Di me non ti posso parlare
per non infrangere
i tuoi giovani sogni di cristallo.
Non posso dirti d’infelicità
nutrita da continuo sogno,
di ferite d’affilate menzogne
lenite da oasi d’illusione…
Ho levato l’abito del Pierrot
per mettere quello d’Arlecchino,
ho nascosto la lacrima
indelebile sul viso
dietro maschere d’amore
tese nello sforzo del sorriso,
ho represso in me
frantumi d’incaute nostalgie
-consonanze d’amari disinganni-
per non distruggere
le tue smaglianti attese.
Non ti dirò di povere speranze
soffocate in fondo al cuore,
ora che inguaribile dolore
raggrumato tra le pieghe dei ricordi
si traduce in inerte solitudine.
No,
di me non ti posso parlare:
dito d’amore sulle labbra
m’impone silenzio.
Vivi i tuoi diciott’anni
figlia mia!
La poesia raccoglie le nostre pene, affanni ma, anche speranze inconfessabili, affianca il nostro percorso, qualche volta, mettendoci le ali e comunicando con gli affetti più cari.
Un saluto.
Sandra
Versi profondi e meravigliosi, particolarmente apprezzata.
Versi che sgorgano dal cuore, una bella lirica.