Sfere avvolgenti, fiore porpora e sfondo bianco come latte;
Fini fili di finto arancio, corpo aggraziato e ali nere come notte.
Voce bassa, brillante, espressioni di superbia passano sul suo viso.
Non cadrò, non cadrò, per il falso suon del suo riso.
Ogni sua movenza è incarnato di perfezione,
mi colpisce e distorce la mia considerazione del mondo, offuscando ogni mia visione.
Cosa farai quando la tua maschera crollerà,
quando ciò che sempre fosti scomparirà
e resterai sola, arrogante e sdegnosa,
eternamente persa nella percezione di te stessa?

Sfere avvolgenti, fiore porpora e sfondo bianco come latte;
Fini fili di finto arancio, corpo aggraziato e ali nere come notte.
Voce bassa, brillante, espressioni di superbia passano sul suo viso.
Non cadrò, non cadrò, per il falso suon del suo riso.
Se nessun altro si rende conto delle tue bizzarre tattiche,
non significa che io non sia capace di vedere oltre le mura
costruite attorno a te, che non son altro che protezioni tarocche.
Ti compiaci di apparire perfetta di fronte alle genti,
di sentirti misteriosa e irraggiungibile ai loro attacchi.
Trai godimento dall’esser invidiata e ammirata da sì numeroso pubblico,
e i’ non posso far altro se non scorgerti da lontano, gioire nel notare le crepe sul palco.

Ora rispondimi, ô rugiada del mattino,
credi sia peggio farsi divorare dall’invidia, consumarsi piano dall’interno,
oppure ingannare tutti coloro che ti circondano, essendo oggetto di codesto sentimento?
Affronta la realtà, affronta la crudeltà:
non sei unica a questo mondo,
sii umile e rispettosa; prima di parlare, rifletti a fondo.
Affronta la realtà, affronta la crudeltà:
smetti di essere ciò che sei,
lascia che ti colpisca finché non cederai.
E ti prego, infine, di lasciare che la malattia
che per natura mi affligge, possa morire con te, in un mare di nostalgia.

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