Lo sguardo del Direttore è un fermo immagine nel mezzo dello schermo.

E’ il classico uomo tutto di un pezzo: esperto, accreditato e intraprendente.
Lascia spesso le porte dischiuse, ma quando si tratta di qualche minchioneria, fluisce il suo timbro perentorio per intimare il blocco delle serrature.

Ha sempre esibito una naturale predisposizione al comando e pur non conoscendo bene ogni singolo subordinato, è consapevole delle competenze e delle creatività dei suoi affezionati assistenti.

Detentore di potestà e potere, pratica e coordina le mansioni in maniera magistrale, lasciando presumere di possedere una mente eccelsa e una verga d’acciaio.
Single per malasorte, è attorniato da curricoli abbordabili di donne maliziose e riverenti, che gli prillano attorno in smania d’estasi e d’elevazione.

Ma il Direttore non si lascia irretire facilmente; l’esperienza l’ha sempre distinto sul campo nel togliere la buccia ad ogni mostra penetrante ed intendimento menzognero.
Sa bene la bellezza è un pericolo e la seduzione, un tormento.

In ogni gesta appare irremovibile.

Esaurito il matrimonio, ha concentrato ogni energia e sacrificio sull’azienda, sperimentando elementi innovativi ed apportando moderne tecnologie.
Ha ordinato computer di nuova generazione, un megaschermo multimediale interattivo, stampanti laser ad alta funzionalità, dispositivi scanner e web cam con molteplici applicazioni.
Ci ha attrezzato completamente lo studio ed il superfluo è stato disposto come scorta nei cantoni degli uffici adiacenti.

Mentre ogni sottoposto osserva le direttive, Lui rincara di fascino con una laconicità tipica da gerente avveduto del settore.
Si rinchiude per giornate intere a pigiare sui tasti, compulsando l’idea di un incremento del profitto per attribuire un plusvalore al servigio espletato.

Questa fase gravosa e inquisitoria dura da anni e l’ha portato a sbordare in una serie d’eccessi orali: whisky, vodka, brandy e vino d’annata oppure d’estate Aperol soda o long drink fruttati con lime e fiumi di gin.
Anche per l’alimentazione si è orientato su tutto quello che è presumibilmente nocivo.
Niente pasti tradizionali ma snack veloci da consumarsi a tutte le ore; grassi, carboidrati, piramidi di sale e cubature di zucchero.
Il tutto insaporito da nuvolette di gas fumogeni salvaguardate e garantite da porte taglia fuoco e ed attestati d’emergenza.
Qualunque accorto consiglio gli sembra inutile; s’ingolla e tira fino alla combustione finale e non si perde né in errori, né esitazioni.

Ogni mattina si rinchiude prestissimo in ufficio ammonendo di non voler essere disturbato.
Per niente prostrato dalle responsabilità della professione, si rapporta con un disegno tornito e suadente e non c’è nulla che gli rimane nascosto.

La sua principale occupazione è diventata frequentare facciate odorose dove incallite icone mascherate in succinti costumi fatti di niente battono giorno e notte sotto colpi di prose ricopiate e simulate.
Sono tutte perfette e ammiccano in translucido raccontando di avere un sesso fantastico che tiene compagnia ed unge le pale raggrinzite dei maschi in fase di fervida visione.
Postano quotidiane righe succose che producono enormi quantità di crema e sfruttano le falangi screpolate per soddisfare le microcefaliche teste sguainate che si connettono a loro.

Lui ha scovato un autentico regno governato da deità magnifiche, che mostrano e centuplicano le zone erogene agghindandosi per ogni evenienza.

La directory è un intricato labirinto artificialmente rischiarato da pixel fluorescenti; i link, un cunicolo di vedute innervate da giganteschi santuari fallici ricoperti da barocchi barbagli. Il movente è il rovescio del vestito che permette di osservare il panorama attraverso l’argine retroilluminato del perineo.
Una capolavoro di diabolica ingegneria sensuale, dove la monogamia è bandita e la perversione formata dall’account ed il suo corrente strascico.

Oramai è sua abitudine agire disperdendo le orbite sul trust di fascicoli sovraccarichi e fasulli.
Nella spasmodica ricerca bazzica frivoli luoghi per abbordare succulente possessioni.
Ostinato e laborioso, si lascia puntualmente infarcire di grasse missive purpuree che gli provocano spasmi voluttuosi e brividi di piacere.

