprende e promuove le suddette. In sicurezza e determinazione guardo allora l’altra strada che ammiccante mi fiancheggia, assillandomi con tentativi ormai vani colmi del ricordo del piacere materiale e delle sue piacevoli punture; strada che come un tapirulan di senso contrario mi scorre di fianco alla stessa velocità. Potrete probabilmente trovare presuntuoso quanto dico, ma è anche vero che l’umiltà e la presunzione non esistono in assoluto, sono solo proiezioni e rifrazioni apparenti, fuorvianti, ed alterate della parola nel suo contaminabile senso, sui reali fattori caratterizzanti che sono rispettivamente la consapevolezza e l’ignoranza. Nessuno può stabilire ciò che “è” (puro), ma solo intuirlo tramite i “non è” nel quale questo mondo relativo si sostanzia. Del resto Filippo su questo ci ha offerto il suo Vangelo, ed Einstein la sua più nota teoria. Per questa ragione, mai potrei stabilire il mio ideale di lettore, nel caso ci fosse qualcuno disponibile, ma forse senza di molto sbagliare, prevedere chi al contrario, per il suo bene, dovrebbe astenersi dal diventarlo! Ma è solamente una questione di sincerità, tanto non errata, quanto non conveniente, che mi porta a tentare di individuare, in una sorta di gioco, coloro ai quali tale lettura non è consigliabile.

Per tutti quelli, che se anche non ce l’hanno scritto gli si legge in faccia, si credono dei capolavori esistenziali, e giorno dopo giorno non perdono occasione per dimostrarlo al mondo!

Per coloro che credono un colore migliore di un altro, che una salita non sia anche una discesa, e che a bocca piena masticano sempre più e meno. Per chi trova interessante la teoria del big-ban, secondo la quale si ritiene di poter stabilire l’inizio dell’infinito e la nascita dell’eternità, che ritengono la natura passibile di perfezionamento tramite la chirurgia, gli O.G.M. e la clonazione. Per tutti coloro, ottusi e convinti, ritenenti che la colpa è sempre del mondo e mai la propria, e che in fondo il vero motivo della loro infelicità è solo una dannata sfortuna. Per chi dà del “tu” al Padreterno dalle prime file riservate in chiesa, ed immediatamente fuori di essa, pretendono il “lei” delle distanze, credendo veramente e vivamente che, per ragion di stato e …… proprie,  la loro guerra sarà benedetta.

Per quegli individui che, presi sempre ad inseguire la moda per essere “in”, non ricordano più cosa preferiscono, cosicché non gli rimane altro da fare che riesaminare tutte le cose del mondo con il giusto aiuto di ogni possibile rivista e fiction.

Quelli poi che, con coscienza da “Purgatorio continuo” e senza molti perché, si celebrano in continui e troppi dove, come, e quando, “accomodandosi” al meglio nell’esistenza, incuranti che quanto più essa sarà privilegiata maggiormente “costerà” lasciarla. E poi sarà Paradiso od Inferno!

Infine per quelli, e sono quasi tutti, che credono a tante cose ma non ne sentono neanche una, e non sapendo perciò pensare si tengono impegnati correndo continuamente, ed ovviamente senza direzione e senso. Chissà ora, oltre me e te che ancora mi stai leggendo, quanti pochi altri siano rimasti, sempre che ce ne siano ancora.

Ma si sa la qualità mal si “riconosce” nella quantità!

 

24 pensiero su “Perchè scrivo?”
  1. Io ho letto con molto interesse ciò che hai scritto, il perchè lo hai fatto è per far sapere ciò che pensi, come lo facciamo tutti o quasi, c’è chi lo fa correttamente, chi ci prova a farlo, o chi lo fa solo per esprimere i propi sentimenti,
    e chi di noi, può permettersi di dire, tu puoi scrivere e tu no? l’importante è non avere la presunzione di voler diventare un grande scrittore.
    Cordialmente….. Grazia

  2. carissimo,
    benvenuto! sei finito in un gruppetto di outsider: tutti ci riteniamo “qualità” e non “quantità” altrimenti non avevi occasione di incontrarci……..
    un consiglio da due soldi: se cerchi lettori e miri alla fama (non dico alla ricchezza perchè in Italia tra coloro che scrivono in italiano non penso che ce ne sia alcuno che possa vivere di sola penna) sii pietoso, non uccidere chi ti legge con grandi analisi e inconsistenti sintesi.
    non credo, infatti, che il lettore vada stroncato, ma educato, altrimenti chi te li compra i libri?

