Ti ho sognata.
Mille splendide volte.
Mi perdevo nell’immensità del tuo sguardo,
e tu nel mio.

Ti accarezzavo con dolcezza
sfiorandoti il viso,
avvolgendo la tua mano nella mia.

La tua testa sul mio petto,
ti baciavo tra i capelli.

Costruivamo un castello magico,
con pavimenti di prato e soffitto di cielo.
Mura e torri di nuvola,
ché fossero riparo e non prigione.

Volavamo verso le stelle,
scoprendo cosa nascondevano.
Tra esse cercavo il tuo volto,
per non stancarmi mai di guardarlo.

Nessuno di questi sogni si avverò mai.

Ma averti sognata così intensamente
fu un po’ come averti avuta.

13 pensiero su “Sogni”
  1. A volte i sogni diventano realtà. I tuoi versi arrivano al cuore

  2. I tuoi versi mi hanno comosso … li ho letti più volte ed ogni volta sono arrivati al cuore!

  3. Oddio quanto è bella!!!!
    Mi batte ancora il cuore.
    Spero che la ragazza per cui l’hai scritta l’abbia letta.
    Se una cosa non funziona è inutile insistere.
    Ma ha diritto di sapere a cosa ha chiuso la porta.

  4. Lietta82
    Ti ringrazio per l’apprezzamento. La scrissi un secolo fa, ma … fu un semplice esercizio letterario. Non era dedicata a nessuno.

  5. Versi come questi senza una donna a cui averli dedicati, scusa, mi sembra come … se mancasse qualcosa!!!
    Sono bei versi. Ma… pensavo… che per scriverli occorresse averci sofferto sopra.
    Comunque… bell’esercizio letterario.

  6. Secondo me invece l’hai scritta per una donna ben precisa. Dici che risale ad un secolo fa; allora forse eravate ragazzi, quando queste cose sono magiche (anche se io credo che possano essere magiche anche da adulti, ma è senz’altro molto più difficile).
    Non so perché, ma me la immagino: una splendida silfide, con una cascata di capelli lunghissimi e uno sguardo che ti fulminò (l’estate fa brutti scherzi).
    Spero che sia così.
    Mi piace pensare che tu stia in qualche modo “proteggendo” il tuo ricordo parlando di “esercizio letterario”.
    Peccato non si sia accorta di te.
    Se puoi trovala e fagliela leggere oggi.
    La commuoverà sicuramente.

  7. Congedarsi così da un sogno è bellissimo, anche se estremamente triste.
    Se anziché trattarsi di esercizio letterario, la protagonista dei sogni cui ti riferisci esistesse, e se per caso la leggesse, un pizzico di rimpianto forse lo avrebbe.
    E magari, proverebbe pure a cercarti per un caffè.
    Perché i sogni possono anche finire nella polvere (prendo in prestito una frase letta su poesia recente ed omonima alla tua. L’autrice non me ne vorrà, spero), ma non muoiono mai del tutto.
    Certo. Devi considerare che l’hai scritta “un secolo fa”. E dopo un secolo, molte cose cambiano. Anche le persone, potrebbero apparire … diverse.

  8. Cara Raffa, vuoi sapere come stanno le cose, dopo “un secolo”?
    Io sono … “un fantasma”.
    E lei?
    Reggiti forte: lei è bella come un sogno. Lei è bella da far male!!!
    E sarà sempre così, anche fra un secolo. Quando di noi non esisteranno che foto sbiadite.
    Perché i sogni sono fatti così.
    Soprattutto quando sono … “esercizi letterari”

  9. Deve essere stupendo essere un “esercizio letterario”. Chi sa come si sentirebbe, se potesse leggere.

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