Il 13 Settembre 1943 ero un bimbo di 21 mesi. I miei parenti e genitori, sfollati dalla città di Mileto e riversati nelle campagne periferiche del paese, preventivamente avvisati da certi volantini lanciati da un aereo ricognitore, che invitavano la popolazione ad abbandonare il paese per imminente bombardamento degli anglo/americani.
Quel giorno accadde anche un fatto tragico, finito nel dimenticatoio sia da politici che da storici locali: Ma non nella mente di chi, quel maledetto giorno era lì e pagò con la propria vita.
Alcuni piloti, per la precisione quelli del 14° Gruppo Cacciabombardieri dell’Air Force, si macchiarono di uno degli episodi più spregevoli commessi dagli angloamericani nella Calabria. Quel giorno ci fu l’assassinio di “circa” 39 civili (di cui 32 fra donne e bambini), lungo una strada di campagna definita “Carasaci” nella campagna in periferia di Mileto. Dove la popolazione era sfollata, a causa dell’avvertimento tramite volantini lanciati da un ricognitore aereo italiano, il cui allarmava la popolazione a evacuare l’abitato a causa di un possibile bombardamento aereo. Intere famiglie si riversarono nelle campagne circostanti, in cerca di un rifugio sicuro nella boscaglia. Alcuni di loro avevano scavato a ridosso dei naturali terrapieni di tufo, piccoli rifugi a forma di grotta, per ripararsi alla meglio da eventuali attacchi aerei.
Ero un adolescente quando i miei genitori mi raccontavano che quel giorno a quell’ora io ero solo un bimbo che tentennava i primi passi, intento a scorrazzare sotto i rami dei centenari oliveti, nell’ambito di detti ricoveri, assieme con altri piccoli bimbi. Improvvisamente si creò un fuggi fuggi generale, allarmati da rumori di motori di aerei in avvicinamento. Alcuni degli sfollati dicevano che erano aerei angloamericani venuti a liberarci dai tedeschi.
Quando il rombo assordante dei motori faceva vibrare i rami degli alberi, erano quasi sulla nostra testa, si verificò alle 11:30 di quel mattino, mentre l’odore degli ulivi si spandeva nel cielo azzurro, improvvise le raffiche delle mitragliere degli aerei, si abbattevano sugli spiazzi falciando i rami degli alberi e anche le persone che non avevano fatto in tempo a fuggire, per nascondersi nei ricoveri. La catastrofe immane senza alcuna ragione: da premettere che in loco, non c’era alcun militare e/o mezzo militare, nessuna divisa militare, niente che potesse essere scambiato come obiettivo militare. Quel luogo era gremito di civili, specialmente donne e bambini. Gli aerei volavano radenti, quindi si deduce che i piloti erano in condizioni di visibilità ottimali per distinguere che in quel posto c’erano solo dei civili sfollati. Non si capì per quale motivo, improvvisamente cominciarono a mitragliare con accanimento, su quelle persone inermi, provocando una strage. Gente ferita e sanguinante correva urlando e lasciando sul terreno scie di sangue. Cadaveri sparsi dappertutto, il sangue di quelle povere persone, a rigagnoli scorreva sul terreno, il sangue perfino sui rami e le foglie degli ulivi. In quella campagna, dove qualche minuto prima, si sentivano le cicale frinire al caldo di Luglio… Dopo lo scalpitìo delle mitraglie… dal silenzio si alzavano urla dei feriti, il pianto e il disperato lamento delle mamme per i figli o parenti che un attimo prima ridevano e discutevano insieme. Le urla che si innalzavano in cielo riverberavano nella campagna e nelle valli, la dove le spighe del grano quasi maturo, ondeggiavano come un mare giallo dondolando piegandosi alla leggera brezza, come le teste di quelle persone, padri e figli calabresi, e le donne con il capo coperto dai tradizionali fazzoletti neri che dondolava per la disperazione, abbracciando quei corpi martoriati.
La guerra è sempre maledetta. Eppure, ancora oggi con l’esistenza di testimonianze, letture, storia, osservazione, ancora esiste e viene fatta. Ovviamente, sono sempre le persone più deboli e innocenti ad essere colpite.
Grazie per questa testimonianza. In un mondo civile, nell’era tecnologica, non si comprende il motivo per cui un tavolo tondo e, in una o mille lingue, l’Homo Sapiens, dotato di tutto, non riesca a parlare e a stabilire leggi per il bene comune.
Pace e strategia, questa è la nostra unica via.
Sandra
La guerra, cosa sporca e schifosa, bestiaccia immonda, riesce a scatenare gli istinti peggiori degli uomini.
E le donne se ne son state quasi sempre lì a subire lutti, fame, stupri.
Che peccato che gli esseri umani siano così bravi nel mostrare il peggio di sé!
anna
Le guerre sono il vero male dell’umanità.
Non esistono guerre fatte per la pace, non esistono guerre volute da chi sa quale Dio, le guerre sono guerre e basta!
Grazie per questo ricordo e per questa bella riflessione