  3. Non sempre gli altri possono dare le soluzioni ai nostri interrogativi interiori. Saluti…

  4. Forse è ora che più gente si chieda perchè scrive, e soprattutto cosa ha intenzione di trasmettere, e secondo quale paradigma, o proprio teorema (sempre se ne hanno uno oltre la convenienza). Complimenti, ad alla faccia di tutti i saccenti frivoli e convinti che non ti capiscono ma fanno sempre quello che meglio gli riesce. i giudici!!!!!

  5. Mi sembra che prima delle nostre risposte siano state fatte delle domande che nessuno vi ha chiesto. Nella nebbia ognuno è solo…

  6. per nik:
    carissimo,
    c’è un linguaggio che ci ha portato dove siamo ora: il politichese. traine tu le conclusioni.
    per ciò che mi riguarda, ti comunico che ho ben compreso quello che sta sopra scritto e anche la riflessione che porti tu.
    …e sempre, per quel che mi riguarda, se pubblichi in questo sito, accetti come clausola di essere discusso.
    il fatto di “non giudicare”, che ha come suo primo esponente Ponzio Pilato (che è ricordato per il gesto di essersene lavato le mani e non per altre grandiose imprese), è una deteriore interpretazione della dottrina cristiana, che non so quanto tu a fondo conosca, ma non dice “lavatene le mani”, bensì “fai la tua parte”.
    i giudici che non giudicano, cioè che non fanno la loro parte, che ci stanno a fare?
    tutti noi siamo giudici e giudicati: è la regola di questo gioco che ti piaccia o no.
    un sorriso

  7. Scusate. Non sapevo che questo “gioco” avesse regole. Forse vivo su un altro pianeta. Che mi piace molto di più. Da lontano ma con affetto.

  8. Forse ho dato l’impressione di cercare in altri delle risposte, ma forse leggendomi bene ho invece dato delle risposte nette forti e terribilmente “fuori corrente” del luogo comune. Mi hanno consigliato di essere più…verso i lettori, ma forse non si è capito che di esser conveniente non me ne frega proprio niente. Altrove è la mia idea. Perchè io sono un genio.
    Ho detto bene un genio, non mi sono sbagliato, e mi spiace per gli altri
    Un genio tale mi sento di essere su questo pianeta!
    Filippo, è il nome che hanno deciso per me in questa mondo, ma in verità io son altri dal luogo ove provengo.
    Io sono colui che non è, Filos il ricercatore,
    gnostico e templare dei tempi moderni,
    nonchè Genio all’opera.
    Si sono un genio, cosi mi sento lo confesso.
    Perché? Perché ho idee geniali, e per questo sento di voler e poter comprendere tutte le cose di questo mondo fino all’ultima.
    Ho scoperto che esse sono tutte legate, come ogni secondo per il tempo. E cosi man mano che la curiosità, nel tempo mi assuefa, trasalgo ogni volta di fronte alla mia sistematica ignoranza.
    Si sono un genio, perché laddove mi mettete, là mi trovate; tanto la noia è per gli stupidi!
    Sono figlio illegittimo di Einstein, in mezzo a tanti figli,disconosciuti suoi. Oh povero padre che non smettevi mai di chiederti perchè
    Si sono un genio, e ne sono certo, quanto è vero che voi ve ne chiedete, divertiti della mia presunzione, ancora il perché.
    Perché allora? Semplicemente perché non smetto mai di chiedermi perché. Anzi peggioro in questo!
    Avverto che giorno dopo giorno, ho sempre più dubbi e meno certezze. Nulla più, può in assoluto convincermi, perché di ogni cosa o questione ne cerco sempre il senso nel suo contrario, per poi stabilire se non sarà bene, o non sarà male.
    Ho compreso da solo, ma ammetto che “Uno” mi ha suggerito: “di volta in volta, e mai tutto insieme, puoi stabilire solo ciò che non è male, e mai, ciò che è bene. Bene e male sono la stessa cosa, ed è solo il tempo a renderle contrarie”.
    Un treno geniale, il mio pensiero oramai, a tanta trascendenza Rapido e sicuro corre sul binario “retto” dalle congiunzioni dei contrari.
    Consapevole attraversa i ponti sul mare dei più o meno degli opposti.
    Torbide son sempre le sue acque, di forme, aspetti,ed apparenze, e come in estate a loro agio, gli uomini “comuni vi si accomodano, bagnandosi e dilettandosi.
    Cosi da tempo viaggiatore puro mi sento, e quasi sempre dalla parte opposta, a quella conveniente.
    Io, orami genio, solo di essenze,di cose e persone,riesco quindi a nutrirmi!
    Realmente libero, poco o per niente mi interessano le comodità del luogo, che per ben esser compreso, solo dell’essenziale necessita.
    Cosi con più attenzione, ed al meglio, mi preparo per arrivare, e poi ripartire, dal prossimo luogo
    ove mi recherò.
    Per me viaggiatore, questo è importante.
    “Leggero” di poca convinzione sento che potrò andare lontano, del resto non ho scelta nel piacere della mente, io sono un genio!

