Quest’anno l’influenza non mi abbandona.
Eccomi così confinata in casa, con solo il computer per compagnia, fino a sera, quando tu torni a casa e commentiamo quello ci è capitato durante la giornata.
Bonariamente tu sorridi della mia nuova passione, il mio navigare in internet per vedere cosa succede in questo mondo virtuale, che poi tanto virtuale non è.
Oggi, infatti, proprio oggi, ho letto il bando di concorso per un racconto sul tema “…per il tempo di un aperitivo…”.
…E mi sono rivista sulla veranda di quel ristorante con vista panoramica poco più di trentacinque anni fa, al tempo dei nostri ventiquattro anni con indosso il mio bel vestito azzurro, quello che la mamma mi aveva regalato per il giorno della laurea.
Era un bellissimo giorno di settembre dell’anno 1972 e, se ben ricordi, eravamo ai ferri corti.
Ci conoscevamo da tempo.
La nostra era stata una grande amicizia che poi era diventata un grande amore. Avremmo voluto sposarci, ma tua madre faceva di tutto per creare ostacoli e difficoltà.
Io non ne potevo più di lei e non ne potevo quasi più di te.
Ma il giorno prima mi avevi detto: “Domani facciamo una corsa al mare, ti porto a conoscere la nonna e lo zio. Non sarà una cosa impegnativa e noiosa, giusto il tempo di un aperitivo, poi potremo fare quello che più ci piacerà”.
Ero emozionata: almeno una parte della tua famiglia cominciava a prendermi in considerazione.
E così mi ricordo quel sabato, la corsa in autostrada, l’appuntamento non a casa dei tuoi, ma in quel ristorante dove erano clienti abituali.
Con nostra sorpresa lo zio aveva organizzato tutto.
Non solo aveva invitato noi, ma aveva chiamato all’appello anche i tuoi genitori e forse non si era trattenuto dal rimproverare tua madre per il suo atteggiamento freddo e ostile.
Ci fu offerto l’aperitivo e fummo trattenuti per il pranzo nella grande sala del soggiorno, fresca e tranquilla con la vista su quel mare che amo, panorama che mi allarga il cuore ogni volta che lo vedo.
Di tutto ho un ricordo delizioso.
Lo zio conversava amabilmente, si informava della mia tesi di laurea e si mostrava interessato a quanto dicevo, facendo di tutto per mettermi a mio agio.
Ricordo gli occhi della nonna Linda che ti guardavano con affetto, tuo padre partecipe e tua madre gentile, ma sconfitta.
Ci sposammo dopo tre mesi.
Lo zio morì qualche anno dopo.
Ogni volta che passiamo davanti a quel luogo, quando andiamo a trovare Alberto e Rina che abitano poco più avanti, non posso non pensare che doveva essere solo un aperitivo, ma dura da trentacinque anni…..
Vivere semplicemente la vita, è una cosa preziosissima e rara…
Cara Anna, anche tu ogni tanto, entri nelle tue stanzine dell’ultimo piano, ti fai una fresca passeggiata, indossi metaforicamente qualche abito e poi riscendi ai piani bassi, e lì trovi quello che in tutti questi anni hai costruito e che caldamente mantieni. Come dici giustamente tu, i tuoi gioielli e la tua ricchezza, merito di un carattere tenace e di un amore solido.
Bello il tuo aperitivo e a tanti altri ancora nel tempo.
Ciao. Sandra
Che bella! Io non mi stancherei mai di storie cosí vere. Un bacio Tilly.
Che bel racconto profumato di mare e di verità. Comunica tanta gioia e la soddisfazione di poter guardare indietro e sorridere alla bellezza dei propri ricordi.
Che dire dopo aver letto una storia vera e piena d’amore… mi auguro di poter ringraziare anche io dopo 35 anni di matrimonio mio marito.
(mancano 25 anni).
Grazia
bello il racconto e belle le tue emozioni…..
ciao