Nel legno tarlato
non finemente scolpita
in un canto se ne stava
timida e gentile
la piccola Madonna
tra lo scillìo dei doni.
Ruvido era
il panneggio
delle vesti stinte
e gonfio il grembiule
che per le cocche
forte stringeva.
Piano disse il nome
a Maria che lo chiedeva
mentre di mano
il panno le sfuggiva
e bianca di neve
divenne la capanna.
In candide corolle
si mutò
il mulinare dei fiocchi
e un dolce profumo portò
al fanciullo appena nato.
Di non levigata pietra
tra le stipe dei monti
é l’edicola
della Madonna della Neve
che di virgulti profumati
bella diventa
nel tepore del Natale
*Da un’antica leggenda abruzzese della tradizione natalizia
Grazie, Lucia, per questa perla tarlata nel legno e ora racchiusa nei cuori di chi legge e apprezza.
Sandra
Particolarmente gradita e apprezzata.
Una bella poesia, una bellissima tradizione, un forte senso religioso.
Complimenti, Lucia!
Bellissima e delicata.
Un grazie sincero a tutte voi con pensieri di bene.
Con la primavera tornerà anche il sole.
Abbracci.
Ciao. Lucia