  9. Cara Madeleine, non siamo lontani ,ma molyo più vicini di quanto immagini. Noi siamo laddove,
    non c’è legge, opinione o religione ma solo buon senso.
    Laddove, non c’è materia, con i suoi rumori, colori e contrari, e non sì “crede” più, ma sì “sente” solo oramai.
    Laddove, il rumore dell’accumulo si scioglie nel silenzio del necessario, e le esplosioni del divenire brillano, nel granito dell’ostentazione.
    Laddove, si cerca il senso delle cose,
    liberandole dagli abiti dei contrari che le vestono, e nudo cosi n’appare il significato nascosto.
    Laddove, tutti i punti compresi tra l’inizio e la fine, non compongono più bei disegni di vita,
    ma si allineano in una retta, chiamata “rettitudine, sulla quale lungo il suo bordo rotola la moneta della verità, e senza mai cadere in una delle sue due facce, perché l’intelligenza ne è sempre il piano perpendicolare.
    Laddove la soluzione ed il quesito si specchiano
    e gli altri siamo noi!

  10. Scusate se mi intrometto (ho seguito un suggerimento di Anna) ma cosa intendete di preciso per ‘scrivere’ ? Mi sembra di capire che per tutti scrivere sia sinonimo di pubblicare, di mettersi in discussione. Se è così allora ho inteso male lo spirito del sito. E’ la prima volta che mostro pubblicamente alcuni miei pensieri. Ho sempre scritto per me, per cercare di liberarmi da sensazioni troppo intense. E’ strano, ma rileggere sulla carta, nero su bianco, le mie emozioni mi rende più sollevato e mi aiuta ad interpretare meglio i miei sentimenti. Pubblicare è diverso, se non altro perchè avviene in un momento successivo, dopo aver riflettuto, aggiustato, ponderato. (non credo si pubblichi tutto quello che si scrive!).
    Non sono nè un poeta nè uno scrittore (a dirla tutta non sono neanche mai stato bravo a scrivere) e non ho ancora ben capito il motivo per cui questa volta l’ho fatto. Forse per lasciare nel web una traccia invisibile ma indelebile delle mie emozioni, o per poter gridare in silenzio al mondo intero. Di sicuro non è stato per cercare approvazione o attenzione.

  11. Caro BRZ, è un pò contradditorio cosa tu asserisci. Anche tu spieghi perchè scrivi in un certo qual modo, sottolineandone i giusti e leggittimi valori soprattutto emozionali che devono muovere in questa nobile arte ed intanto accusi chi lo fà (io che forse, sbagliando, a farlo in nome un po’ di tutti noi) affrontando la domanda logica, sintomatica e fondamentale che ogni autore probabilmente si fa. Credevo che fosse un scritto molto ironico ed animato solo da buoni propositi e nobili intenti, ma si sa ognuno vede ciò che vuol vedere (semprecchè possa farlo). per gli uomini la verità è inafferabile ma si può comunque percepirla all’orizzonte, se si lavora in questo senso. Quindi nessuno detiene assoluti tra le interazione tra esseri umani ma solo “sistemi che si riconoscono. L’uomo grande per capacità potrà comprendere il suo simile, come l’uomo piccolo il suo simile. In questo scritto, io specchio per te, quale uomo sarò dunque io agli occhi tuoi. Quale sarà il tuo metro? Forse non c’è. E’ solo il punto di un’dea (di mettersi in mostra) che ha aperto un piano ragionamento (più illico di piacere e convinzione che di etica e ricerca) che non sfocia nello spazio del pensiero.

