Manca poco a Natale e sento diverse opinioni su questa festa. I bambini la adorano. Le scuole chiudono, si parte in vacanza insieme, ci si riunisce in famiglia. Per altri però è un momento triste. Il momento dei ricordi, belli o brutti che siano, il momento in cui si tirano le somme sull’anno appena trascorso. Ci guardiamo allo specchio e guardiamo, come in retrospettiva, tutto ciò che abbiamo fatto, interrogandoci su ciò che faremo in un futuro che ben presto diventerà presente. Controllo se Eleonora dorme, ma a giudicare dalla luce spenta in camera direi di sì. Spero faccia bei sogni, non è stato un anno felice per lei, vuoi per i problemi a scuola vuoi perché si è lasciata con Gianluca. Meglio lasciarla dormire, se avrà fame mangerà più tardi il piatto di pasta al pesto che le ho preparato. Mi do una sciacquata alla faccia per rinfrescarmi un po’ e vado a dormire.
Un’altra mattina arriva, Eleonora è già uscita. Mia figlia non tornerà prima delle 17 a casa. Faccio colazione e mi avvio al lavoro. Mentre accendo il pc inizio a pensare a quante cose diamo per scontate, a quanti comportamenti potremmo evitare per renderci la vita migliore e a quante persone avremmo dovuto perdonare prima di perderle per sempre. Chissà Eleonora come ha vissuto la mia separazione con Margherita, chissà se mi ha mai perdonato, dato il suo legame quasi simbiotico con la madre. Non so come, né perché mi trovo a chiamare la mia ex moglie.
“Margherita sono io”.
“Ciao Emanuele, come va?”
“Io bene, ma oggi Eleonora è un po’ giù di tono”.
“Mi dispiace che il mio angioletto stia male. Che le hai fatto disgraziato?”
“Sempre ad accusare eh?”.
In realtà non sono arrabbiato, ma mi piace stuzzicare le persone e questo Margherita lo sa fin troppo bene.
“Guarda a parte un piatto di pasta al pesto non le ho fatto nulla e sinceramente non penso che un piatto di pasta possa farla arrabbiare.” Per quasi mezzo minuto rimaniamo in silenzio. “Senti Margherita, stavo pensando che forse a Eleonora farebbe bene stare un po’ con te. Ha trascorso un anno difficile, si è lasciata con Gianluca e a scuola è sempre nervosa. Che ne dici di venire a cena da noi e proporglielo?”
“Sono d’accordo con te Emanuele. Siamo sempre stati molto legati e penso che un po’ di conforto materno le possa fare bene”.
“Perfetto allora, ci vediamo alle 19. A dopo Margherita”.
Una cena perfetta, Eleonora si emoziona, mi abbraccia, abbraccia la madre e gusta con un sorriso brillante la pasta al pesto che le ho preparato con tanto amore. Tutto sembra così magico, fantastico. Quasi un sogno direi. Vado a dormire soddisfatto. Mi risveglio nella mia stanza e d’un tratto capisco ciò che è successo. Non ho mai avuto una figlia e nemmeno una moglie. Ho semplicemente sognato di essere gentile, di avere umanità, di essere capace di amare e di risolvere i problemi altrui. Mi devo confrontare alla realtà della mia solitudine, eppure non sono triste. Ci saranno tante altre donne chiamate Margherita e Eleonora, madre e figlia, felici per via del loro ritrovo, per merito di un padre amorevole. A me forse non toccherà mai quel destino, ma che importa. Siamo solo umani, il nostro futuro è un’incognita. Basta semplicemente non scordarsi mai l’amore e la felicità.
Si fanno tante costruzioni dentro la nostra mente, si elaborano fantasie e voli alti e bassi; proprio perché siamo umani e proprio per questa alta condizione dovremmo saper leggere e afferrare la vera qualità della vita.
Grazie.
Sandra