Stupirmi, voglio
per ogni lampo che brilla
dentro i miei pensieri
come nei bei vent’anni
per il volo leggero degli uccelli
e la pesantezza delle montagne
stupirmi voglio di quanto si ama
e con quanta passione
si cercano gli amanti
per la luce del sole
e la storia delle stelle
che resteranno dopo di noi…
Stupirmi ancora, voglio
stupirmi della bellezza delle cose
come fossero uniche
stupirmi della nostra prima volta
e dei baci che ci davamo
e ci diamo ancora
del tuono che ci sveglia
stupirmi voglio
di un filo d’erba e del suo grillo
della sabbia fine del deserto
del mare blu, quando
si fonde col cielo
in un solo orizzonte.
Stupirmi sempre, voglio
ancora e poi ancora
fino all’ultimo giorno
quando il canto della morte
forse attesa
sarà dolce e lieve
come foglia che cade…
stupirmi voglio
di partire, di arrivare
del viaggio nel buio della luce
di tanto amore e dolore
del giorno che illude
di un’alba che è speranza
e del tramonto
che annuncia la notte
della quale ancora
almeno una volta
stupirmi, voglio.
È forse proprio questo il segreto della vita… riuscire a stupirsi e ad apprezzare ogni cosa, ogni piccola cosa, e non pensare sempre che il meglio sia altrove! Bravo!
Grazie Ellen… eh già, proprio quella è la chiave di lettura di questa poesia prosastica, quasi narrata direi. Su FB l’ho pubblicata con la foto di un bambino che apre la bocca e spalanca gli occhi. Il messaggio è: torniamo bambini e stupiamoci, almeno un po’. Un saluto.
Ogni giorno che viviamo è una porta aperta sullo stupore della bellezza del vivere.