Sei apparso in un assolato giorno d’estate, affamato e assetato. Non so da dove vieni, se ti sei perso o ti hanno abbandonato o se qualche umano ti cerca ed è disperato perché non sei andato a casa.

Da quel dì non te ne sei più andato, sei un micio affettuoso bisognoso di coccole e d’affetto oltre che di cibo. I tuoi occhi dolci e tristi mi guardano come se mi volessero comunicare la tua voglia di avere una casa, un rifugio, una sicurezza.

Ci hai scelto come fanno i gatti. Mi segui ovunque sei la mia ombra, mi fai molta tenerezza, però ho quattro mici domestici che vivono in casa e altri tre che vivono in giardino, sono nati qui e qui vivono tutto l’anno, hanno timore di te e mi riesce complicato dar loro da mangiare. Stai diventando geloso dei mici domestici e appena puoi li aggredisci, pensi che sono privilegiati e vorresti essere come loro, ma non è possibile, non posso tenerti in casa, fra qualche settimana ce ne andiamo e la casa verrà chiusa.

Darti l’illusione di appartenere a qualcuno e poi lasciarti solo è come tradirti, preferisco farti uscire quando tenti di entrare anche se mi sento in colpa. Vorrei fare diversamente, ma preferisco così, nel mio cuore ti paragono a un orfano che viene accolto durante le feste per poi ritornare alla triste realtà di un orfanotrofio, non è giusto per te, farti apprezzare l’affetto e il calore per poi lasciarti solo, per quello che posso ti coccolo, oggi ti ho pulito la bocca e tu sei stato bravissimo, mi hai lasciato fare.

Ti voglio bene come amo tutti i miei mici, randaci e domestici. Siete esseri intelligenti, sensibili e meravigliosi e date tanto. Spero che tu ritrovi la strada per casa o di ritrovarti quando ritorneremo…

2 pensiero su “Randagio”
  1. Anni fa ospitai per un paio di mesi un gattone bianco e rosso, a pelo lungo che si era smarrito dopo i fuochi d’artificio per la festa del paese e aveva trovato rifugio in giardino.
    Era disorientato e impaurito.
    Poi col passare del tempo si rassicurò e divorava i croccantini come uno che non avesse mai mangiato in vita sua.
    Per caso a, fine primavera, nel negozio del panettiere udii il racconto amareggiato di un’anziana che lamentava la perdita del suo gatto.
    In paese eravamo in pochi, ci conoscevamo quasi tutti, ma nè lei aveva saputo nel mio ritrovamento né io della sua perdita.
    Ne chiesi la descrizione.
    Era lui.
    Venne subito a riprenderselo.
    Il vigliacco, sonnacchioso, tranquillone e coccoloso, appena la vide, le balzò in braccio.
    Credo che fosse rimasto da me soltanto per i croccantini.
    Se ne andarono felici dopo un’ultima grattatina e con una scatola di croccantini in omaggio.
    I gatti sono così.
    E i padroni di gatti, anche quando sono loro affezionatissimi, sanno che i mici non sono loro, ma spiriti liberi e unici.
    Grazie per ciò che mi hai fatto ricordare.
    anna

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