Nel mio cammino

sento al lato della strada

nella selva

un lamento.

Un animale ferito?

È tempo di caccia.

Forse un capriolo gemente

che invoca aiuto,

io vorrei

ma non posso nulla,

forse un cucciolo affamato

al quale hanno ucciso la madre.

La invoca inutilmente

morirà solo di fame

o finito a fucilate,

il mio cuore si fa

piccolo piccolo

che dolore!

Lo chiamano sport.

3 commenti su “Lo chiamano sport”
  1. La caccia poteva essere bella intesa come passeggiata, con l’osservazione verso l’animale, l’attenzione al fischio, al cinguettio, ma quando si imbraccia un fucile e spesso si spara appena qualcosa si muove, il danno è fatto. Meglio sarebbe proibirla e girare il bosco in cerca di funghi.
    Sandra

  2. Apprezzo molto questa poesia, mi piace perché mette a nudo tutta la crudeltà dell’uomo, Brava, ti stimo molto!!!

    P.S. Ti ho inviato messaggi per posta elettronica, senza avere riscontro: forse hai cambiato account. Se possibile fammi sapere, AUGURI buon 2020!!!

  3. Quando era sopravvivenza aveva una giustificazione etica. In qualità di sport … beh … diciamo che prediligo altro

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