Si destreggia con gran maestria tra una moltitudine di diari femminili altamente qualificati e capaci di riprodursi operando sullo schermo scollature di versi e movenze incantate.
Sono tutte curve freschissime, sode, alte, snelle, perspicaci ed assolutamente irresistibili e si accontentano di richiamare un Sentimento trasgressivo, estatico, erotico, convulso, di Fuoco.

Nessuno giudicherebbe strani i suoi comportamenti.
Piuttosto degli autentici orpelli con cui tutti amano ornarsi, continua ad attorniarsi di schiere di corpi fittizi che vagano per le sue giornate e scivolano inquieti battendo le corde in un turbinio di giovamenti da strapazzo.

La prassi è automatica e Lui non sbaglia un colpo.
Quando ha sentore di tracollo, procede come una belva versa la meta e il suo modello.
Puo’ essere biondo, corvino, rosso, castano, ondulato, piastrato, frisè.
Conciato in modo qualsiasi, purché annodabile e di parvenza fatale.

Il rendiconto di fine sessione rimane sempre positivo, ma il quadro contabile rilascia esiti variabili e legami sfavorevoli.
Il marchio sta vacillando, ma il Direttore sa darsi da fare.
Sa che ogni volta potrebbe essere l’ultima.
Trovare un’ancona di fortuna è l’unica opportunità risibile per contrastare selvaggiamente lo slegamento.

Anche oggi la Dea s’è sbottonata il vestito sul suo petto; i carnosi tessuti rimangono in silenzio per immortalare i testicoli che lievitano intorno al suo gambo nerboruto.
Con la mano libera Lui attiva i comandi e s’aggrappa felice alla sua appendice, dove almeno può comandare ancora qualcosa.
L’eminenza si erge sotto la sua vita come un caldo e docile servo che lui stesso ha tramortito.
Ci mette poco ad infiammarsi e chiamarla “Cara” e “Divina prediletta”.

Così esercita nel cuore dell’impresa, mentre gli altri sono relegati a governare opportunità grandiose e prendere urgenti decisioni.

Quanti grandi uomini sanno produrre emulando se stessi e quante donne docili ed ubbidienti possono godere e crescere di queste beote presenze.
L’efficacia del coordinamento è che si finisce in uno spazio imminente.
La sugna e il fumo osano beneficiare di tutte le parole senza accartocciarsi per disperdersi nel vuoto.

Il Direttore è diventato così grande che non si riesce più a girargli attorno.
Amico della chiacchiera silenziosa continua a lasciarsi sedurre dall’apparente tecnica ed a me sottoposta resta il compito di perseverare, creando situazioni utili e fruttuose.
D’altronde tutte le preoccupazioni gravano sulle sue spalle ed io sono la maggior procuratrice oculare.

Oggi è un giorno diverso dagli altri e lo trovo particolarmente ringalluzzito e animoso.
E’ davvero attraente ed in ottima forma; dev’essersi di nuovo fidanzato.

Sono le 11,00 e il cestino è strapieno di cartine e il set di bicchierini già usato.
E’ così giocondo che nessuno osa infastidirlo e strappargli le redini di mano.
Del resto, sta solo ideando un programma per semplificare tutti i prossimi movimenti.

Il futuro dovrà basarsi sulla florida dotazione bellica che l’abile Dirigente nasconde nella patta dei pantaloni.
D’ora in poi l’unica mia mansione sarà quella di ottimizzare i suoi pensieri.

Non è semplice lavorare in situazioni miopi e sfiatate di segretezza.

Rimango appesa alla sua finestrella come una falena vispa e assenziente.
Mi appare con un sigaro marrone ed esige forza, risoluzione e destrezza.
Chiede di introdurgli qualcosa di dietro; vuole che mi appartenga.
Raccomanda di non fermarmi ed è lesto nel dare l’esempio.

Qualcuno s’affaccia e saluta, poi va senza perdere tempo.
Lui sorride di mille colori e scuote la testa.
Da Capo indefesso.

Per tutti: l’impegno di un procedimento.
Per me, Lui fuori e io dentro.

 

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