Nel legno tarlato

non finemente scolpita

in un canto se ne stava

timida e gentile

la piccola Madonna

tra lo scillìo dei doni.

Ruvido era

il panneggio

delle vesti stinte

e gonfio il grembiule

che per le cocche

forte stringeva.

Piano disse il nome

a Maria che lo chiedeva

mentre di mano

il panno le sfuggiva

e bianca di neve

divenne la capanna.

In candide corolle

si mutò

il mulinare dei fiocchi

e un dolce profumo portò

al fanciullo appena nato.

Di non levigata pietra

tra le stipe dei monti

é l’edicola

della Madonna della Neve

che di virgulti profumati

bella diventa

nel tepore del Natale

 

*Da un’antica leggenda abruzzese della tradizione natalizia

5 commenti su “La Madonna della Neve”
  1. Una bella poesia, una bellissima tradizione, un forte senso religioso.
    Complimenti, Lucia!

  2. Un grazie sincero a tutte voi con pensieri di bene.
    Con la primavera tornerà anche il sole.
    Abbracci.
    Ciao. Lucia

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