  12. ….ehilà!…..
    …mi sono persa qualcosa….?……
    in questo nostro mondo di geni- anch’io modestamente ho un q.i. all’ennesima potenza superiore della media degli esseri umani- mi chiedo quando ci diamo l’appuntamento per il salto nell’iperspazio per andare su Vega a risolvere una volta per tutte il problema della eliminazione della superbia nell’animo umano.

    per BRZ:
    scrivere per sè, a mio giudizio, è liberatorio, sic et simpliciter.
    condividere con altri ciò che si scrive (ora nel web, come dici tu, nei tempi passati nel salotto letterario) porta inevitabilmente alla messa in discussione di idee, modi espressivi, elaborazione ed adozione di teorie nuove che possono perfino arrivare alla scelta dei contenuti da trattare (sto pensando, per epoche più recenti, alla produzione letteraria risorgimentale, a quella futurista, a quella post bellica, gli esempi sono innumerevoli).
    a meno che non prevalga l’idea di respingere ogni commento non gradito, crogiolandosi nella propria saccenza.
    anche questa può essere una scelta, ma allora mi chiedo perchè un geniaccio di tale calibro necessiti di lanciare proclami in internet, agli umani normali e cerebralmente normodotati.
    chi scrive dovrebbe compiacersi del confronto col lettore, altrimenti, perchè scrive?
    la tua domanda calza a pennello.
    per fare un esempio: se sono un autore comico ma non riesco a raccolgliere la risata del pubblico, è meglio che cambi genere.
    poi ciascuno fa quello che vuole, non si mette in discussione, ma sta nella sua isoletta , sotto la sua palmetta, con il suo cocchetto.
    e sono solo fatti suoi.

  13. Mi riallaccio alle parole di Anna riguardo al mio commento. Credo che tu utilizzi parole come “regole” “giudizio” “discussione” dalle quali sento di essere piuttosto distante. Ognuno ha le proprie verità, tu esprimi la tua, alla quale non appartengo.
    Tutti dovrebbero fare ciò che vogliono (partendo dal presupposto che sia un volere reale e non finto, ma questa è un’altra enciclopedia) perché dovrebbe essere una condizione naturale. Mi piace prendere esempio dai bambini.
    Spesso si incontrano persone che ci sbarrano la strada e noi, per le ragioni più svariate, possiamo anche permetterlo, ma siamo pur sempre noi a scegliere di farlo oppure no.
    Per quanto riguarda il perché scrivo, mi trovo piuttosto d’accordo con le parole di BRZ. Scrivo fondamentalmente per me. Perché ne ho bisogno. Perché mi fa stare bene. Perché mi piace. Può farmi piacere essere letta, ma non è una condizione essenziale. Leggo con attenzione i commenti, si tratti di elogi o di critiche e cerco di trarre ciò che mi serve per migliorare, laddove c’è, per me. Chiunque mi legge può giudicare, criticare, condividere, amare o odiare le mie parole. Io, da quel che ricevo, porto a casa ciò che mi serve. Gli uccellini nel bosco cantano perché è la loro natura, ma lo farebbero anche se fossero su un pianeta deserto e nessuno li ascoltasse.
    Penso che il mondo non sia stato costruito intorno a me.
    Ringrazio Filippo per le belle parole. Il mio pianeta è distante ma non è vietato a nessuno. E se credi sia vicino al tuo, mi fa piacere. “Gli altri siamo noi”. Certo. Ma è una scelta. Mi trovo più vicina alle parole di Rimbaud “Io è un altro” perchè non abbiamo alternativa. Ma personalmente credo che “io” sia tante cose…
    E se è anche genio…bene! Anzi…benissimo! Sono lieta di vedere l’autostima qualora la incontro, mi infonde carica, mi rivitalizza!
    Ognuno di noi può essere umile, genio, saccente o nulla.
    L’importante è che sia sé stesso.
    Che piaccia o meno al resto del mondo. Non è questo che conta.
    Che sia accettato o meno dal resto del mondo.
    Non c’è nulla che m’importi di meno.
    Un saluto a tutti.

