Com’era bello il tuo paese abbarbicato alla collina,
lì, di fronte al mare.
E poi un giorno partisti in fretta a far la guerra.
Il ritorno avvenne in primavera
trovando il tuo paese così strano
e la gente un po’ diversa.
Ti eri accorto
che la tua mente conservava salde,
immagini terribili di morte e di esplosioni,
di sangue, bombe e fame.
Dentro la memoria, un’enorme tela bianca,
dolorante e logorata da trincee e fil spinato.
Forse per un attimo te ne rendesti conto
che stavi scivolando nel burrone dell’oblio.
Qualcuno se ne accorse e,
scaltro e senza un Dio,
cominciò a tirarti scemo.
Su e giù nel freddo inverno
a prender secchi d’acqua
alla gelida fontana.
A spingere carriole di mattoni
o a spostare sacchi di patate
e perché no, a far la legna.
Ma tu non ti negavi mai
anche solo per un piatto di minestra.
Mi commuovo amico mio perché non sarai mai Santo
e la neve che ti ha fatto da coperta nel tuo ultimo giaciglio
non si è sciolta mai del tutto.
Vorrei portarti un fiore, ma anche nel riposo eterno
hai dovuto accontentarti di una fossa insieme ad altri.
Bellissima, vera e triste.
Certi – danni – sono enormi e portati alla luce da chi ripudia la guerra sempre, con i suoi morti, le sue esplosioni, senza nessuna osservazione a ciò che è stato nel passato, continuando a credere che ciò possa essere l’unica soluzione.
Grazie, Poeta, ricordare non è mai abbastanza.
Ben tornato.
Sandra
Ho letto con grande commozione questa bella ballata in onore di uno di quegli spiriti coraggiosi e generosi che sono stati reduci da una guerra sanguinosa.
Chi va in guerra riporta, infatti, gravi devastazioni morali e affettive, se non fisiche, e al suo ritorno non sempre riesce a inserirsi nuovamente nella quotidianità e nella normale vita del tempo di pace.
La letteratura è piena di questi esempi.
Detesto la guerra non solo per i lutti e per i suoi danni, ma anche per il fatto che in essa muoiono i coraggiosi, gli uomini migliori che si sacrificano per tutti quegli altri che restano a casa.
Grazie, Poeta!
anna
Per Sandra e Anna: grazie carissime!!! La storia di Tabbarr la conobbi qualche anno fa durante una visita a Montepagano in Abruzzo.
Mi colpì forte, veramente forte: così ho avvertito la necessità di tributargli un ricordo mio. Sono davvero felice che vi sia piaciuta. Vi abbraccio Poetesse.
Nicolas Antares.