Com’era bello il tuo paese abbarbicato alla collina,

lì, di fronte al mare.

E poi un giorno partisti in fretta a far la guerra.

Il ritorno avvenne in primavera

trovando il tuo paese così strano

e la gente un po’ diversa.

Ti eri accorto

che la tua mente conservava salde,

immagini terribili di morte e di esplosioni,

di sangue, bombe e fame.

Dentro la memoria, un’enorme tela bianca,

dolorante e logorata da trincee e fil spinato.

Forse per un attimo te ne rendesti conto

che stavi scivolando nel burrone dell’oblio.

Qualcuno se ne accorse e,

scaltro e senza un Dio,

cominciò a tirarti scemo.

Su e giù nel freddo inverno

a prender secchi d’acqua

alla gelida fontana.

A spingere carriole di mattoni

o a spostare sacchi di patate

e perché no, a far la legna.

Ma tu non ti negavi mai

anche solo per un piatto di minestra.

Mi commuovo amico mio perché non sarai mai Santo

e la neve che ti ha fatto da coperta nel tuo ultimo giaciglio

non si è sciolta mai del tutto.

Vorrei portarti un fiore, ma anche nel riposo eterno

hai dovuto accontentarti di una fossa insieme ad altri.

3 pensiero su “Tabbarr (dedicata a Guerino D’Emidio da Montepagano)”
  1. Bellissima, vera e triste.
    Certi – danni – sono enormi e portati alla luce da chi ripudia la guerra sempre, con i suoi morti, le sue esplosioni, senza nessuna osservazione a ciò che è stato nel passato, continuando a credere che ciò possa essere l’unica soluzione.
    Grazie, Poeta, ricordare non è mai abbastanza.
    Ben tornato.
    Sandra

  2. Ho letto con grande commozione questa bella ballata in onore di uno di quegli spiriti coraggiosi e generosi che sono stati reduci da una guerra sanguinosa.
    Chi va in guerra riporta, infatti, gravi devastazioni morali e affettive, se non fisiche, e al suo ritorno non sempre riesce a inserirsi nuovamente nella quotidianità e nella normale vita del tempo di pace.
    La letteratura è piena di questi esempi.
    Detesto la guerra non solo per i lutti e per i suoi danni, ma anche per il fatto che in essa muoiono i coraggiosi, gli uomini migliori che si sacrificano per tutti quegli altri che restano a casa.
    Grazie, Poeta!
    anna

  3. Per Sandra e Anna: grazie carissime!!! La storia di Tabbarr la conobbi qualche anno fa durante una visita a Montepagano in Abruzzo.
    Mi colpì forte, veramente forte: così ho avvertito la necessità di tributargli un ricordo mio. Sono davvero felice che vi sia piaciuta. Vi abbraccio Poetesse.
    Nicolas Antares.

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