  14. ho capito male: credevo che stessimo facendo una discussione letteraria, da salotto letterario, invece il campo è altro…

  15. ………del resto Einstein “Non smettere mai di chiedersi perchè” e Socrate ” Più si sà, e più si comprende di non sapere” e quindi logico che il sottoscritto (4 o 5 ore di sonno e poi solo lavoro e ricerca miei grandi passioni prima di tutto) senta di sapere poco (ed in tono presuntuoso lo esterna, mentre la maggior parte con umiltà mascherano la loro presunzione) mentre chi comprende poco “sente” di sapere molto… è il problema di questo mondo che vive di apparenza…… Ma forse sono io che non sò scrivere perchè nonostante abbia scritto che di vendere (…diventare ricco e famoso scrittore…) vendere libri non me ne frega…. la prima cosa che mi hanno cosigliato è quello di avere un approccio più conenevole con i lettori…. “se no non venderai i tuoi libri….. come hanno detto.

  16. Filippo… stai diventando il mio mito… e scusa se lo dico qui, pare non sia il luogo giusto, ma così mi andava… Ho raccolto e stampato ciò che hai pubblicato fino ad ora e con la dovuta attenzione, leggerò. Per il momento ti saluto di cuore.

  17. Madeleine Sei grande tu perchè capace quanto me sei in grado di comprendermi. E’ l’identificazione, ovvero processo secondo il quale avviene l’assunzione di consapevolezza (ne parlo nel mio teorema “Effeteorema”) che prevede come condizioni necessarie quelle di battere la strada del buon senso con libero arbitrio (al di là di ogni legge religione od opinione precocetta o resa assoluta) non facendo ad altri ciò che non si vorrebbe subire (atto primario per l’identificazione). In effetti geometricamente parlando avremo che se caratterizziamo il nostro ragionamento come una funzione circolare intorno ad un punto, un solo punto (il proprio IO) esso compirà un cerchio che chiuderà gli elementi di consapevolezza catturati nel piano (piano personale limitandone il divenire) elevandoli ad ideologie (quindi il sè al centro del mondo) se altrimenti il ragionamento prevede un altro punto (il prossimo) si genera una funzione (come è sempre citato nei testi sacri, e cioè un equazione passante per due punti) e chiaramente il cerchio del piano diverrà spirale nello spazio (difatti il nostro DNA è spiralico non cerchiale e per questo Leonardo ha chiuso l’uomo nel suo cerchio). Difatti “l’ultimo sarà il primo” prevede una coniugazione di lettura spiralica dell’assunto perchè in una spirale l’ultimo punto del vecchio cerchio diviene il primo del nuovo. Per essere più chiaro perchè ammetto che la questione non è di semplice comprensione voglio fare un esempio pratico. Dato per scontato che la mente umana è soggiocata dai contrari. (..più e meno prima e dopo ricco povero..). vediamo quanto essi nella loro continua attivazione ci precludano l’assunzione di consapevolezza. Per imparare l’equilibrio ad andare in bici od imparare a scrivere non dovremo dare peso al colore, al valore… ma solo all’essenziale e nella concentrazione (fusione di tutti i contrari) senza rendeci conto con tanto sacrificio e rispettando i giusti tempi tra lavoro e gratificazione giungeremo al miracolo dell’equilbrio (o del saper scrivere) e non sapremo in che momento ed in che luogo, perchè siamo in funzione. Un altro esempio può essere quello di quando veniamo a sapere che un nostro caro è in ospedale poco ci interesserà con che mezzo ci recheremo subito lì o se siamo puliti o sporchi, o se prima.. o dopo.. e cosi via, l’unica cosa importante è raggiungere al più presto l’ospedale. E’ evidente che il nostro pensiero è funzionale all’idea e diviene una retta (del resto la retta è la soluzione di minor distanza tra due punti,…. ce ne accorgiamo subito se ce la facciamo a piedi). Avremo di conseguenza che quanto maggiore sarà l’importanza di una funzione che intendiamo svolgere tanto minore sarà la coniugazione dei suoi punti interni (per definire una funzione cioè un equazione cioè una retta bastano due punti). Viceversa tanto minore sarà per importanza ciò che ci apprestiamo a compiere tanto maggiore sarà l’importanza dei punti interni alla funzione. Possiamo concludere questa mia considerazione (purtroppo non è semplice spiegarlo…figuriamoci in due parole) dicendo che il mondo di oggi sembra un insieme di curve che hanno perso i punti funzionali. Ciao carissima.

  18. Filippo, la tua teoria è estremamente interessante ed affascinante. Devo riconoscere che i nostri pianeti mi paiono decisamente vicini. Credo anch’io che la società attuale abbia perso di vista quelli che tu chiami “punti funzionali”. Il mio parere è che ci si è allontanati troppo da quella che è la nostra natura (che, fortunatamente, ci viene ricordata dai bambini), il nostro istinto se vuoi (inteso non come primordiale ma come il sentire sincero) a causa di quelle che io ho chiamato sovrastrutture e tu definisci punti intermedi. Più o meno ci siamo…
    Sono d’accordo anche quando dici che l’equilibrio si raggiungerà soltanto togliendo importanza a questi punti intermedi e soprattutto…in movimento.
    Perchè siamo nati viaggiatori…
    Leggendoti ho finalmente l’impressione di potermi riscattare. Perché quando mi trovo di fronte ad un Henry Miller, ad un john Fante piuttosto che un Garcia Màrquez o un Maupassant, mi vien da esclamare: “Che spettacolo!” e per ovvie ragioni non lo posso fare.
    Ho la mia occasione con te che mi ripaga appieno. Grazie. Sei uno spettacolo ed anche un genio!
    Con profonda ammirazione. A presto.

  19. …e da viaggiatrice sono andata alla ricerca ed ho trovato. Un incanto per l’anima. Meravigliosa scoperta. Avrò tempo per leggere, guardare, farò tutto. Grazie ancora…

  20. Quando “sento” delle persone come te mi felicito nell’animo, sono contento, ed avverto forte il “senso”, che fondamentalmente muove a scrivere. Tu il motivo per il quale scrivo (insieme a tutti quelli che spero lo faranno, o l’hanno fatto). Per le persone che come te vivono di perchè, di dubbi, ma anche con la certezza di voler andare avanti cercare di comprendere giorno dopo giorno senza preoccuparsi di dove la strada porterà, perchè è già piacevole percorrerla (gustando il vero senso e sapore della vita) ed ogni passo su di essa di volta in volta risulta una crescita ed un targuardo. Il resto appartiene al Padreterno noi non siamo progetti di capolavori esitenziali “indipendenti” ordinariamente scontati, siamo persone che osano e sanno di rischiare. Ti esprimi molto bene con la penna e sono certo che il tuo pensiero ( a 360 gradi) potrebbe nel tempo rendere quest’ultima molto efficace aiutando persone come me che hanno fatto una scelta difficile poco conveniente e controcorrente. (il titolo del testo “sono un genio” è stato voluto di proposito (come anche la trattazione) irruento e presuntuoso come appare, (per confondere letture superficiali o comunque di comprensione limitata) Ciao e grazie di esistere. Filippo Pio

  21. ,,,per i lettori non concordi…. continuate dunque ad “osservare” nei vostri “partitici” plausi di voto, considerazioni convenietni e dilettuose sperando che esse vi rendano pienezza di spirito e profondità d’animo anelate…. cosi è se vi pare e soddisfa….

    Ps… attendo con ansia i vostri teoremi, semprecchè le maree delle vostre “spedite” opinioni non sommergendovi.. vi concedano il tempo seppur di non comporli, o progettarli,…. almeno di considerarli.

  22. ….e scusate la mia arroganza e veemenza, ma vengo dall’inferno e nel contrario della verità in cui esse sempre alloggia sento di non esser cattivo.. Allo stesso modo la “forma” nella quale mi presento, nel conveniente mi danneggia, ma nell’intento di ricercar la fonte madre, mi esalta, eleva, procurandomi estasi, questa dolce emozione che ha il gusto del divino

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